12 giugno 2009

Angelo Bonelli: serve una nuova, moderna, politica ecologista

Il risultato di Sinistra e libertà è stato un fallimento come lo è stato un anno fa quello della Sinistra Arcobaleno. Non si è superato nel 2008 lo sbarramento del 4%, non ci è riuscita Sinistra e Libertà in queste ultime elezioni : in entrambi i casi non abbiamo eletto rappresentanti Verdi nel parlamento nazionale ed europeo.
C'è un elemento politico del risultato elettorale che va analizzato profondamente: nelle elezioni politiche 2008 il Pd fece una campagna per il voto utile e questo lo portò a massimmizzare il risultato elettorale con il 33,4% dei voti ( portando il centrosinistra alla sconfitta), con le ultime elezioni europee il Pd perde oltre il 7%, pari a oltre 2 milioni di voti, e Sinistra e Libertà non intercetta nessun voto in uscita dal Pd anzi arretra di 200.000 voti rispetto al risultato fallimentare di Sinistra arcobaleno. Eppure tra i Verdi nonostante questi dati c'è chi giudica questo risultato " più che dignitoso... e che disegna una sinistra capace di affrontare le sfide del terzo millennio .."

Dentro questa frase è inserita la liquidazione presente e futura di una rinascita di un movimento ecologista autonomo in Italia. Tutto ciò accade mentre in Europa assistiamo ad un'avanzata straordinaria e storica degli ecologisti dal Nord al Sud dell'Europa , smentendo la tesi di chi , sempre dentro i Verdi italiani, ha sostenuto in queste ore che tra le cause della non crescita dei Verdi c'era un problema culturale legato ai paesi del mediterraneo.
Aveva ragione invece chi aveva proposto un'alleanza larga come Europe Ecologie, realizzata in Francia, proposta bocciata dall'attuale maggioranza dei Verdi e che non condivideva le modalità di composizione di quell'alleanza e in ultimo del simbolo.

E già, un'alleanza!! Perchè l'ultimo Consiglio federale dei Verdi parlava di alleanza elettorale e oggi chi guida il partito propone nella sostanza lo scioglimento dei Verdi per farli confluire nel partito della Sinistra.


Ritengo che nella società italiana siano avvenute profonde trasformazione che i Verdi non sono riusciti a comprendere perchè prigionieri di un modo di far politica antico e troppo ideologizzato. Vittorio Emiliani ha scritto in un bell'articolo sul Corriere della Sera che la crisi dei Verdi è da individuare nel loro appiattimento a sinistra. Sono queste le stesse cose che ha detto Daniel Cohn Bendit durante e dopo la campagna elettorale. Penso che esista tra i cittadini italiani una grande domanda di un forte " movimento ambientalista " che sappia costruire come in Francia, in Germania e più in generale in Europa una nuova moderna politica ecologista non schiacciata a sinistra, che metta in soffitta posizioni estremiste e recuperi un sano e necessario radicale riformismo . C'è bisogno di un movimento politico ambientalista che sappia parlare, a 360 gradi, con tutti i cittadini, perchè le grandi questioni come la pace nel mondo, il contrasto a i cambiamenti climatici, la lotta alla povertà, la sicurezza alimentare, la lotta allo smog e al traffico, la tutela della salute, la cura del verde, i diritti degli animali, la tutela della biodiversità, la politica energetica basata sul solare e sul risparmio ed efficienza energetica e le politiche ecologiche per rilanciare l'economia e quindi l'occupazione sono temi che riguardano tutti i cittadini e non una parte di essa.


C'è un aspetto però che dobbiamo affrontare con risolutezza ed è quello che riguarda noi stessi , ovvero la nostra inadeguatezza a poter avviare un simile ed ambizioso processo da soli e così come siamo stati fino ad oggi. In Francia nel 2007 durante le elezioni presidenziali i Verdi con Domenique Voynet presero 1,6%. Due anni dopo arrivano al risultato straordinario di superare il 16 %. Cosa è accaduto? Certamente una personalità carismatica come Daniel Cohn Bendit ha avuto un ruolo importante. Ma in questi due anni è stato messo da parte il partito Verde francese così com'era e sono scesi in campo persone come Nicolas Hulot, giornalista naturalista molto noto, Yannick Jadot, esponente di spicco di GreenPeace, Josè Bovè, leader contadino nella lotta anti Ogm, Eva Joly, giudice anticorruzione. Dobbiamo pensare ad un innovativo e moderno percorso per gli ecologisti italiani che superi la forma partito e arrivi a mettere insieme in una grande federazione tutte le varie associazioni che operano dall' ambiente, al sociale, alla tutela dei diritti umani e civili, dell'imprenditoria " Verde ", della finanza etica, comprese le migliaia di comitati che si battono contro ogni forma di inquinamento, recuperando alla causa ecologista militante quelle intelligenze che lavorano nel mondo della cultura , della ricerca e della scienza, dello spettacolo e dell'informazione. Non più un partito ma una federazione di associazioni e movimenti che costruisca una grande forza ecologista in Italia. Angelo Bonelli (ex capogruppo dei Verdi alla Camera dei deputati)

3 commenti:

  1. Anonimo09:25

    massimo marino
    stiamo cercando di comunicare con te, dove ti scriviamo?

    Fiorigialli Team

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  2. massimo tel 011 8224332 3402404493
    ecoblog@libero.it

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  3. Anonimo15:01

    Belle idee , belle parole ma Bonelli dove eri quando il leader maximo faceva il bello e il cattivo tempo imponendoci candidati paracadutati dalla Campania ?
    verdedeluso

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