28 marzo 2010

Le metropoli alla sfida verde contro l'assedio delle auto

Da Madrid a Londra si insegue il modello New York. Il sindaco Bloomberg annuncia la rivoluzione verde: tram, bici, taxi collettivi e isole pedonali. La Grande Mela punta a diventare laboratorio della Green Economy obamiana

di Federico Rampini

Londra ha aperto la strada con il pedaggio d'ingresso in città per tutte le auto. Parigi ha innovato con "Vélib", il parco-biciclette da affittare, sistema copiato nel mondo intero. Pechino ha costruito sei linee di metrò nuove per le Olimpiadi. Ora New York è decisa a fare ancora meglio. Adottando progressivamente le soluzioni "verdi" delle sue rivali, la Grande Mela punta al primato in questa gara. La posta in gioco: diventare il modello della metropoli del terzo millennio, nell'èra post-automobile. È una competizione che può diventare un business, trasformerà i mega-agglomerati urbani nei laboratori della Green Economy.


Per questo New York prepara una vera rivoluzione del traffico, che deve portare all'emarginazione dell'auto privata dalle sue strade.Ci crede Michael Bloomberg. Questo conservatore illuminato, insieme al californiano Arnold Schwarzenegger, è l'esponente dell'altra destra americana: quella che non ha difficoltà a trovare convergenze con Barack Obama. Sull'ambiente di sicuro. Al suo terzo mandato come sindaco di New York, il miliardario Bloomberg vuole passare alla storia proprio come un leader della lotta all'inquinamento. La sua formidabile reputazione di uomo d'affari lo aiuta a vincere battaglie che per altri sarebbero ostiche. "Quando ho fatto l'isola pedonale a Times Square - dice Bloomberg - i commercianti della zona erano contro. Adesso, visto il successo dell'esperimento, con l'aumento del turismo e dello shopping, sono i commercianti di altri quartieri a chiedermi: perché non si fa anche da noi?".Non a caso, le nuove isole pedonali sono uno dei tasselli della rivoluzione verde che cambierà lo stile di vita a Manhattan.


Dopo il successo a Times Square, ecco le nuove candidate-isole: nella City finanziaria di Wall Street potranno essere chiuse al traffico Fulton Street e Nassau Street; è possibile che diventino oasi senza auto anche Finn Square nel quartiere di Tribeca (celebre per le gallerie d'arte), e Astor Place vicino ai campus della New York University. Idem per un tratto di Broadway nella zona del Columbus Circle, in modo da facilitare l'accesso alle numerose istituzioni culturali del Lincoln Center (Metropolitan Opera).Nel frattempo sono già al nastro di partenza i taxi collettivi. Le prime autorizzazioni riguardano i posteggi di taxi più frequentati come le stazioni ferroviarie Grand Central e Penn Station, il terminale degli autobus di lunga percorrenza Port Authority Bus Terminal. I taxi sono abilitati a raccogliere più passeggeri per destinazioni diverse. Così si abbassano sia i costi per i clienti, sia le vetture in circolazione. Parigi fa scuola per i "Vélib": Bloomberg punta a offrire 10.000 biciclette in affitto con appositi posteggi. E in parallelo bisogna garantire ai ciclisti la sicurezza.Dopo le prime piste ciclabili inaugurate (Broadway, Ottava e Nona Avenue tra la 14esima e la 23esima strada), delle nuove corsie protette per soli ciclisti saranno aperte sulla Prima e la Seconda Avenue entro la fine dell'anno, e in futuro potrebbero essercene anche nelle vie di scorrimento trasversali da fiume a fiume (cioè dalla sponda dell'East River a quella sullo Hudson).

Imitando San Francisco si studia il ritorno dei tram per le vie di New York: il primo progetto riguarda una linea di superficie sulla 42esima strada, che potrebbe allungarsi fino a diventare una circolare di 61 miglia attorno a tutta Manhattan.

Inseguendo Pechino, finalmente l'arcaica rete metropolitana di New York ricomincia a espandersi. Sono già avviati i lavori delle nuova linea di metrò: una direttrice Nord-Sud lungo la Seconda Avenue. Anche i fiumi diventano una risorsa alternativa per decongestionare il traffico. Per trasportare i pendolari fra Manhattan, Brooklyn, Long Island e Coney Island sarà potenziato il servizio di traghetti di linea sullo East River, con un aumento di capienza di 1.700 passeggeri al giorno. Nuovi attracchi a Williamsburg, Greenpoint, Long Island City.Una strada per soli autobus? Potrebbe essere la 34esima, seguita poi dalla 42esima, da trasformare secondo questo progetto in due corridoi veloci per il solo transito dei mezzi pubblici. Bloomberg non ha rinunciato a importare qui anche il modello Londra della tassa anti-congestione. Il sindaco ci provò una volta nel 2008 e fu bocciato in consiglio comunale. Ora torna alla carica. "Il pedaggio non è morto, tutt'altro", annuncia.

Le finanze comunali sono in crisi, lui è convinto che riuscirà far pagare l'accesso a tutte le auto private che vogliono entrare a Manhattan. Una formula che a Londra ha contribuito a ridurre l'uso del mezzo individuale. Bloomberg potrebbe unirvi un altro deterrente: l'abbassamento del limite di velocità nell'area urbana, da 30 a 20 miglia orarie. "Con dieci miglia in meno - assicurano gli esperti - la frequenza degli incidenti mortali crolla dal 45% al 5%". Manhattan, quella che fu la giungla d'asfalto per eccellenza, si sta scoprendo una vocazione tutta diversa.


( da La Repubblica.it 2 marzo 2010 )

27 marzo 2010

L’olio di palma distrugge le foreste indonesiane

Oranghi contro benzina "verde": Greenpeace nel porto di Genova

All'ingresso del porto di Genova, tre gommoni di Greenpeace hanno affiancato la nave Bunga Melati, che trasportava un carico di biodiesel fabbricato con l'olio di palma. L'estensione delle piantagioni di palma da olio è uno dei principali fattori della distruzione delle foreste torbiere indonesiane. Il carico di biodiesel appartiene alla multinazionale Wilmar ed è destinato all’azienda italiana produttrice di biodiesel Oxem s.p.a. La Wilmar è il principale produttore di biodiesel. Un ristretto gruppo di imprese – tra cui Wilmar - controlla il mercato globale dell’olio di palma, materia prima per la produzione di beni di consumo - saponi, cioccolata, carta e persino biodiesel – e sta distruggendo le ultime foreste torbiere indonesiane, decimando gli ultimi oranghi e intossicando il clima del pianeta.Travestiti da oranghi, gli attivisti hanno fissato con dei magneti sulla fiancata della nave uno striscione con la scritta:"Taglia la CO2, non le foreste".

Numerosi rapporti di Greenpeace e Friends of the Earth hanno denunciato gli impatti devastanti delle concessioni irregolari della Wilmar su aree di foresta pluviale e segnalato le sue irresponsabili pratiche incendiarie."Bruciare le foreste per produrre la cosiddetta "benzina verde" non può essere la soluzione per combattere i cambiamenti climatici. Ad accelerare questo processo, anche la legge europea che prevede, entro il 2020, la sostituzione del 10% del totale dei consumi di carburante con biodiesel" sostiene il comunicato di Greenpeace.Le associazioni ambientaliste richiedono un'immediata moratoria sulla conversione delle foreste torbiere in piantagioni industriali di palma da olio…

Nestlé, gli oranghi e le foreste

Un centinaio di attivisti di Greenpeace travestiti da oranghi, hanno invaso uffici e stabilimenti di Nestlé in Inghilterra, Germania e Olanda chiedendo alla multinazionale di non utilizzare olio di palma proveniente dalla distruzione della foresta indonesiana.Secondo l'associazione ambientalista, in prodotti come Kit Kat, la Nestlé utilizza olio di palma proveniente dalla distruzione delle foreste torbiere indonesiane, contribuendo, all'estinzione degli ultimi oranghi e ai cambiamenti climatici. Nel suo rapporto Caught Red-Handed: How Nestlé’s Use of Palm Oil is Having a Devastating Impact on Rainforest, the Climate and Orang-utans, Greenpeace presenta le prove dei rapporti commerciali che Nestlè intrattiene con aziende come Sinar Mas. Sinar Mas è il più grande produttore di olio di palma in Indonesia e continua a espandere le proprie piantagioni su foreste torbiere, importantissimi depositi di carbonio per la stabilizzazione del clima e habitat di importanza critica per la salvaguardia degli oranghi in estinzione..Nestlé, la più grande multinazionale per la produzione di cibo e bibite, è fortemente dipendente dall'olio di palma indonesiano e soltanto negli ultimi tre anni i suoi consumi sono raddoppiati: ogni anno utilizza più di 320.000 tonnellate di olio di palma in una serie di prodotti tra cui Kit Kat.

"Ogni volta che dai un morso al tuo Kit Kat - avverte Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia - potresti, senza saperlo, prendere a morsi un pezzo di foresta e contribuire all'estinzione degli ultimi oranghi. E' ora che Nestlé conceda un break alla foreste in Indonesia, interrompendo i rapporti commerciali con il "campione" della deforestazione Sinar Mas".Greenpeace ha ampiamente dimostrato a Nestlè che Sinar Mas infrange le leggi indonesiane e ignora i propri impegni come membro della RSPO (Tavola Rotonda per l'Olio di Palma Sostenibile). Nonostante questo la multinazionale continua ad acquistare olio di palma pericoloso, mentre Sinar Mas persevera nell'illegalità e nella distruzione.

( da
www.salvaleforeste.it marzo 2010 )

26 marzo 2010

REPORT - domenica 28 marzo alle 21,30 - RAI 3

La puntata si intitola 'Google baby' di Zippi Brand Frank

Premiato come Miglior film al DocAviv Festival di Tel Aviv nel 2009, 'Google Baby', di Zippi Brand Frank, svela i meccanismi dell'industria della ''maternita' surrogata'', attraversando tre nazioni ? Stati Uniti, Israele, India. Spermatozoi selezionati in Israele, ovuli acquistati online e fecondati nei laboratori americani, uteri affittati nel Gujarat, India.
Centrato su questa nuova, lucrosa attivita' di un imprenditore del ramo (un omosessuale che ha potuto realizzare il suo desiderio di paternita' grazie ad un percorso di maternita' surrogata negli Usa), il film solleva molti quesiti etici, cercando di non giudicare mai.
Google Baby si limita piuttosto a registrare una nuova realta', e mostra come la tecnologia abbia oggi ormai reso possibile separare completamente la procreazione dall'attivita' sessuale e come la globalizzazione abbia reso il processo non solo realizzabile ma anche relativamente economico. Tutto cio' che deve fare un aspirante genitore, e' prendere la propria carta di credito e andare su internet per le istruzioni.

Andra' inoltre in onda l'inchiesta ''EDUCAZIONE STRADALE'' di Giovanna Corsetti.
Un viaggio attraverso l'Italia per capire quali sono le cause che ogni anno determinano quasi 5 mila morti e oltre 20 mila invalidi permanenti. L'indagine mira a chiarire quanto investiamo e come controlliamo la formazione di chi guida, dalle scuole elementari alle scuole guida, nonche' attraverso l'informazione e le campagne di sicurezza stradale, volute dai ministeri competenti.

25 marzo 2010

Obama

da www.lauracima.it

La riforma sanitaria, primo degli obiettivi del programma del presidente americano, è passata con tre voti di maggioranza, purtroppo comprati a prezzo di una riduzione drastica di stanziamenti per l’aborto.Vedremo nei mesi futuri come questo voto storico cambierà la vita americana. Milioni di poveri avranno accesso alle strutture sanitarie, un’impresa che non era riuscita a nessuno dei predecessori democratici di Obama per la forte opposizione delle assicurazioni, che sono sempre riuscite a comprarsi i voti per opporsi in parlamento all’attuazione di questa grande riforma.Obama si è giocata la sua popolarità fino in fondo su questo tema e fino a ieri infatti il consenso era sceso di molto.Non è chiaro finora come inciderà la riduzione di fondi sull’aborto sulla possibilità delle donne di accedervi: certo è che le donne e i loro bisogni continuano ad essere merce di scambio purtroppo anche per i progressisti. Un grande passo avanti nelle riforme democratiche pagato con un passo indietro rispetto al diritto di autodeterminazione delle donne.

Per chi si alzasse presto come me consiglio di vedere su Retequattro un divertente ciclo di storie di uno studio legale americano BL, Boston Legal, dove due famosi avvocati, l’uno democratico e l’altro repubblicano e reazionario, con i primi segni di Alzheimer, vincono i casi più disparati, ma tutti che vertono sulle grandi questioni del nostro tempo con un cinismo che è lo specchio delle nostre società. La socia donna è elemento di equilibrio in uno studio legale di avvocati un pò pazzerelloni. Le arringhe sono illuminanti su come si affrontano anche le grandi questioni etiche, le pari opportunità e la giustizia in generale negli USA.

24 marzo 2010

Medioevo:I cavalli sì, le bici-risciò no

A New York i risciò, a Roma se va bene i cavalli..

Quello delle “botticelle” i calessi con cavalli è un lavoro impegnativo, su questo non si discute. E comporta anche qualche rischio. Tanto che il Comune di Roma ha deciso di regolamentarlo: otto ore di lavoro al giorno, non una di più; niente strade con pendenza eccessiva; circuito limitato al centro storico; un’ambulanza sempre a disposizione in caso di infortunio. Oggetto delle nuove disposizioni sono le “botticelle” romane, i calessi per i turisti tirati da cavalli.I nostalgici della vecchia Roma, preferirebbero fermare le macchine e far andare solo le “botticelle”. Gli animalisti sostengono che il nuovo regolamento è un palliativo che non risolve il problema: chiedono che i cavalli siano tolti dal traffico e venga loro riconosciuto lo status di animali d’affezione.

Il paradosso è che i cavalli, che non hanno scelto il business del turismo, continuano a trascinare le carrozzelle.

Invece giovani bipedi (detti anche uomini e disoccupati ) che, sull’esempio dei loro coetanei di grandi metropoli come New York e Londra, amerebbero avere quatro soldi per vivere pedalando a pagamento con le bici-taxi (risciò a tecnologia avanzata che si guidano con poca fatica), incontrano un mare di difficoltà burocratiche.

Insomma non scherziamo..siamo in Italia, pieno medioevo, al massimo i cavalli ma di risciò non se ne parla…siamo mica a New York o Londra..

MAURO ROSTAGNO ------------------------------ Un itinerario politico e civile

Mauro Rostagno
(Torino, 6 marzo 1942 - Trapani, 26 settembre 1988)

Giunto a Trento nella seconda metà degli anni sessanta per frequentarvi la neonata facoltà di Sociologia, diventa ben presto uno dei leader del movimento studentesco trentino. Assieme ad Adriano Sofri, Guido Viale, Marco Boato, Giorgio Pietrostefani, Paolo Brogi ed Enrico Deaglio
fonda nel 1969 il movimento di Lotta Continua. Nel 1976 a Milano contribuisce alla fondazione del locale Macondo, un centro culturale che fu un punto di riferimento per la sinistra alternativa in quegli anni. Nel 1981, di rientro dall’India dove si era recato nel 1978, fonda vicino a Trapani la «comunità Saman», inizialmente una comune arancione, centro di meditazione di Osho, e successivamente una comunità terapeutica impegnata tra l’altro nel recupero dei tossicodipendenti. A metà degli anni ottanta inizia a lavorare come giornalista e conduttore per l’emittente televisiva locale Radio Tele Cine, denunciando con forza le collusioni tra mafia e politica. Muore a Lenzi di Valderice (TP), ucciso in un agguato, mentre si trovava alla guida della sua auto.

Venerdì 26 marzo ore 15
Facoltà di Sociologia, Aula kessler - Via Verdi 26, Trento

Interventi

Saluto introduttivo: Bruno Dallago, Preside Facoltà di Sociologia
Presiede: Stefano Graiff, Vicepresidente della Fondazione Museo storico del Trentino

Marco Boato: L’impegno politico di Mauro Rostagno e l’esperienza trentina

Vincenzo Calì: La contestazione: spunti per una lettura critica dai documenti del Centro di
documentazione «Mauro Rostagno»

Riccardo Scartezzini: Mauro Rostagno studente: le letture e la formazione

Enrico Deaglio: L’esperienza siciliana e la riapertura dell’inchiesta sull’omicidio per mafia di
Mauro Rostagno


Sabato 27 marzo ore 21
Teatro San Marco - via San Bernardino 8, Trento

Un uomo vestito di bianco
a cura di A.C.T.A.S. Associazione culturale e teatrale «Altiero Spinelli» di Torino

Testo e regia Adriana Castellucci

Attori Chiara Bosco, Marta Campigotto, Giulia Cotugno, Francesco Marabeti, Gabriele Pupo
Cantante e musicisti Alina Carbune, Leonardo De Bortoli, Giulia Provenzano
Tecnico suono Andrea Polito
Tecnico luci Michele Di Rocco
Testo e regia Adriana Castellucci

Lo spettacolo corre sul filo della memoria per dipanare la trama
dell’ esistenza irrequieta e generosa di Mauro Rostagno: da Torino
a Trento, a Palermo, a Milano, a Poona in India, fino a Trapani,
città in cui avviò come giornalista televisivo una stagione di forte
impegno nella lotta alla mafia. Con questa iniziativa «A.C.T.A.S
Teatro» appoggia la proposta di Libera di intitolare a Mauro un
ponte a Torino. Rostagno è stato davvero un «ponte» nel cercare
di unire non soltanto due regioni geograficamente distanti, il
Piemonte e la Sicilia, ma anche due culture, due mondi diversi
quanto profondamente italiani. Sociologo poliedrico, militante politico,
giornalista «d’assalto», psicoterapeuta, la figura di Mauro
Rostagno sfugge ad ogni definizione e, a vent’anni dalla sua uccisione,
ancora incanta e coinvolge i giovani d’oggi per il fascino di
un’esistenza vissuta con autenticità ed onestà intellettuale, sino
al tragico epilogo dell’agguato mafioso, tuttora rimasto impunito.

La Fondazione Museo storico del Trentino ospita il Centro
di documentazione sui movimenti politici e sociali
degli anni sessanta-settanta del Novecento dedicato a
Mauro Rostagno. La sua istituzione, inizialmente presso
il Museo storico in Trento, nel 1988, ha tratto alimento
da due specifici avvenimenti accaduti in quell’anno:
dapprima l’incontro, presso la facoltà di Sociologia a
Trento, di ex studenti che avevano partecipato, presso
la stessa facoltà, al movimento del ’68, e successivamente,
pochi mesi dopo, l’uccisione per mano della
mafia, di Rostagno, uno dei leaders di quel movimento.
Nel Centro confluirono inizialmente l’archivio della rivista
Uomo Città Territorio che conteneva anche parte
dell’archivio di Lotta Continua a Trento e altri materiali
appartenuti a diversi leaders studenteschi, associazioni,
movimenti e partiti politici.
Dall’anno della sua fondazione il Centro ha prestato particolare cura nel recupero di documentazione relativa alle tematiche di suo interesse.
In questo modo sono stati raccolti fino ad oggi circa 40
fondi archivistici e bibliografici donati da persone, partiti
e associazioni. Per approfondimenti consultare il sito
www.museostorico.it alla pagina Archivi e collezioni/Centro
di documentazione

Info: 0461.230482 –
info@museostorico.it


22 marzo 2010

OGM: è passato il NO al Mais MON810

La firma del decreto da parte del ministro Zaia, ha seguito il voto unanime della “Commissione sementi geneticamente modificate” istituita presso il ministero delle Politiche agricole. In tale Commissione sono rappresentati:Il Ministro delle Politiche agricole, Il Ministro dell’Ambiente, Il Ministro della Salute, Le regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto.

Il voto unanime ha negato il 18 marzo l’autorizzazione all’iscrizione del mais gm MON810 nel registro delle sementi. Come ha dichiarato il Ministro Zaia, è un momento storico per l’agricoltura italiana, che mette fine al lungo dibattito iniziato con l’annuncio della presentazione delle linee guida per la coesistenza a fine gennaio scorso. L’Italia potrà, anche in futuro, vietando con la stessa procedura la coltivazione di altri Ogm:

- salvare il suo patrimonio agricolo basato su colture tipiche e prodotti di qualità ed evitare in tal modo un grave danno all’economia nazionale.

- tutelare i suoi cittadini consentendo la scelta del biologico ed impedendo che un uso 4 volte maggiore di sostanze chimiche – tale è infatti il loro uso con gli Ogm – rechi danno alla salute di tutti, in particolare dei più deboli come i bambini, sempre più colpiti dai tumori e dalle malattie neurodegenerative.

- tutelare la nostra sovranità (autonomia) alimentare impedendo che la produzione e commercializzazione del cibo passino nelle mani di tre o quattro multinazionali insieme al controllo del mercato alimentare non solo nostro, ma del mondo intero. “Gli Ogm - dichiara Fabrizia Pratesi, coordinatrice del Comitato Scientifico EQUIVITA - si sono fatti strada con promesse sulla produttività e sulla sostenibilità mai realizzate (al contrario ribaltate) e con mezzi spesso illegali. Il loro declino, cui stiamo assistendo (ad esempio, la riduzione delle superfici coltivate in UE), è dovuto all’assenza di loro caratteristiche migliorative e ancor più alla presa di coscienza di cittadini ed agricoltori, fino a poco fa inconsapevoli della strategia economica che si celava dietro ad essi.

Una strategia oggi a tutti chiara: quella della privatizzazione del “bene comune” più importante, la materia vivente del pianeta. Tale privatizzazione, ottenuta per mezzo dei brevetti usando il pretesto della modifica genetica, consente di riscuotere diritti ad ogni ciclo riproduttivo. Oggi le multinazionali pretendono di ottenere i brevetti su piante e animali anche senza introdurre una modifica genetica”. (vedi http://www.keinpatent.de/?id=138&L=5) ...

( dal comunicato del Comitato Scientifico EQUIVITA )

21 marzo 2010

Città di Transizione (Transition Towns): cosa sono

Le Città di Transizione (Transition Towns) rappresentano un movimento fondato in Irlanda a Kinsale e in Inghilterra a Totnes dall'ambientalista Rob Hopkins negli anni 2005 e 2006. L'obiettivo del progetto è di preparare le comunità ad affrontare la doppia sfida costituita dal sommarsi del riscaldamento globale e del picco del petrolio. Il movimento è attualmente in rapida crescita e conta comunità affiliate in molte parti del mondo.

Il concetto di Transizione matura dal lavoro fatto da Rob Hopkins (esperto di permacultura) assieme agli studenti del Kinsale Further Education College, culminato in un saggio dal titolo Energy Descent Action Plan. Questo tratta di approcci multidisciplinari e creativi riguardo a produzione di energia, salute, educazione, economia e agricoltura, sotto forma di "road map" verso un futuro sostenibile per la Città.
Uno degli studenti, Louise Rooney, ha poi ulteriormente sviluppato il concetto di Città di Transizione e lo ha presentato al Kinsale Town Council, il quale con una storica decisione ha adottato il piano e lavora oggi alla propria indipendenza energetica.
L'idea è stata poi riformulata ed espansa nel settembre 2006 per la città nativa di Hopkins, Totnes, dove egli oggi vive. L'iniziativa ha avuto rapida diffusione e, alla data del 25 aprile 2008, si segnalano oltre cinquanta comunità riconosciute ufficialmente come Transition Towns[1] in Regno Unito, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda ed Italia. L'appellativo "città" rappresenta in realtà comunità di diverse dimensioni, da piccoli villaggi (Kinsale) a distretti (Penwith) fino a vere e proprie città (Brixton). In Italia l'unica città riconosciuta ufficialmente in transizione è Monteveglio [2

Lo scopo principale del progetto è quello di elevare la consapevolezza rispetto a temi di insediamento sostenibile e preparare alla flessibilità richiesta dai mutamenti in corso. Le comunità sono incoraggiate a ricercare metodi per ridurre l'utilizzo di energia ed incrementare la propria autonomia a tutti i livelli. Esempi di iniziative riguardano la creazione di orti comuni, riciclaggio di materie di scarto come materia prima per altre filiere produttive, o semplicemente la riparazione di vecchi oggetti non più funzionanti in luogo della loro dismissione come rifiuti. [3]

Sebbene gli obiettivi generali rimangano invariati, i metodi operativi utilizzati possono cambiare. Per esempio Totnes ha introdotto una propria moneta locale, il Totnes pound, che è spendibile nei negozi e presso le attività commerciali locali. Questo aiuta a ridurre le "food miles" (distanza percorsa dal cibo prima di essere consumato, causa di inquinamento e dispendio energetico) e supporta l'economia locale.[4] La stessa idea di moneta locale verrà introdotta in tre Transition Towns gallesi. [5]

Fulcro del movimento delle Transition Town è l'idea che una vita senza petrolio può in realtà essere più godibile e soddisfacente dell'attuale. "Ragionando fuori dallo schema corrente, possiamo in realtà riconoscere che la fine dell'era di petrolio a basso costo è un'opportunità piuttosto che una minaccia, e possiamo progettare la futura era a bassa emissione di anidride cabonica come epoca fiorente, caratterizzata da flessibilità e abbondanza - un posto molto migliore in cui vivere dell'attuale epoca di consumo alienante basato sull'avidità, sulla guerra e sul mito di crescita infinita".[6]

Il numero di comunità coinvolte nel progetto è in costante crescita, con molte città prossime alla "ufficializzazione". [7][8] Il movimento riceve sempre maggiore attenzione da parte dei media grazie alla propria rapida crescita.

da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Europe ecologie: I metodi di “Net-campaining” d’Obama applicati agli europei.

da netpolitique.net

La campagna europea 2009 non ha suscitato un grande interesse da parte dei francesi, ma permette oggi di tracciare un primo quadro della politica attraverso il web a tre anni dalle elezioni nazionali, le presidenziali del 2012.Per le elezioni europee, tutte le parti si sono impegnate ad seguire un metodo inspirato dalle strategie della campagna di Obama negli USA. Due forze politiche, Europe Ecologie e Libertas, sembrano aver avuto successo utilizzando uno strumento che merita un’analisi.

Si tratta, come è noto, dello strumento del “social network” e l’importanza del collegamento tra online e l’offline, che sono stati utilizzati dalle forze politiche francesi. Europe Ecologie è per definizione un’aggregazione che trova su internet il nocciolo della sua organizzazione, mentre Libertas partito d’opposizione si è servito di internet in maniera più aggressiva.

Facciamo oggi una prima analisi con l’intervista a Benoit Thieulin, dell’agenzia web Netscouade, che ha contribuito alla costruzione dell’eco-social network di Europe Ecologie.


Netpolitique: Secondo voi la campagna elettorale é stata organizzata nelle piazze oppure su internet?

Benoit Thieullin: La grande intuizione della campagna elettorale di Obama, é di avere utilizzato Internet come uno strumento organizzativo della campagna stessa, sia online che nelle piazze. L’organizzazione della campagna é quasi “scritta nel codice” del programma come direbbe Lessig. Si confondono tra loro, di volta in volta, la direzione della campagna, il social network, l’organizzazione locale dei volontari. Europe Ecologie é senza dubbio la prima applicazione in Francia del metodo di “campaining” perfezionato dalla squadra di Obama. Invece con Libertas le iniziative erano probabilmente le più innovative, ma che non hanno trovato i militanti all’altezza di questi strumenti (Joe Trippi e Arnaud Dassier: “non potevano non darci qualcosa!”).Europe Ecologie, con i suoi 14.000 volontari, i suoi centinai di gruppi tematici e locali, le sue migliaia di iniziative organizzate con l’aiuto del sito internet, e delle centinaia di proposte online (azioni come il Libdub hanno avuto un grande successo) è superiore agli altri “social network” della Campagna elettorale per le elezioni europee. Le sue iniziative non sono dunque limitate a questo nuovo spazio sociale che è costituito da internet: il sito internet d’Europe Ecologie é stato nella pratica lo strumento degli attivisti.Come con Obama, il sito internet è stato utilizzato per organizzare e coordinare la campagna elettorale così bene sia sulle piazze “fisiche” sia sulle piazze “digitali”. La fusione degli strumenti “off-line” e “on-line” é stata totale.


Netpolitique: Avete adottato una strategia che ha investito ampiamente il settore delle reti (Skyblog, Myspace, Facebook, SL). Qual è stata la parte degli attivisti?

Benoit Thieulin: Matthieu Lerondeau e Thomas Lecourbe (La Netscouade) hanno organizzato, all’inizio della campagna di Europe Ecologie, molti appuntamenti di sensibilizzazione e di formazione nel corso dei quali é stata organizzata la campagna su internet. Dopo il lancio del sito internet: un vero e proprio “ecosistema sociale” si è lavorato sul sito stesso per collegarlo agli altri spazi sulla rete: è stato creato un canale video su Dailymotion, sono stati animati dei gruppi su Facebook, una buona parte dei militanti e di certi candidati sono stati presenti su Twitter, sul sito sono stati realizzati dei sistemi di aggregazione dei contatti su Twitter, poi in seguito, delle pagine su Myspace, su Skyblog, e di uno spazio su SecondLife, ecc.Mentre l’agenzia ha lanciato subito i profili della campagna elettorale su Facebook e su Twitter, gli altri spazi su Skyblog, Myspace e SecondLife sono stati animati dagli Ecologeeks, un gruppo informale animato da Fred Neau, il responsabile internet della campagna. Le loro azioni sono state essenziali per il successo di questa campagna .


Netpolitique: Sul sito ci sono 500 gruppi e 13.000 iscritti al social network, potete darci altre cifre che riguardano la partecipazione? (attività degli iscritti, realizzazione di iniziative) avete altre riflessioni?

Benoit Thieulin: Durante il periodo della campagna elettorale ci sono state più di un migliaio di iniziative, manifestazioni, cene elettorali e assemblee pubbliche nei bar e nei circoli. Sappiamo che queste iniziative sono state animate dagli attivisti attraverso il social network. Il sito EuropeEcologie.fr é diventato, durante la campagna, il principale forum e luogo d’incontro tra tutti gli ecologisti di ogni provenienza.


Netpolitique: Su cosa continuerete a investire le vostre energie tra i differenti social network (Twitter, per i nomi di spicco, Facebook, ecc…) dopo la campagna? Continuerete ad impegnarvi su tutto o farete una selezione?

Benoit Thieulin: Questo è stato un punto chiave nei fattori di riuscita di questa “campagna online”: ovvero i dirigenti, i candidati, i politici come i volontari o i militanti siano tutti diventati pratici di questi strumenti. Il successo di Obama dipende anche della sua personale pratica di internet, cosa che ha garantito l’ottima riuscita delle sue mosse.Essere su Twitter o su un blog era una condizione non negoziabile per i principali candidati e per i dirigenti della campagna. (ndr: Benoit sorride) Tutti si sono impegnati, d’altronde… Pascal Durant, direttore della campagna e autore poco conosciuto di questa vittoria, incoraggia i responsabili del movimento e i nuovi eletti a mantenere o a sviluppare il loro coinvolgimento su internet: in particolare su Twitter, che può diventare un vero strumento di trasparenza e di collegamento con gli elettori, o su tutte le forme di presenza della “comunità” che si é creata durante la campagna di Europe Ecologie.


Netpolitique: C’é stato un vantaggio per chi usava il web? Siete stati i primi ad affermare una presenza su internet durante la campagna, qual è stato il vantaggio sui vostri concorrenti?
Benoit Thieulin: Certamente, per una ragione molto semplice: internet è un media asincrono, decentralizzzato, dove il lento e laborioso si radica e prende piede. A maggior ragione nel caso di questa lista. Il lancio anticipato della campagna elettorale da fine settembre era una delle condizioni per una campagna ambiziosa su internet: ha permesso il reclutamento di una buona base di utilizzatori, ha garantito il tempo per la discussione sul programma della lista, ed infine ha dato alle reti vicine ai verdi e agli altri componenti dell’alleanza, il tempo di collegarsi al sito, che é di gran lunga il più linkato alla reti sociali sul web.Risultato concreto: il sito è stato citato e linkato quasi 50.000 volte sul web, un punteggio due volte superiore a quelle delle liste concorrenziali.

Netpolitique: cosa avete imparato dalla campagna di Obama sul web? cos’avete messo in pratica e perché?
Benoit Thieulin: la campagna ha imparato a pianificato il proposito di consegnare ai nostri militanti uno strumento d’organizzazione e di valorizzazione della comunità ecologista a livello locale. E’ la principale idea che ci ha inspirato la campagna elettorale di Obama. Certo, rimane molta strada da fare, in tutti i partiti d’altronde, perchè la disciplina e l’organizzazione della campagna on line come dal vivo raggiunga quella dei candidati democratici alle elezioni presidenziali. Ma quest’idea di delegare una parte della campagna ai simpatizzanti e di incoraggiare le iniziative ha già preso forma durante la campagna d’Europe Ecologie.

Netpolitique: la comunicazione online d’Europe Ecologie mette in risalto il valore collettivo dell’incontrarsi: un Lipdub (ndr: un video molto partecipato con voci sincronizzate) con Eva Jolye e Daniel Cohn-Bendit come ospiti d’onore, blog collettivi dei candidati capilista, ecc…. Come continuerete a fare vivere questo spirito collettivo dopo le elezioni?

Benoit Thieulin: José Bové, Yannick Jadot, Pascal Durant cantano anche loro la canzone! (ndr: Benoit ride) Può darsi che ve ne ricorderete: dimostrare che questa aggregazione è stata possibile è stato uno dei principali scopi dall’inizio della campagna. In rete, il “Raduno per Europe Ecologie” ha perfettamente illustrato la complementarietà dei suoi differenti componenti e dei capilista – sul blog collettivo, in particolare, e nei post e nei commenti dove i candidati e i militanti non si sono mai censurati!

Netpolitique: La questioni dei bonus e dei sussidi: avete osservato un picco di iscritti o di adesioni sul sito dopo la diffusione del film Home di Yann Arthus Bertrand?

Benoit Thieulin: se ci atteniamo alle statistiche del sito, l’effetto della diffusione di “Home” sulla campagna é stato zero! Negli ultimi giorni della campagna, gli accessi al sito sono stati stabili, intorno ai 20.000 visitatori unici, da 200 a 300 nuovi contatti al giorno. Se c’è stato un picco di accessi al sito, l’abbiamo osservato piuttosto dopo la trasmissione “A voi giudicare ”


Netpolitique: qual’é la vostra conclusione personale?

Benoit Thieulin: uno dei fenomeni più interessanti di questa campagna é stata la rappresentazione, una volta di più, del ritorno al “dibattito pubblico” in politica e il suo riposizionamento grazie ad internet. La lista di Daniel Cohn-Bendit ha fatto una campagna nelle piazze e in profondità. Piuttosto controcorrente, d’altronde, rispetto al suo avvio, quando sono stati presi in giro per la loro ostinazione a parlare esclusivamente d’Europa e di Ecologia della Politica. Ragione in più, per riprendere il campo del dibattito pubblico grazie ad internet: portando il dibattito online ovunque dove fosse possibile e anche aiutandosi con internet per collegare riunioni, cene elettorali o altre iniziativa come dibattiti e incontri. Questa campagna dal vivo, di lungo periodo, e di fondo, ha vinto e rappresenta una volta di più dopo il dibattito referendario del 2005, le primarie socialiste del 2006, che i cittadini vogliono discutere e che Internet costituisce una canale di rinnovamento e di riposizionamento del dibattito pubblico su nuove forme e dentro un nuovo spazio.

traduzione di Vincente Orlando e
Gabriele Volpi ( libero gruppo di traduzione di indipendenzaenergetica.it )

19 marzo 2010

Francia: domenica secondo turno delle regionali

di Massimo Marino

Domenica 21 si svolge il secondo turno delle elezioni nelle 22 regioni francesi e nelle 4 ex colonie, ad una settimana dal primo voto i cui risultati si possono riassumere in 4 punti:

1) Si è ripetuto il forte assenteismo già emerso alle elezioni europee; ben il 53% degli elettori si sono astenuti facendo dire a molti osservatori che “i francesi rifiutano i partiti e la politica classica “.

2) I socialisti, che governano, a volte con sinistre ed ecologisti, in quasi tutte le regioni (meno Alsazia e Corsica) risalgono dal risultato disastroso (16,4% ) delle europee e arrivano al 29,5 % superando i conservatori dell’UMP fermatisi al 26,3 %. Modesto il risultato del MoDem di Baryou ( circa il 4% ) praticamente fuori dal gioco, che si è orientato al voto verso la coalizione sinistra -ecologisti.

3) L’estrema destra lepenista arriva all’ 11,6 % (superando in 10 regioni la soglia del 10% che permette di presentarsi autonomamente come terza forza al secondo turno ) regalando sicuramente a sinistra ed ecologisti un certo numero di regioni.

4) Europa Ecologie con il 12,5 % si conferma il terzo partito francese ( malgrado la presenza di una seconda lista di verdi moderati che ha superato il 2 %); un buon successo che ha permesso di andare oltre il 10% in 12 regioni, fra le quali tutte quelle medio-grandi ( quindi con il pass per il secondo turno ) e comunque molto sopra il 5 % in altre 10 regioni ( quindi con la possibilità di avere eletti fondendosi nelle coalizioni). Un risultato che costringe i socialisti, per evitare i micidiali “triangolari”del secondo turno, di scendere a patti regione per regione con gli ecologisti sia sui programmi sia sugli eletti. La “fusione” al secondo turno fa nascere di fatto una nuova lista nella quale, in assenza di voto di preferenza, si concordano suddivisione e nomi del 25% degli eletti, che i vincitori ottengono come premio di maggioranza.

Secondo gli accordi, che coinvolgono anche la federazione delle sinistre, FDG (6%) gli ecologisti dovrebbero avere un quarto del premio oltre a quelli eletti direttamente con il sistema proporzionale. Particolarmente rilevante il successo degli ecologisti in Ile de France (Parigi) dove arrivano al 16,5% ed in Rhone Alpes (17,8%) , in Alsazia (15,6%), in Pays de la Loire e nei Midy Pyrenees (circa 13,5%).Secondo alcune stime, considerato che Socialisti, Sinistra ed Ecologisti dovrebbero conquistare tutte le regioni (con dubbi sull’Alsazia), Europa Ecologie dovrebbe ottenere complessivamente 250-300 consiglieri regionali.

Le trattative fra socialisti ed ecologisti avviatesi (giorno e notte) già da lunedì, si svolgono di fatto su un doppio binario: sul piano regionale dove le delegazioni locali dei due partiti concordano il programma e la spartizione degli eletti che la nuova lista ottiene come premio di maggioranza (il 25% del totale); sul piano nazionale dove gli ecologisti tentano di imporre alcune scelte di carattere generale sul tipo di sviluppo dell’industria, ma anche sulla cessazione dei finanziamenti regionali alle centrali nucleari, parecchie delle quali sono ferme da tempo per guasti e manutenzioni ; richiesta che fa imbestialire la locale confindustria nella quale il settore elettro-nucleare è potentissimo. Discussione che riguarda anche il progetto Iter (programma di ricerca sulla fusione termonucleare).

Nell’Ile de France (Parigi) dove il risultato dei verdi è stato particolarmente alto (16,5 %) al centro del confronto c’è la proposta di una nuova tariffazione per tutti i trasporti della regione con la quale gli ecologisti stanno ottenendo l’obiettivo di diffondere e rendere più efficiente e meno costoso il sistema di trasporti pubblici con una tariffa unica. Altra richiesta è quella di nuove regole per rendere più ecologiche le nuove abitazioni e fare lavori di coibentazione su quelle anteriori al 1975. Malgrado che in alcune regioni il confronto sia stato particolarmente duro, con aree socialiste decisamente anti-ambientaliste e ostili all’alleanza, alla fine si è trovato un accordo dappertutto con una residua difficoltà solo in Bretagne dove i socialisti si sono opposti all’alleanza fino all’ultimo.

Un caso a parte la regione Linguedoc Roussillon dove il presidente uscente, il socialista George Freche, in rotta con il suo partito e con gli ecologisti dopo essere stato accusato di razzismo ed antisemitismo, si è presentato di fatto con una lista propria che andrà al ballottaggio ed è stato definitivamente espulso dal partito e considerato “non più parte della sinistra “.

Un dato singolare è la situazione che si è determinata nelle trattative nazionali, condotte in gran parte dal “ triangolo rosa “. Sono infatti tre donne i segretari dei partiti “vincenti”: la socialista Martine Aubry , la verde Cecile Duflot, la comunista Marie-George Buffet. (nella foto)

Ma la vera incognita è quella della partecipazione al voto al secondo turno; i conservatori fanno appello disperato agli elettori astensionisti e a seguito dell’uccisione di un poliziotto da parte di un terrorista dell’ETA, tentano di buttarsi sul problema sicurezza interna anche con l’obiettivo di strappare voti all’estrema destra. Realisticamente però sembra che solo l’Alsazia all’estremo nord-est del paese sia ancora da considerare incerta.

Nessuno fa previsioni su quanti elettori andranno al voto.

ecolettera 45


18 marzo 2010

La Stampa Ambiente, il nuovo canale de LaStampa.it

LaStampa.it ha inaugurato La Stampa Ambiente, il nuovo canale incentrato su temi importanti e attuali quali l’ecologia, le energie rinnovabili, il clima, la natura, contraddistinto dall’alta qualità dei suoi contenuti.

Grazie agli articoli di qualità e ai frequenti aggiornamenti è possibile scoprire informazioni e dettagli su alcune delle questioni fondamentali per il Pianeta; gli articoli sono accompagnati da una ricca area multimediale: questa comprende video e gallerie fotografiche che raccontano in modo ancor più completo le emergenze affrontate dalla Terra

Sul canale sono presenti due approfondimenti speciali: “
Voce alla rete” dà spazio ai blog, riprendendo e aggregando i post online, mentre su “Voce agli esperti” è possibile leggere articoli scritti da professionisti specializzati come Mario Cucinella, architetto noto per l’attenzione alla progettazione sostenibile.Infine sono presenti anche i blog sull’ambiente tenuti dai giornalisti de La Stampa.

La Stampa Ambiente si propone come punto di riferimento per chiunque desideri conoscere e rimanere aggiornato su ecologia, clima e natura, e raggruppa tutte le notizie, i video e le fotografie rendendoli d’immediata consultazione.



16 marzo 2010

Francia, anche nucleare ed Iter nelle trattative tra Socialisti ed Europe Ecologie

I negoziati tra Partito Socialista francese (Ps), Europe Ecologie e Front de gauche (comunisti e partiti di sinistra) per il secondo turno delle regionali avrebbero raggiunto un accordo, anche se rimangono elementi da chiarire. La segretaria dei verdi, Cécile Duflot, ha spiegato che ci sarebbe «un accordo dappertutto salvo in Bretagna».

I negoziati tra Ps e Europe Ecologie per il secondo turno hanno toccato anche il tema della « vacca sacra» della sinistra tradizionale e della destra francese: il nucleare. La capolista verde nella Provenza-Alpi-Costa Azzurra (Paca Laurence Vichnievsky, che ha ottenuto il 10,92% dei voti, ieri ha detto che i nergoziati con i socialisti procedono bene e secondo Vichnievsky Europe Ecologie avrebbe ottenuto «Che non ci siano più nuove sovvenzioni del Consiglio regionale al progetto Iter (programma di ricerca sulla fusione termonucleare). Ho anche ricevuto l'assicurazione che un finanziamento verrà dedicato all'avvio di un programma per l'isolamento termico degli edifici di prima del 1975», una delle richieste contenute nel programma ecologista. Un altro punto di discussione per il futuro governo della Paca è quello dei finanziamenti accordati dalla regione al trasporto su strada. Oggi il presidente socialista della regione, Michel Vauzelle, ha annunciato la firma dell'accordo con Euroope Ecologie.Il nucleare è un ostacolo per le trattative a sinistra anche in Borgogna, dove esiste il polo nucleare e in Basse-Normandie dove è in costruzione il reattore Epr. Il capolista del centro-destra in Basse-Normandie, Jean-François Le Grand, punta proprio su queste divisioni per cercare di scompaginare l'elettorato di sinistra, ma l'arrivo di Europe Ecologie in tutti i governi regionali è visto dall'industria nucleare francese come una delle cose peggiori che potessero capitare.

Si annunciano tempi duri per il "rinascimento" nucleare che partendo dalla Francia doveva estendersi all'Italia ed al mondo. L'obiettivo più impellente per la sinistra è però quello di evitare i «triangulaires», cioè la presentazioni di liste di Europe Ecologie accanto a quelle del Ps e della Destra in Bretagna, Limousin e Nord-Pas-de-Calais, dove i candidati socialisti non sono ben visti dagli ambientalisti e viceversa. L'accordo è già saltato in Bretagna, dove il presidente socialista uscente, Jean-Yves Le Drian, si è rifiutato di discutere con la lista di Europe Ecologie. Un altro punto di confronto duro è quello della Languedoc-Roussillon dove i socialisti hanno già detto che voteranno per il presidente uscente, il loro dissidente Georges Frêche noto per le sue sparate populiste ed antiambientaliste, mentre il sindaco verde di Bègles, ha chiesto agli elettori di non votarlo: «In Languedoc-Roussillon non c'è una lista di sinistra, c'è una lista Frêche e la destra». I socialisti hanno già annunciato «Un accordo nazionale», ma il numero due dei verdi, Jean-Vincent Placé, stamattina invitava ancora a moderare gli entusiasmi: «Attualmente, mentre parliamo, c'è una volontà comune di un accordo in tutte le regioni con il principio della proporzionale (25% dei seggi ad Europe Ecologie, ndr) e degli avanzamenti sulla governabilità. Ma come possiamo parlare di accordo nazionale mentre in delle regioni come l'Ile-de-Franc si discute ancora?».

Comunque anche gli ecologisti parlano di «piccoli incidenti comprensibili dopo lunghe ore faticose».Secondo i verdi il PS nazionale non vuole essere al traino dei presidenti delle regioni che hanno già annunciato accordi locali come in Alsazia, Lorena, Paca, Poitou-Charentes, Midi-Pyrénées. Con gli accordi Europe Ecologie dovrebbe passare da 168 a 270 consiglieri regionali.Il vero leader di Europe Ecologie, Daniel Cohn-Bendit, ha detto a Canal+ che la costituzione di liste unitarie con il Ps al secondo turno si basa «Sul mutuo rispetto gli uni degli altri. Quando si è fatto il 30%, non si ha il 50%. Non ci sarà maggioranza se non ci sarà l'unione al secondo giro, e perché ci sia l'unione occorre il mutuo rispetto l'uno degli altri. Non ci saranno "triangulaire" con i verdi».
da Greenreport ( Umberto Mazzantini )

Elezioni in Francia : risultati nella regione ILE DE FRANCE ( Parigi )

I risultati nella regione ILE DE FRANCE (Parigi)
6,8 milioni di iscritti al voto,
2,9 milioni di voti espressi,
(56% di astenuti)
ed un commento da Le Monde

Cecile Duflot capolista di Europe Ecologie in Ile de France

Ile-de-France : bataille en rose, vert et rouge
LE MONDE 15.03.10 14h18 • Mis à jour le 15.03.10

Le lieu de la négociation a soigneusement été tenu secret. Ceux-là même qui devaient y participer n'en ont été informés que tard dans la soirée par SMS. Et priés de ne rien dire à la presse.En Ile-de-France, les délégations PS et Verts-Europe Ecologie ont entamé, dans un hôtel parisien, dimanche 14 mars, un marathon censé se terminer mardi à midi par la présentation de listes fusionnées et d'un projet commun pour l'Ile-de-France, en vue du second tour. Une sérieuse dose de bonne volonté affichée de part et d'autre n'était pas superflue pour venir à bout d'une situation compliquée.

Avec 16,58 % des voix, Europe Ecologie réalise un score supérieur à sa moyenne nationale et le PS l'un de ses moins bons (25,26 %). "C'est en Ile-de-France que le rapport de force nous est le plus favorable", assure Jean-Vincent Placé, numéro deux des Verts et directeur de campagne de Cécile Duflot, candidate d'Europe Ecologie. Les écologistes veulent être traités par le PS comme des "partenaires", mais "nous ne demanderons pas un siège de plus que ce que nous pouvons obtenir sur la base de la proportionnelle des résultats", prévenait M. Placé, soucieux de donner l'image d'un allié responsable plus enclin au compromis qu'à la menace de se maintenir au second tour en cas d'achoppement des pourparlers. "Le temps de l'unité est revenu. Dès ce soir, nous construisons l'alliance", a déclaré Jean-Paul Huchon, tête de liste PS, en saluant l'ancrage à gauche de la région grâce à une majorité rose, verte et rouge. Le Front de gauche, qui a obtenu 6,55 % des voix, devait entamer des négociations bilatérales avec le PS, lundi. M. Huchon s'est dit d'accord avec les écologistes pour appliquer la règle de la proportionnelle des résultats au cours des négociations. Sur cette base et selon les estimations des Verts, l'ensemble des candidats élus sur les listes Huchon obtiendraient un peu plus de 70 sièges contre actuellement 60 PS et apparentés. Mais dans le cadre de leur accord avec le PS, le Parti radical de gauche et les amis de Robert Hue, ex-PCF et candidat dans le Val-d'Oise, ont reçu l'assurance qu'ils pourraient constituer un groupe. Du coup, "il est probable que le groupe PS pur jus ne sera pas sensiblement plus important que dans l'actuelle mandature", concédait dimanche M. Huchon.

Les Verts et Europe Ecologie peuvent, en revanche, espérer quasiment doubler le nombre de leurs sièges et passer ainsi de 28 élus à une petite cinquantaine. "Nous pourrions avoir un groupe au moins égal à celui du PS, voire devenir le premier groupe de la majorité de gauche", espère M. Placé. "Les Franciliens ont indiqué leur volonté d'avoir un président socialiste à la région, mais aussi leur souhait de voir mises en oeuvre des politiques publiques écologiques", poursuit l'actuel président du groupe Vert à la région. Les négociations pour parvenir à un projet commun sont sans doute les plus ardues. Les écologistes veulent peser sur les compétences stratégiques de la région notamment sur le volet des transports. Cécile Duflot a proposé que la région adopte un passe Navigo unique pour tous les usagers du réseau de métro, bus, RER, tramway d'Ile-de-France au prix de 65 euros. Serait ainsi supprimée la tarification en six zones qui s'échelonne entre 56,60 euros pour les Parisiens et 123,60 euros pour les habitants de la grande couronne. Cette mesure coûterait, selon les Verts, 152 millions d'euros. Mais elle a été estimée à 600 millions d'euros par M. Huchon qui l'a écartée la jugeant trop onéreuse. Le président socialiste sortant a, de son côté, pris l'engagement d'investir massivement à la tête du Syndicat des transports d'Ile-de-France pour améliorer le réseau des transports. "Je ne suis pas décidé à adopter le passe Navigo unique mais bien prêt à engager une réflexion sur la réforme de la tarification", confiait-il, dimanche. Europe Ecologie espère faire évoluer le PS avec l'aide du Front de gauche qui a proposé une carte Navigo unique à 56,60 euros avec gratuité pour les chômeurs et travailleurs pauvres. Pour infléchir les orientations de la région, les écologistes souhaitent obtenir davantage de postes de vice-présidents "à gros budget" dans le futur exécutif. M. Placé pourrait ainsi proposer sa candidature au poste de premier vice-président, responsabilité aujourd'hui exercée par Marie-Pierre de La Gontrie, élue (PS). Sur les quinze postes de vice-présidents à la région, les écologistes espéraient dimanche pouvoir en obtenir six contre trois aujourd'hui. Les six escomptés seraient répartis entre trois Verts et trois Europe Ecologie.

Emmanuelle Cosse, ancienne présidente de l'association Act Up et numéro deux sur la liste à Paris, pourrait être appelée à des responsabilités ainsi qu'Hélène Gassin, candidate dans les Hauts-de-Seine et ex-membre de Greenpeace. Après avoir laissé entendre qu'il était candidat au poste de vice-président chargé du logement, Augustin Legrand, président de l'association Les enfants de Don Quichotte semble y avoir renoncé. "C'est moi qui choisis les vice-présidents et je souhaite des personnes capables de gérer seules les dossiers", a prévenu M. Huchon, dimanche. Cécile Duflot a, de son côté, annoncé à ses troupes, samedi, qu'elle souhaitait devenir présidente du groupe des Verts-Europe Ecologie à la région. Ce qui lui permettra de jouer un rôle d'animation politique au niveau régional en parallèle de ses fonctions de secrétaire nationale des Verts.
( Béatrice Jérôme su Le monde)
(in settimana un commento generale sul primo turno delle elezioni regionali francesi)

10 marzo 2010

Green energy solution (G E S)

Il blog di " Green energy solution ", www.greenenergysolution.wordpress.com/ vuole essere di riferimento per tutte le aziende, gli operatori e a tutti coloro che sono interessati allo sviluppo delle energie rinnovabili, all’emission trading e alla sostenibilità ambientale in Italia, con un occhio verso l’Europa, con un orecchio rivolto al Mercato Asiatico e agli Stati Uniti.
Il blog vuole essere uno strumento informativo e formativo sui temi dell’energia ed intende contribuire a creare una cultura condivisa analizzando le molte dimensioni delle scelte energetiche e delle loro connessioni:
notizie tematiche di agenzia in tempo reale, filmati e video interviste, aggiornamenti e approfondimenti sulle principali e attuali questioni energetiche, opinioni autorevoli che arricchiscono e ampliano i punti di vista dei dibattiti nazionali o locali, contestualizzazioni degli argomenti, documenti di riferimento sempre aggiornati
Il portale è realizzato da
Green Energy Solution


Green Energy Solution progetta, installa e gestisce impianti ad energia rinnovabile, tra cui impianti eolici, fotovoltaici, a biogas ed idroelettrici. GES e’ una dinamica societa’, fondata sulla passione di un gruppo di tecnici e ingegneri per il settore delle energie rinnovabili, per le applicazioni ad alto contenuto tecnologico e per l’ecologia.L’azienda nasce nel 2006 e si fonda su una “vision” che propone soluzioni impiantistiche “pulite”, “innovative” ed “intelligenti” che creino, quindi, valore sia per il cliente che per la azienda, e su una “mission” che porta GES ad essere un partner affidabile e competente a livello mondiale nel fornire soluzioni nel suo campo di applicazione…
( questo articolo ha carattere informativo: non è pubblicità, ne a pagamento ne gratuita)

Francia: si prepara una ribellione contro le banche...

I governatori di Europe Ecologie boicotteranno le banche che operano nei paradisi fiscali

In Francia si prepara una ribellione contro le banche. Le regioni che,dopo le elezioni regionali di marzo, saranno eventualmente guidate da Europe Ecologie, non faranno più ricorso ai servizi finanziari degli istituti di credito che hanno filiali nei paradisi fiscali. E, tra queste, ci sono ovviamente anche le quattro banche quotate alla Borsa di Parigi.

Ad affermarlo è stata Cécile Duflot, responsabile dei Verdi francesi, in una conferenza stampa tenuta simbolicamente di fronte alla sede di BNP Paribas, nella capitale transalpina. La clamorosa presa di posizione arriva a sei giorni dalle prossime elezioni regionali, come gesto per dimostrare che anche gli enti locali possono lottare contro i colossi finanziari che eludono il fisco. Insieme alla deputata Eva Joly - riferisce l’agenzia Reuters - la Duflot ha denunciato i prestiti contratti dal presidente socialista (uscente) della regione dell’Ile-de-France, il socialista Jean-Paul Huchon, attraverso il primo istituto di credito francese, che ha 250 filiali nei paradisi fiscali. “Tutti i presidenti delle regioni dovrebbero insistere su questo punto, orientandosi verso banche più etiche e verso una finanza pulita».
La dirigente dei Verdi ha spiegato che le regioni governate da Europe Ecologie si rivolgeranno alla Banque Postale o al Crédit Coopératif.

Secondo i dati riportati da Pierre Larrouturou, capolista della coalizione ecologista nell’Hauts de Seine, nei conti dell’Ile-de-France sono presenti 987 milioni di euro di prestiti, di cui 800 erogati da BNP Paribas.

Elezioni regionali: dove sono gli ecologisti?

di Massimo Marino e Maurizio Di Gregorio

In unico turno di voto il 28-29 marzo si svolgeranno le elezioni regionali in 13 regioni italiane: undici fra queste sono governate da coalizioni di centro-sinistra mentre il centro-destra governa Lombardia e Veneto. Stando ai sondaggi si ritiene che possano andare al centro-destra Campania e Calabria, (dove questo è alleato con l’UDC) e invece restino al centro-sinistra 5 regioni, Toscana, Emilia, Umbria, Marche, Basilicata.
Quattro regioni sono considerate “incerte”: Piemonte e Liguria (dove l’UDC è nel centro-sinistra), il Lazio (dove l’UDC è nel centro-destra), la Puglia (dove l’UDC si presenta da solo come in Lombardia, Veneto, Emilia,Toscana, Umbria).

E’ difficile individuare nei programmi delle due coalizioni e dei loro capofila PDL e PD, grandi differenze sostanziali di fondo: tranne che sul Nucleare, forse sul Ponte di Messina, sugli OGM e poco altro, PDL e PD sembrano convergere su molte importanti scelte nazionali: la TAV, i Termovalorizzatori per il problema dei rifiuti, alcune grandi opere inutili come motore dell’economia, una idea di sviluppo basato su una illusoria crescita infinita della domanda e del PIL e quindi la continua lottizzazione dello stato, dell’informazione e dell’economia.

In entrambi è scarsa o assente l’intenzione di modificare con vere proposte riformatrici le cinque gravi questioni che caratterizzano quella che abbiamo più volte chiamato l’anomalia italiana:
a) il Mercato del lavoro e il dilagare di precariato, disoccupazione e lavoro nero
b) l’Informazione lottizzata e invasa dai partiti
c) la Giustizia priva delle risorse per funzionare
d ) i costi della politica della Casta che non hanno eguali in nessun paese europeo
e) la riconquista alla Legalità di quelle parti del territorio e dell’economia controllate dalla criminalità mafiosa che è ormai stabilmente dilagata dal sud al nord del paese.

I due principali partiti, che rappresentano insieme solo il 50% degli elettori, sono stati travolti negli ultimi due anni da numerosi episodi di malapolitica, corruzione e totale incapacità di governo.

Il PDL ha risposto stravolgendo la democrazia italiana con varie norme giuridiche a proprio uso e consumo (in particolare per Berlusconi ma non solo). Il PD, dopo gli episodi che hanno coinvolto Del Turco, Bassolino, Marrazzo, dopo l’auto-eliminazione di Soru, e tanti altri episodi minori, ha concluso il rinnovamento durato due anni a base di primarie infinite cambiando tre segretari e approdando alla gestione Bersani.

Nel frattempo i due partiti hanno gestito insieme e di comune accordo tutte le modifiche istituzionali riguardanti il sistema elettorale (in particolare introducendo all’ultimo momento lo sbarramento alle elezioni europee) con le quali sinistra ed ecologisti sono stati spazzati via sia dal Parlamento nazionale che da quello europeo. Insieme hanno però clamorosamente fallito il golpe referendario con il quale si sarebbe instaurato in Italia un regime bipartitico forzato.

Se gli ultimi episodi attinenti alla presentazione delle liste hanno dato qualche spunto per imbastire qualche elemento di “scontro elettorale” non c’è dubbio che i temi di quella che indichiamo come anomalia italiana sono i veri problemi che condizionano pesantemente la vita di una parte rilevante della popolazione mentre una consistente e solida minoranza trova in questo degrado le ragioni del proprio successo e del proprio potere sulla società italiana.
Quali sono le novità degli ecologisti italiani, dopo lo straordinario successo in tutta Europa nelle recenti elezioni europee ?

Le novità sono desolanti: i Verdi che, con il congresso di ottobre 2009, avevano evitato la loro scomparsa, e avevano ripreso l’idea di una Costituente ecologista come nuovo progetto per il futuro, sono però rimasti bloccati nelle regionali incombenti e nell’incubo di alleanze e concorrenze con gli altri ecologisti: la loro presenza elettorale si è alla fine ridotta dappertutto, forse inevitabilmente , ad una sofferta adesione ulivista alle coalizioni con il PD con alcune varianti interne: in Campania e Puglia dove si presentano con la Federazione della sinistra (Rifondazione e Comunisti ), in Emilia con Sinistra e Libertà, in altre regioni con il solito simbolo; assenti in Umbria e Calabria. Qualche novità in Veneto con la lista IDEA ( Verdi e Movimento EticoSolidale nato dalla Banca Etica ), in Basilicata con una lista civica locale e soprattutto in Piemonte, con una lista Verdi-Civica in cui si è avuta una qualche reale aggregazione di forze diverse nella prospettiva della costituente, aggregazione che sarebbe stata anche più larga se varie interferenze non avessero reso la cosa impraticabile.

Un secondo partitino ecologista più radicale (di fatto questo è l’insieme di gruppi che fanno riferimento a Grillo) ha deciso di buttarsi nella scadenza elettorale come Movimento Cinque Stelle, alla fine riuscendoci in sole 5 regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia, Veneto, Campania) dove si presenta in aperta contrapposizione alle coalizioni “uliviste”, (compresa l’IDV che ne fa parte) e rifiutando per principio qualunque eventuale alleanza.
Sfida non da poco in quanto la conquista di un seggio, se richiede dentro le coalizioni maggiori l’1-2 %, per le liste autonome da accordi di coalizione richiede invece, a seconda delle regioni, mediamente quasi tre volte tanto…

Interessante la presenza nel Lazio della Rete dei Cittadini, un aggregato di gruppi e comitati locali, con elementi di novità unici nel panorama italiano, con una forte sensibilità ecologista e anticasta, anche se in una condizione svantaggiata che rende difficile un risultato.

Scarsa la presenza e la vocazione ecologista nelle liste di Sinistra e Libertà: a parte la limitata presenza di alcuni ex Verdi, rende perplessi l’incerta vocazione di questo gruppo, rapidamente ridimensionatosi: sorprendente la dichiarazione di Vendola, che abbiamo diffuso in video, in cui annuncia un anno fa la propria soddisfazione per aver avviato la costruzione di 5 inceneritori nella regione dove, dopo 5 anni di vendolismo, la raccolta differenziata è ferma al 14%.

Da citare il clamoroso buco dei Radicali che, a parte il tempismo perfetto che ha portato la Bonino a sostituire in Lazio un candidato PD, paralizzato dal dopo-Marrazzo, hanno fallito la raccolta delle firme in molte regioni; clamoroso il caso della Lombardia, dove comunque ad oggi è ancora impossibile capire quali liste saranno alla fine presenti.

Molti elettori daranno ancora la preferenza al partito-scatolone di Di Pietro dove convivono anime troppo diverse e l’unica peculiarità sembra essere, oltre l’antiberlusconismo, una idea di opposizione a parole e formalmente più radicale rispetto al PD.

Nulla da aggiungere riguardo al masochismo degli Ecodem, una frangia dell’ecologismo italiano finita nell’ombra, vittima della sua adesione ad un PD sempre più indifferente ai temi ecologisti.

Se si guarda però in profondità a quel variegato mondo così diffuso e frammentato che una volta veniva chiamato arcipelago ecologista e che oggi potrebbe essere forse meglio definito come una palude, si può dire che gli ecologisti nella scadenza elettorale non ci sono. Decine di gruppi, movimenti, micropartitini, associazioni e comitati vari stanno a guardare mentre annaspano in difficoltà con scarsa capacità a incontrarsi, a confrontarsi e tantomeno ad aggregarsi; insomma si può dire che gli ecologisti hanno perso il treno di una significativa e reale presenza alle elezioni.

Alcuni hanno indicato in lettere e documenti le ragioni della propria assenza con le più diverse motivazioni, nessuna convincente. Diffusa la tentazione, da tempo improduttiva, dell’astensione (esempio per tutti il movimento No Tav).

Decine di persone con un elevato livello di competenza e di esperienza, sempre nettamente al di sopra di quanto offre il penoso mercato delle liste dei partiti e che potrebbero svolgere un ruolo importante nelle istituzioni regionali restano quindi spettatori, invece che protagonisti, di una pessima e inesistente campagna elettorale dove, anche a causa di un’Informazione ben controllata, i temi ecologisti non hanno spazio.

Il Gruppo delle Cinque Terre è nato, sei mesi fa, proprio dalla costatazione della necessità di costruire un progetto di aggregazione dell’ecologismo italiano che è il problema da cui si parte: aggregazione di persone e gruppi che hanno una piccola parte di idee diverse ed una grande parte di cose comuni.
Da qui è nato il percorso che ci ha portato al Progetto dei 35 punti (la cui stesura è ancora in corso) e alla nascita del portale del Gruppo Cinque Terre (
http://www.gruppocinqueterre.it/) che, già oggi insieme ai blog collegati, a due mesi dalla nascita, è probabilmente il più visitato sito web, dopo il blog di Grillo, dell’area ecologista, tra più di 500 siti che, invece di comunicare fra loro, in gran parte si ignorano a vicenda.

Sebbene confusi da alcuni come una frazione dei Verdi, da altri come simpatizzanti di Grillo, oppure come un nuovo micropartitino nascente, il Gruppo delle Cinque Terre mantiene per la presente campagna elettorale sia equidistanza che apertura rispetto a tutte le presenze, elettorali e non, in cui si esprime l’insieme del mondo ecologista. Ci sembra il modo corretto di agire di un gruppo di pressione, una lobby ecologista che intende favorire una aggregazione larga, definirne nuovi elementi culturali ed elaborare proposte di nuove forme aggregative sul territorio, (ad esempio con gli Hub ecologisti, gli Ecovillaggi, l’uso innovativo del Web, la partecipazione orizzontale …. tutte cose per la verità non nuove e già diffuse e sperimentate dagli ecologisti in altri paesi).

Non nascondiamo la triste possibilità (incubo che si aggira nelle teste di molti, man mano che si precisano nei sondaggi i possibili risultati elettorali) che gli ecologisti nel loro insieme (assenti dalle elezioni e dentro o fuori dalle coalizioni) possano reciprocamente annullarsi ed essere spazzati via anche dalla gran parte delle Regioni italiane; ciò conferma la necessità e l’urgenza di ricominciare dopo 25 anni tutto da capo ed in un modo totalmente diverso: insomma, come ci dice Cohn Bendit, urge resettare tutto, ma proprio tutto, e ricominciare in modo diverso…
messaggio di Cohn Bendit ai verdi ed ecologisti italiani (7 marzo 2010)

2 marzo 2010

Francia: elezioni regionali del 14 e 21 marzo

Il terzo polo degli Ecologisti
alla verifica nelle 26 regioni francesi

di Massimo Marino


(nella foto la portavoce dei verdi Cecile Duflot )


Le elezioni regionali in Francia sono state anticipate al 14 marzo con il secondo turno il 21 e riguardano le 26 "regions" (22 in Francia, in aggiunta a Martinica, Guadalupa, Riunione, Guyana ). L'attuale sistema elettorale è stato adottato nel 2003 insieme all’introduzione dell’ euro, ma parte da quest’anno per garantire più stabilità ma anche rappresentatività nelle amministrazioni regionali che non hanno in Francia significativi poteri per legiferare.
Il nuovo sistema conferma il doppio turno; vanno al ballottaggio tutte le liste con almeno il 10% dei voti espressi, non degli elettori registrati, (“inscrits”) delle elezioni politiche. Tuttavia le liste che al primo turno ottengono almeno il 5% possono "fondersi" con una delle liste qualificate e la nuova lista al ballottaggio concorre al conteggio degli eletti. La lista vincente nel ballottaggio ottiene automaticamente un quarto dei seggi come premio di maggioranza, i rimanenti seggi sono attribuiti proporzionalmente su base regionale e poi suddivisi per “ sezione '' (dipartimenti) sulla base dei voti in ogni 'section'. Fa eccezione la Corsica dove la soglia è del 5%.

Gli elettori comunque non votano direttamente i candidati, ma una lista di candidati fissa decisa dal partito.



Il nuovo sistema elettorale è nato in qualche modo per contenere l’effetto devastante del Fronte Nazionale che nel 2004 andando al ballottaggio come terza lista ha fatto vincere praticamente dappertutto la sinistra (ad eccezione dell’ Alsazia..e della Corsica dove le sinistre sono da sempre profondamente divise). Verdi e PCF spesso hanno avuto liste comuni con il PS dal primo turno. Risultati imprevedibili invece oggi essendo che gli Ecologisti, sull’onda del successo alle elezioni europee (16,2%), hanno la possibilità di presentarsi da soli al primo turno, imporre i propri temi nella campagna elettorale e muoversi in totale autonomia dai Socialisti e dai tre principali gruppi della sinistra ( Comunisti ,Trotskisti e Lutte Ouvriere ) in pratica costituendo un forte “terzo polo”.
L’impegno principale dei verdi è stato quello di allargare ulteriormente le forze aggregate nell’area di Europe Ecologie, ad esempio ai gruppi autonomisti e federalisti; in Bretagna ad esempio assorbendo R e PS (Regions et Peuples Solidaries ), un importante forza autonomista brettone, con il sostegno di nomi significativi localmente ed a livello internazionale come il famoso cantante-musicista Alan Stivell.



La sinistra sembra riprendere fiato nella vita politica francese; a poche settimane dall'appuntamento delle regionali del 14 e 21 marzo, un sondaggio recente ha dato l'eventuale candidatura del socialista Dominique Strauss-Kahn, ora alla testa dell'FMI, come vincente alle elezioni presidenziali del 2012 contro Sarkozy, che sta toccando il fondo nel gradimento dell'opinione pubblica (31%).
Oggi 20 regioni su 22 hanno un presidente socialista; fanno eccezione l'Alsazia e la Corsica, due regioni anomale di Francia. Un sondaggio Sofres dice che l'UMP, il partito di Sarkozy, arriverebbe in testa al primo turno con il 30% dei voti, tallonato dal Partito socialista, con il 28%. Europa Ecologia, che aveva superato il 16% ed eguagliato il Ps , otterrebbe tra il 13 e il 16% (ma con il 60% invece del 40% di elettori attivi) Poi ci sarebbe il 6% del Front de gauche (PCF + Parti de gauche, una frazione dissidente uscita dal Ps), il 3,5% del Nuovo Partito anticapitalista (ex Lcr) e il 3% di Lutte ouvrière. Cioè, in totale, sinistra ed ecologisti decisamente sopra il 50% dei voti. E senza addizionare i voti potenziali del MoDem di François Bayrou, chiaramente anti-sarkozista e in qualche modo più rivolto verso sinistra del passato (il MoDem è in crisi, lontano dal 18,5% preso da Bayrou al primo turno della presidenziale del 2007, e anche dall'8,4% delle europee del 2009, con solo il 4% di consensi previsti per le prossime regionali).
Invece, a destra l'UMP non avrebbe alleati, risultando deleterio qualunque rapporto con il Fronte nazionale ( un sondaggio gli dà l'8,5% dei voti, a cui si aggiunge un 1% di «indipendenti di destra» ). La debolezza del Fronte nazionale, svuotato poco per volta dalla politica di Sarkozy fatta per attirare questo elettorato con leggi sulla sicurezza e dibattiti sull'identità nazionale, potrebbe però essere un ostacolo al piglia tutto di sinistra ed ecologisti. Nel 2004, furono difatti ben 17 “ triangolari” (cioè 17 regioni con tre liste, destra, sinistra-verdi e Fronte nazionale, arrivate al secondo turno) che permisero a sinistra e verdi di stravincere.
Oggi in molte regioni l’alleanza fra socialisti ed ecologisti già al primo turno è andata in fumo sia sul programma (nucleare ed altro) sia perchè questi ultimi chiedevano in alcuni casi il candidato-Presidente.


Dopo lo straordinario successo dei verdi alle europee del 2009 si ritiene che il PS dovrebbe recuperare almeno in parte l'egemonia (ma i sondaggi sottostimano sempre gli ecologisti). Importante la regione Ile de France, che comprende Parigi (che ha dato un risultato altissimo ad Europe Ecologie) dove i Verdi candidano da soli Cecile Duflot al primo turno in aperta “tensione” con i socialisti che ripresentano il presidente uscente Jean Paul Huchon e contro la destra con la notissima Valerie Pècresse dell’UMP. Un confronto a tre singolare che in qualche modo potrebbe decidere chi è alla fine il vincitore morale delle elezioni. Se al primo turno la Duflot superasse Huchon (i sondaggi li danno esattamente equivalenti nei confronti della Pècresse) e , quasi certamente, vincesse al secondo turno, la più grande regione francese (12 milioni di abitanti) sarebbe governata dagli Ecologisti.

http://dailymotion.virgilio.it/video/x8xteh_cécile-duflot-au-meeting-de-toulous_news
(Cecil Duflot portavoce dei verdi, aprile 2009)


Il governo cerca in questo periodo di minare la terra sotto i piedi ai governi regionali gestiti dall’opposizione. Nel recente dibattito sulla finanziaria, all'Assemblea Nazionale, il ministro del bilancio, Eric Woerth, ha accusato gli enti locali (cioè i socialisti che li governano tutti) di essere «spendaccioni», di aver aumentato le spese del 6%, mentre lo stato accumula un deficit di 149 milioni (in crescita del 27%) e un debito che quest'anno dovrebbe toccare l'85% del Pil. Le Regioni si difendono affermando che tutte le loro spese, a differenza di quelle dello Stato che sono correnti, sono investimenti per il futuro.

Sarkozy è però in grave difficoltà per i ripetuti scandali che hanno coinvolto il suo governo ( “ turismo sessuale” del ministro della Cultura Frederic Mitterrand, accuse di razzismo per il ministro degli Interni Brice Hortefeux , aspra battaglia giudiziaria contro l'ex primo ministro Dominique de Villepin, accuse a lui per il tentativo di sistemare il figlio come capo dell'agenzia incaricata del Quartiere degli affari di Parigi La Defense.

Facendosi carico delle aspettative dell'elettorato ampiamente disponibile ad ascoltare il discorso degli ecologisti, Sarkozy ha lanciato il tema dell'«ecologia popolare», esortando la coalizione di governo e l'UMP ad evitare di cadere nell'errore di lasciare il tema ambientale in mano alle opposizioni. L’argomento del presidente è quello di proporre una “ crescita durevole e sostenibile”, in contrapposizione ai temi molto radicali dei Verdi ed alla loro strategia orientata anche a sostenere l’idea della decrescita in alcuni settori. Sarkozy è costretto inoltre a riconoscere il nesso fra la condizione ambiente e la salute della popolazione.
Anche il Partito socialista teme il peso delle idee ecologiste, è scosso da forti litigi interni, addirittura potrebbe perdere una regione dove è egemone da tempo, il Languedoc-Roussillon, nel sud-ovest, dove il presidente uscente, Georges Frêche, è stato espulso recentemente dal partito.

A preoccupare i partiti di governo, è anche la percentuale di consenso, secondo i sondaggi, di cui gode il Fronte Nazionale in alcune zone della Francia, specie dove la religione musulmana è molto diffusa e il FN ha fatto della paura verso l'islam il cavallo di battaglia; qui l'estrema destra è accreditata di percentuali a due cifre con il rischio di avere il candidato lepenista al secondo turno con esiti disastrosi per i conservatori come già sperimentato nelle elezioni precedenti.
Singolare il modo in cui un tema delicato, come quello degli immigrati, in Francia come in Italia sia all’ordine del giorno ma usato lì come tema prioritario sia dagli Ecologisti che dalla sinistra e metta in difficoltà i Conservatori; in particolare il possibile voto agli immigrati nelle elezioni amministrative crea disagio soprattutto nella maggioranza di centrodestra.
Martine Aubry, la segretaria del Partito Socialista, ha preso ormai posizione apertamente a favore, dietro gli Ecologisti, annunciando l'intenzione di depositare all'Assemblea nazionale una proposta di legge per il voto agli stranieri. Il ministro dell'Immigrazione, Eric Besson, si è dichiarato favorevole a una legge di questo tipo, ma solo sul lungo termine, nell'orizzonte dei prossimi "dieci anni". Sarkozy si era già detto a favore di una legge per il diritto di voto agli immigrati, ma poi non aveva promosso alcuna iniziativa.


Va aggiunto un altro tema scottante, ma culturalmente ben più complesso, su cui infuria il dibattito: il divieto di indossare il burqa. Il premier, Francois Fillon, ha ribadito che il divieto del velo integrale deve passare per una "risoluzione", vale a dire una dichiarazione di principi in Parlamento, a cui si aggiungerebbero regole per la concreta applicazione della norma. Pur ricordando la sua ferma opposizione al burqa, posizione secondo noi condivisibile, la Aubry ha invece ribadito il suo "no" a una legge che lo vieti.

L’ultimo sondaggio di cui disponiamo ( Tns Sofres Logica ), realizzato tra il 1 e il 2 febbraio a sei settimane dalle elezioni dà alla somma di socialisti, estrema sinistra ed ecologisti il 53,5% dei voti, ai conservatori e alleati il 39,5%. Nel dettaglio la lista del partito del presidente Sarkozy, l’UMP insieme a quella di Nuovo Centro-Cpnt-Mpf avrebbero il 30%, il Partito socialista il 28%. Europe Ecologie il 16,3% (come alle europee ). Per la sinistra comunista e trotskista: Front de Gauche 6%, Nuovo partito anticapitalista di Olivier Besancenot 3,5%, Lotta operaia il 3%.
A destra si aggiungerebbero (ma difficili da sommare) i voti del Front National, 8,5%, e di altri piccoli partiti per l’1%.
Scarso il risultato del centrista Francois Bayrou: il MoDem ( che ha per un po’ affascinato in Italia Rutelli e altri PD ) , dimezzerebbe i voti al 4% rispetto alle legislative, e si allontanerebbe dal 18,6% ottenuto nelle presidenziali del 2007.

Un ultima osservazione riguarda l’informazione in Italia sulle elezioni francesi ; un informazione ormai profondamente impoverita: gli italiani non sanno nulla delle elezioni francesi che avverranno fra 10 giorni: semplicemente per i nostri “informatori” la Francia e le sue elezioni regionali non esistono, ..nessuno ne parla.

alcuni eventi della campagna elettorale regionale di Europe Ecologie:
http://www.youtube.com/watch?v=9fKcRC7Wq5E
Inizio campagna elezioni regionali di Europe Ecologie

http://www.youtube.com/watch?v=CQArA-Ltdig
proposta ticket a 1 euro per i trasporti di Europe Ecologie

http://www.youtube.com/watch?v=t5JwWrddabQ
Europe Ecologie AIN analizza l’acqua della Senna

http://www.youtube.com/watch?v=0Dn9fwGnAsE&feature=related
Europe Ecologie a Lille

Sul blog “ eco “
http://www.eco-ecoblog.blogspot.com/ si possono trovare numerosi interventi sulla Francia e gli Ecologisti fra i quali:

27 aprile 2009 - Francia: Ecologisti uniti alle europee
9 giugno 2009 – Il successo insperato degli ecologisti in Francia
27 giugno 2009- Intervista a Josè Bove