15 novembre 2008

Elezioni: ma davvero ci manca il voto di preferenza?

Ad otto mesi dalle elezioni europee di Giugno 2009 già da settimane sono in corso dietro le quinte riunioni che hanno come sempre l’obiettivo di usare i sistemi elettorali come strumenti di volta in volta utili a condizionare i risultati in particolare a favore dei partiti più grandi disponibili ad accordi per ridurre lo spazio di quelli intermedi e piccoli.Il sistema elettorale per le Elezioni europee permette l’espressione delle preferenze (come quelli per i Comuni e per le Regioni) sostituite invece dalle liste bloccate nelle Elezioni politiche (legge 270/2005). Inoltre quello delle europee è un sistema proporzionale puro, non essendoci un problema di governabilità, con 5 collegi più un sesto centrale per distribuire i resti; (si elegge la frazione italiana di 72 dei 785 parlamentari europei). Quindi più o meno con l’ l,4 % si può avere un eletto.L’obiettivo del governo sembra essere quello di eliminare le preferenze e mettere uno sbarramento al 5% (con qualche artificio sui collegi per salvare la Lega Nord).

I sistemi elettorali italiani sono ormai talmente differenziati,contorti,antidemocratici da essere ormai incomprensibili nei loro effetti ultimi da parte della quasi totalità dei cittadini.Così avviene che mentre l’introduzione dello sbarramento anche solo al 3% avrebbero effetti dirompenti sul sistema politico, l’attenzione viene posta sul falso problema delle preferenze, ed addirittura si cancella dal confronto istituzionale vero (dove le leggi si fanno e si disfano) la grande questione del finanziamento pubblico e dei costi della politica (ormai da molti visti come“ mantenimento della casta”) di cui di fatto i grandi partiti PdL e PD non hanno più alcuna intenzione di parlare.

La grande confusione sul problema delle preferenze è stata anche alimentata da un eccesso di superficialità, sebbene in buonissima fede,da parte di Beppe Grillo che sulle liste bloccate decise dai partiti, è a lungo intervenuto aumentando la confusione. Non per nulla sulle preferenze si incentra il confronto pubblico mentre si mette il silenziatore a quello ben più rilevante delle soglie di sbarramento di cui si discute dietro le quinte.

Tutti dimenticano, o fingono di dimenticare, a quali aberranti risultati ha portato il sistema delle preferenze, sfuggito di mano a tutti nel corso degli ultimi quarant’anni della storia italiana:dai famosi pacchi di pasta distribuiti dai notabili DC per ottenere un voto personale, alle infiltrazioni mafiose in centinaia di amministrazioni locali attraverso la convergenza delle preferenze su candidati assolutamente privi di storia politica ma fedeli ai clan, dal prevalere dei candidati forniti di più risorse economiche, proprie o date da altri, per i famosi “santini”,etc. Per non parlare delle risse fra candidati dello stesso partito che prevalevano sul confronto fra le diverse liste.Una degenerazione delle campagne elettorali che ha coinvolto tutti i partiti dalla destra alla sinistra e che è in realtà uno degli effetti del progressivo degenerare del sistema politico italiano,del cadere di tensioni ideali e di volontà riformatrici vere, dell’eccessiva remunerazione, diretta ed indiretta delle figure elettive a tutti i livelli. Degenerazione che non ha eguali in tutti gli altri paesi europei.

Se proprio si vuole migliorare il sistema di elezione, premesso che entrambi i sistemi hanno i grandi difetti qui accennati, è possibile con poche modifiche trovare un compromesso che accontentando le diverse esigenze abbia anche qualche minimo effetto riformatore: un sistema misto dove il partito blocca i primi due della lista (un uomo e una donna) come espressioni più qualificate del proprio progetto politico, facendo seguire il resto della lista (sempre alternando un uomo ed una donna) con l’ordine alfabetico. Permettendo su questa agli elettori di esercitare la loro scelta con una preferenza. Non si eviterebbero in molti casi le degenerazioni ma si avrebbe un minimo di decenza sperando che prima o poi si discuta di altro.

(vedi anche il post: legge elettorale per le europee del 10/11)

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