11 aprile 2010

L'Ecuador si impegna a ridurre la sua impronta ecologica


La nuova costituzione dell'Ecuador approvata il 28 settembre 2008 e curata dall'Assemblea Nazionale Costituente, riconosce i diritti della natura; si tratta del primo Stato ad aver approvato un riconoscimento formale di questo tipo. I diritti della natura dovranno essere rafforzati dalle leggi e la nuova Costituzione ricorda l'obiettivo di ottenere il benessere (el buen vivir) in armonia con la natura, come obiettivo fondamentale della società.

Proprio in questi giorni il Global Footprint Network, la rete internazionale più autorevole che si occupa di diffondere, standardizzare ed applicare il metodo dell'impronta ecologica come indicatore di sostenibilità (www.footprintnetwork.org), ha reso noto la notizia che l'Ecuador è diventata la prima nazione a dotarsi di un concreto target relativo all'Impronta ecologica. La nazione si è data l'obiettivo di includere nel suo Piano Nazionale, il raggiungimento entro il 2013, di un' impronta ecologica (quindi un utilizzo pro capite di risorse derivanti dalle capacità bioproduttive dei sistemi naturali, dalle foreste alle aree agricole) che rientri nella biocapacità nazionale (quindi nella capacità della nazione stessa di produrre le risorse utilizzate) , con l'impegno a mantenere il trend nel futuro.

Questa decisione dell'Ecuador costituisce un ulteriore interessantissimo segnale concreto che va nella direzione delle riflessioni che, ormai in tutto il mondo, si stanno facendo sui limiti dei nostri modelli di sviluppo socio economici basati sulla continua crescita economica, materiale e quantitativa, che ci ha condotto ad un crescente e ormai ingente deficit ecologico. Il mettere finalmente "in conto" questo debito e il considerare nuovi indicatori di benessere, come elementi fondamentali per l'azione politica sta diventando, come abbiamo visto in numerosi articoli in questa rubrica, un impegno ormai ampiamente diffuso e ulteriormente incrementato in questo periodo di grave crisi finanziaria ed economica.

Alla fine di gennaio la New Economic Foundation britannica (un vero e proprio think-tank che si pone l'obiettivo di dimostrare il reale benessere dell'economia ) ha pubblicato un interessantissimo rapporto dal titolo "Growth Isn't Possible:Why rich nations need a new economic direction", che documenta come la crescita economica infinita sia impossibile a causa dei notevolissimi problemi ambientali e sociali che si trascina con sé. Esistono ormai troppi livelli "soglia" che sono o stanno per essere superati nei sistemi naturali, a cominciare dal sistema climatico, e che ci stanno dimostrando l'incompatibilità di una crescita economica continua. Per i paesi ricchi che hanno le maggiori responsabilità storiche (per essere stati i primi a devastare e distruggere gli ambienti naturali dell'intero pianeta) e di impatto sui sistemi naturali della Terra è ormai indispensabile una nuova direzione economica.

Negli ultimi anni il dibattito sul bisogno di trovare un indicatore o un insieme di indicatori comuni del benessere che possano diventare guida e obbiettivo delle politiche pubbliche è stato costantemente presente. L'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), insieme ad altre influenti organizzazioni internazionali, ha lanciato il progetto "Global Project on Measuring the progress of societies" (Progetto globale su come misurare il progresso delle società); il Presidente francese Sarkozy ha istituito la "Commissione Internazionale sulla misurazione della performance economica e del progresso sociale", guidata dai premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen, di cui è stato pubblicato il rapporto finale nel settembre scorso; una nuova comunicazione della Commissione Europea dell'agosto 2009 ha illustrato cinque interventi chiave per integrare gli indicatori del progresso nei sistemi ufficiali di statistiche usati dalla politica, ecc. Se benessere, sviluppo e progresso sostenibili sono gli obbiettivi da raggiungere, allora devono essere supportati da un cambiamento degli indicatori utilizzati.

Chiudendo l'importante conferenza "Beyond GDP" (Oltre il PIL), tenutasi a Bruxelles nel novembre 2007, ed organizzata dalla Commissione Europea, dal Parlamento Europeo, dall'OCSE, dal Club di Roma e dal WWF, il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, sostenne, parafrasando una celebre frase di Albert Einstein, che "non è possibile affrontare le sfide del futuro con gli strumenti del passato: e` ormai tempo di andare oltre il Pil"

(notizie tratte da Greenreport /Gianfranco bologna)

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