19 gennaio 2010

Le rinnovabili ci regalano un quinto dell’elettricità


di Antonio Cianciullo (dal blog Eco-logica/La Repubblica)

Non solo vento. Anche sole, biomassa, acqua. Le fonti rinnovabili, nonostante le difficoltà burocratiche, le incertezze e i segnali non coerenti da parte del governo, in Italia sono cresciute del 13 per cento nel 2009 rispetto al 2008. La stima, che incrocia i dati Terna e quelli Gse, viene dal dipartimento energia del ministero dello Sviluppo Economico. Si è passati da 58,16 a circa 66 terawattora.
L’accelerazione maggiore si registra nel campo del fotovoltaico che da un anno all’altro è aumentato di oltre 4 volte: da 193 a4.861 a 6.600 giagawattora. Le biomasse hanno registrato un più 10 per cento: dai 5.966 giagawattora del 2008 si è arrivati a quota 6.500.
Anche l’idroelettrico è in forte attivo con un aumento del 13 per cento grazie a interventi di risistemazione degli impianti e all’abbondanza delle piogge del 2009: da 41.623 gigawattora a circa 47.000. Proprio quest’ultimo dato deve però far riflettere. L’idroelettrico ha ancora un peso determinante sul totale delle rinnovabili ed è la fonte il cui sviluppo è più a rischio perché il cambiamento climatico sta cambiando il ciclo idrico: secondo le previsioni in buona parte dell’Italia si registrerà una diminuzione delle precipitazioni. Inoltre la maggior parte del potenziale idroelettrico è già utilizzata da tempo, visto che le centrale più antiche hanno più di un secolo sulle spalle.
Per raggiungere gli obiettivi ricordati ieri dal ministro per lo Sviluppo economico (un quarto dell’elettricità da fonti rinnovabili) occorrerà dunque, per usare le parole di Claudio Scajola “prevedere ancora per alcuni anni forme di sostegno al settore per compensare i maggiori costi di queste fonti e attrarre nuovi specifici investimenti. Ma è anche necessario raggiungere una maggior efficienza con investimenti in ricerca e tecnologia”. Calcolando che la produzione da fonti rinnovabili ha coperto nel 2009 circa il
1.000 gigawattora. L’eolico è cresciuto di un terzo passando da 20 per cento del consumo interno lordo di energia elettrica del nostro paese (era il 16,5 per cento nel 2008) non siamo poi così lontani dall’obiettivo.

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