12 luglio 2010

Ecologisti: Men at work

Nel variegato mondo degli “ecologisti” si è consolidata l’abitudine a fare grandi e complicate discussioni , riunioni, incontri, da cui scaturiscono piccole e irrilevanti decisioni, progetti, iniziative.

Insieme si è consolidata una inconfessata abitudine a essere irrilevanti, a costruire piccoli gruppi, piccole cose, piccoli risultati; si è consolidata in realtà l’abitudine a perdere e a subire sempre e tutto; non c’è la percezione che l’arcipelago è diventato una palude; la piega che sta prendendo la battaglia contro il ritorno del nucleare dove c’è un “movimento” che in realtà “non si muove” è un esempio di cui dovremo urgentemente discutere.

E’ molto più facile trovare 1 motivo per dividersi che mettere in rilievo 99 motivi per unirsi.

Così come ci sono infiniti modi attraverso i quali ci si illude, a volte per anni o per decenni, di fare qualcosa, nel mentre in realtà non si fa nulla (nulla di “sensibile” nulla che “trasformi un pezzetto della realtà” italiana che non ci piace).

Il rischio principale di incontri dove molte persone affini, ma di molti gruppi diversi, si incontrano, è quello che tutto si risolva in una grande, lunga, inutile, alla fine frustrante, chiacchiera in cui nessuno vive davvero la “responsabilità” delle cose su cui sta discutendo e sui cui dovrebbe prendere utili decisioni insieme a molti altri e su cui ognuno (tutti) si mette dal giorno dopo a lavorare; è più facile tornare al proprio gruppetto, associazione, comitato, gruppo civico, verde, tematico, di quartiere, al proprio blog, rivista o altro. Da questo “vuoto di responsabilità” nasce in gran parte l’assenza di un significativo movimento politico degli ecologisti italiano,ormai una vera “anomalia” in Europa e nel mondo; nel mentre esistono migliaia di gruppi e iniziative, tutte assolutamente nobili nei contenuti, condivisibili, tutte inadeguate e poco rilevanti nella realtà.

Per questo è bene essere onestamente chiari su quanto vogliamo,vorremmo fare, senza giraci intorno:

1) Vogliamo far nascere un nuovo movimento politico, gli ECOLOGISTI , in Piemonte, nelle altre regioni, in Italia, così come essi esistono, con tante sfumature diverse, in circa 100 nazioni del mondo.

2) Il percorso è lungo ( 1-2 anni ?) ma il problema è che ogni passo fatto di 10, 100 necessari..sia fatto nella direzione giusta e senza perdere l’obiettivo: Ad esempio non vogliamo costruire un nuovo “cartello elettorale”, neanche un “coordinamento di movimenti” (cioè di piccoli gruppi che si autoeleggono a “movimenti”) neanche un piccolo nuovo partitino verde, neanche la rifondazione di quello che ha fallito, tantomeno nulla che abbia a che fare con l’ennesima “rifondazione della sinistra”, questione che molti di noi da tempo si sono lasciati alle spalle e che forse è davvero obsoleta storicamente, comunque “altro" da noi.

3) Gli Ecologisti, come li intendiamo noi, non hanno nulla a che fare con gli ambientalisti, neanche con i verdi (in salsa italiana) Si tratta di un movimento nuovo, moderno, radicale, che si occupa di questioni civiche, dei nostri beni comuni, anche di elezioni ,di lotte, di strutture nel territorio, di rete web, di cultura, di musica, cinema e arte, di riflessione etica e spirituale, insomma di problemi del pianeta ( uomini e donne, animali, piante, fonti di energia e di alimentazione etc..) in definitiva di tutto ciò che ha a che fare con la vita e la felicità, la sopravvivenza e la dignità di chi vive sul pianeta (uomini, animali, cose).

4) Per fare i primi passi bisogna: unirsi e condividere / organizzarsi e fare cose concrete: aprire sedi multifunzionali, costruire un portale web che garantisca organizzazione rapida di scelte e azioni / fare manifestazioni, azioni esemplari ma anche concerti ,dibattiti ( una scuola di Ecologia ?) ..etc..etc. / dare e raccogliere soldi prevalentemente fuori dai canali e dai contributi di casta tipici della politica, trovando i modi per farlo anche divertendosi e fornendo servizi utili e piacevoli per tanti.

5) Unirsi e condividere vuol dire non porre veti a nessuno, includere e non escludere; nei fatti ciò che è incompatibile si escluderà da solo o cambierà la propria vocazione ed i propri comportamenti: se ciò non avviene vuol dire che il progetto non cresce davvero, che è taroccato, che non siamo capaci di costruirlo..che è una possibilità che dobbiamo tener presente ..

6) Un progetto grande richiede una grande adesione, cioè tante persone e tanti gruppi che hanno tanto in comune (il 90% ? ) con sicuramente un 10% di differente, che tale resterà. Se qualcuno pretende il 100%, naturalmente il suo 100%, sbaglia e non aiuta il progetto; se è una persona un po’ influente..lo distrugge ..lo rende impossibile..non lo fa nascere. Costruire è difficile, distruggere molto più facile. Questa è una delle malattie storiche ereditate della sinistra ( oltre che il segno di una eterna immaturità ), da cui sono nati i suoi mille frammenti ..e forse la sua morte.

7) Il Potere e i Soldi : Sono una questione seria; discuterne a fondo è determinante, non si può eluderla; Oggi la Convenienza tende a prevalere sui Sentimenti; il Potere a prevalere sulla Felicità; Un Posto in lista sulla Gioia di un Successo collettivo. E’ un lungo discorso che spiega anche perché ci sono tante persone ricche, piene di potere, arroganti, che sono in realtà infelici, frustrate, in definitiva “povere”. A volte cadono rapidamente in disgrazia..qualche volta hanno anche un infarto prematuro..

Con calma dovremmo sviluppare meglio queste riflessioni affrettate

Massimo Marino ( Gruppo delle Cinque Terre )

http://www.youtube.com/watch?v=gArUEEE1OF8

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