29 maggio 2010

Colombia: il verde Mockus presidente?

Colombia: il verde Mockus presidente ?

28 maggio 2010

Colombia: il verde Mockus vincerà le elezioni del 30 maggio?


di Massimo Marino


I sondaggi li danno alla pari, 38% e al quasi certo ballottaggio tra il Verde Antanas Mockus e la destra radicale di Juan Manuel Santos, successore e complice di Álvaro Uribe, vincerebbe il primo. Vi sono altri quattro candidati ma l’attesa è tutta per il politico non tradizionale, Mockus, ex rettore dell’Università di Bogotà ed ex sindaco della capitale che rappresenta il Partito Verde e che potrebbe cambiare i paradigmi politici di un paese in guerra da 62 anni.


Con 100.000 desaparecidos, migliaia di “ falsi positivi” ( persone inermi assassinate e fatte passare per guerriglieri per incassare il premio messo dal governo ), 3 milioni di rifugiati interni, 6 milioni di ettari di terra sottratti con la forza ai piccoli coltivatori per consegnarli all’agroindustria esportatrice, 70 parlamentari processati o in carcere per corruzione, i gruppi paramilitari e la vecchia estrema sinistra guerrigliera delle FARC che si finanzia anche con narcotraffico e i sequestri ( il più noto quello della verde Ingrid Betancourt rapita nel 2002 mentre svolgeva per i verdi la campagna elettorale e segregata per sei anni). Al centro 63% di poveri che ancora vivono in Colombia.


L’ultimo dibattito a CityTv ha sanzionato che i candidati alla presidenza sono solamente due: Mockus e Santos. Gustavo Petro, il candidato della sinistra è dato al 7%, il liberale Rafael Pardo al 4%. Mockus, che si dichiara “ne di destra ne di sinistra”,accusato di essere un estremista di sinistra dalla destra e guardato male dalla sinistra ortodossa, è il sindaco due volte eletto di Bogota ed il Partito Verde ( ex Partito verde-oxigeno) ha incassato decine di migliaia di persone ad ascoltare Mockus a Bogotà nell’ultimo comizio. Sono arrivati in bicicletta da tutto il paese, in maglietta verde con il girasole dei verdi e le bandiere.

Mockus fa leva sul cambiamento necessario nelle persone, nei rapporti interpersonali, nel costruire qualcosa di positivo sul lato buono delle persone. E’stato famoso per alcune iniziative clownesche come mostrare il fondoschiena ai suoi studenti che lo contestavano, fare la doccia in pubblico come sindaco mostrando il proprio sedere per indicare come risparmiare acqua ( il cui consumo si è ridotto nella capitale del 40% rapidamente). Ha mandato 500 mimi ai semafori per incentivare il rispetto del codice stradale. Ha istituito ronde notturne di poliziotte donne e disarmate per combattere, con la nonvilenza, la criminalità notturna riducendo gli omicidi del 70%.

Ha sostenuto che si può fare politica a favore anche dei più poveri con umorismo, allegria, creatività conquistando l’attenzione e l’appoggio di milioni di persone. Ha usato e diffuso internet anche nelle aree più povere garantendosi la possibilità di comunicare con chi non ha i soldi per comprare giornali o vedere la Tv. Il suo sito, fra i 20 più frequentati nel mondo, ha raggiunto 470.000 adesioni puntando sulla lotta contro la casta politica e la corruzione orientandosi sull’educazione, la partecipazione popolare e il dialogo come strumento di soluzione dei conflitti.

Dal 50% di elettori del passato, tra i più bassi del continente, alcuni sondaggi collocherebbero tra il 60 e il 70% il numero degli aventi diritto che si recherà a votare il 30 maggio, quasi tutti richiamati dalla novità Mockus e dal fatto che si presenti come un candidato di rottura rispetto alle élite corrotte tradizionali. Milioni di colombiani che aspirano ad un paese diverso dove la fiducia e la legalità abbiano spazio sembrano orientati a sostenerlo

Inoltre Mockus ha parlato della necessità di stabilire delle buone relazioni con l’Ecuador di Rafael Correa, col Brasile di Lula, col Venezuela di Hugo Chávez, paesi con i quali l’uribismo ha fomentato continui conflitti. Nell’ultimo comizio a Bogotà Mockus ha affermato che vuole essere amico di Lula e Chávez ma anche di Obama. Ha affermato che la presenza militare statunitense continuerà ma che si costruiranno buone relazioni con Ecuador, Brasile e Venezuela iniziando dal ristabilire le relazioni con il Venezuela rotte dal primo marzo 2008 con l’aggressione in pieno territorio ecuadoriano da parte dell’esercito di Uribe ( il cui ministro della difesa era proprio Santos) per assassinare alcuni guerriglieri tra i quali Raúl Reyes e vari studenti messicani..

Il cappellaio matto, el Loco (cioè il pazzo) che punta tutto sull’onestà e sulla legalità, troppo poco di sinistra per la sinistra, estremista di sinistra per i conservatori, temutissimo da Uribe e dai suoi, potrebbe far uscire il paese da 62 anni di guerra e da otto anni di uribismo, insegnando con l’esempio che l’ecologismo insieme alla capacità di innovare e superare la politica tradizionale è la possibilità nuova in aree le più diverse del pianeta anche al di fuori dall’area europea ed occidentale.

Se la campagna elettorale è stata praticamente un crescendo di consensi alla fine conterà molto la Colombia profonda, quella dei brogli e dei voti rubati dove gli elettori sono spinti ai seggi in punta di baionetta da parte dei paramilitari. L’unica possibilità di Santos, sembra, di ribaltare il risultato.

Paris - Convention inter-régionale : pour construire un avenir commun


Dès 9h, ce 5 juin, nous serons toutes et tous réuni-e-s à la Cigale (Paris), pour avancer dans notre reflexion sur l'avenir du rassemblement des écologistes.

Depuis plus de 2 mois, partout en France dans les comités locaux, lors des Conventions régionales ou sur le web, les échanges en vue de la préparation des Assises de l'Ecologie politique (prévues à l'automne) ont été particulièrement riches et fructueux.

De nombreux sujets ont été évoqués et débattus, il nous appartient désormais d'élaborer une première synthèse collective, qui permettra de dégager les grandes lignes de cet avenir qui se dessine.

A l'issue de la Convention, les débats se poursuivront et s'approfondiront lors des journées d'été du Rassemblement des écologistes qui auront lieu du 19 au 21 août à Nantes (plus d'infos prochainement).

Le déroulé de la Convention

Au cours de la journée interviendront notamment Cécile Duflot, Dany Cohn-Bendit, Eva Joly, Patrick Farbiaz, Karima Delli, Jean Desessard, Laurence Vichnievsky, Pascal Durand, Anne Souyris, Yannick Jadot, Sandrine Belier...

9h - 13h
- bilan des débats en régions et sur le Net,
- présentation des instances provisoires d'Europe Ecologie
- point d'étape des reflexions du groupe de travail sur l'avenir d'Europe Ecologie
- tables rondes thématiques régionales
- table ronde "Les valeurs d'Europe Ecologie"

14h30-18h
- 1ère plénière "Le champ du possible"
- 2ème plénière "Le projet"

18h
Conclusion de la journée.

Nous vous informerons sous peu du programme complet de la journée.

Informations pratiques

Entrée libre.

Adhésion
Un stand vous accueillera pour adhérer directement sur place et/ou de poser vos questions pratiques sur l’adhésion à Europe Ecologie.

13h
Pique-nique tiré du sac, boissons chaudes offertes. Possibilité d'acheter quelques repas sur place (attention nombre limité).

19h/22h
Pour celles et ceux qui le désirent, nous vous proposons de nous retrouver pour un pique-nique tiré du sac au parc de la Villette (le lieu exact sera précisé ultérieurement)

Comment venir à la Cigale ?

Sur le site de La Cigale, vous trouverez toutes les informations pratiques pour vous rendre sur place.

La Cigale
120 Boulevard de Rochechouart
75018 Paris
M° Pigalle ou Anvers - Bus 54

Accès pour personnes à mobilité réduite 74 rue des Martyrs.

> La Cigale
> voir le plan

27 maggio 2010

Giornate di studio su “Alex Langer tra ieri e domani “


Amelia (Tr) 22 – 23 maggio 2010



Prima giornata

http://www.radioradicale.it/scheda/304087




Seconda giornata

http://www.radioradicale.it/scheda/304088

24 maggio 2010

Il coraggio di iniziare

di Dario Tamburrano

Proposta di un metodo decisionale per una "Costituente Ecologista & Legalitaria" aperta e consensuale

QUADRO GENERALE ATTUALE

Nel corso dell'ultimo anno in Italia è stato un fiorire di documenti ed appelli relativamente alla necessità di riunire l'ampio e frammentato mondo dell'ecologismo italiano sul modello del rassemblement ecologista e legalitario di Europe Ecologie.

Appelli e documenti che spaziano da quello di Maurizio Pallante (Decrescere per superare la recessione e la crisi climatica), a Guido Viale (La dittatura dell'ignoranza), dall'appello del Gruppo delle 5 terre (Un'altra Italia è possibile), all'appello di Cittadini Ecologisti (Per la costruzione di un movimento politico ecologista), dall'appello di Mario Tozzi ed altri (Appello all’Italia e agli ecologisti), allo scritto di Francesco Gesualdi (Come progettare un nuovo modello sociale?).

Documenti ed appelli che affermano tutti la necessità storica di una rifondazione dell'ecologismo italiano, del quale la parte che sta ottenendo i successi migliori è il Movimento 5 Stelle (M5S), formato dai giovani per una politica nuova intesa come attività civica anticasta, legalitaria oltre che radicalmente ecologista. Ma anche all'interno del M5S, al quale ho personalmente aderito - essendo una formazione "politica e civica" con un programma preciso e moderno - manca tutt'ora la standardizzazione del processo decisionale basato sul metodo del consenso che si spera vivamente si realizzi nell'annunciato portale di voto elettronico. Ma sopratutto chi gestirà il database del voto?

Tutti appelli, documenti e progetti quindi che sono espressione, non solo di un ampio disagio trasversale, ma anche di un paradosso tutto italiano: nel resto del mondo l'ecologismo guadagna terreno, qui in Italia annaspa mentre, più che altrove, sarebbero opportune percentuali a due cifre che siano in grado di condizionare radicalmente le scelte politiche per una vera riconversione ecologica dell'industria e della società e di ripristino dell'etica e della legalità in campo politico e finanziario.

La stessa Federazione dei Verdi, con il "nuovo" corso iniziato con la Presidenza di Angelo Bonelli dopo il Congresso di Fiuggi e la mozione vincente "Il coraggio di osare", apparirebbe interessata al progetto della costituente ecologista da realizzare secondo la linea tracciata dal compianto Alexander Langer (Solvi et Coagula, il principio primo della ricerca "alchemica").

Nonostante tutto di questa "magica alchimia" non vi è ancora una traccia visibile...

Da dove quindi iniziare, e con che metodo che sia produttivo, partecipato e senza la conflittualità che insieme alla creatività ed alla idiosincrasia delle regole contraddistingue la nostra indole nazionale? Come annullare questa inerzia e superare le divisioni?
E sopratutto chi "deve" dare il via e "gestire" il processo senza prenderne pericolosamente il controllo?

Non si vuole in questa sede scrivere l'ennesimo appello e documento: non vi 'è niente di nuovo oltre a quanto già descritto negli scorsi mesi da personalità certamente illustri e competenti.
Da molte parti è invece fortemente sentita la necessità e l'urgenza di proporre un metodo di gestione del processo decisionale della futura Costituente che possa rendere possibile un processo aperto e partecipato.

IL BISOGNO COLLETTIVO ED I VANTAGGI DEL METODO DELLA PARTECIPAZIONE APERTA E DEL CONSENSO: L'OPEN SPACE TECNOLOGY

Già il fatto di scegliere un metodo e di sceglierlo realmente innovativo e partecipativo fungerebbe da volano per l'avvio del processo costituente e per la comunicazione ed il coinvolgimento anche di un potenziale umano di cultura, conoscenza e creatività, ricchissimo ed inesplorato, annidato nei mille rivoli dei micromovimenti; inutilizzato in quelle ampie parti della società civile attualmente lontane dall'attivismo civico e politico; inespresso nel popolo dell'astensione e delle schede bianche.

Questo metodo, dal nome "antipatico ed intraducibile in italiano" di Open space Tecnology e che non rende giustizia invece alla sua "dolcezza" ed efficacia, è ampiamente utilizzato all'estero, specie nel mondo anglosassone ed è stato adottato all'interno del Movimento delle Transition Town, un fenomeno sociale che sta avendo fortissima diffusione in Gran Bretagna e non solo.

Personalmente ho avuto modo di conoscere l'Open Space Tecnology sul campo frequentandone un corso di formazione tenuto dalla Scuola Superiore di Facilitazione a Monteveglio presso la sede di Transition Italia, apprezzandone i pregi ed il valore nell'ottenimento di risultati consensuali da tradurre in azioni pratiche.

ESTRATTI DA WIKIPEDIA SULL OPEN SPACE TECNOLOGY

Cosa è l'Open Space Tecnology

L'Open Space Tecnology è "una metodologia che permette, all’interno di qualsiasi tipo di organizzazione, di creare workshop e meeting particolarmente ispirati e produttivi. È stato sperimentato negli ultimi vent’anni in differenti paesi del mondo, impiegato nella gestione di gruppi composti da un minimo di 5 a un massimo di 2000 persone, in conferenze della durata di una, due o anche tre giornate.

"Si tratta di una metodologia innovativa poiché in tal modo le persone tendono a non annoiarsi e, anche grazie a un clima piacevole, in tempi relativamente brevi esse producono un documento riassuntivo di tutte le proposte/progetti elaborati dal gruppo, l’instant report. Documento che oltre alla sua utilità pratica diviene testimonianza di un lavoro fatto e garante degli impegni presi"

Condizioni di utilizzo

L’Open Space Technology può essere uno strumento efficace, ma deve essere utilizzato solo se si verificano particolari condizioni. Diversamente, oltre a diventare inefficace, si riduce ad essere uno spreco di tempo e di denaro. Funziona solo in una situazione che comporta:

* Un serio e reale problema su cui lavorare
* Un’elevata complessità
* Molteplici punti di vista
* Conflittualità diffusa
* Necessità di trovare una soluzione nell’immediato

Ambientazione
Il luogo ideale dove svolgere una conferenza Open Space Technology deve essere dotato di una stanza abbastanza grande da poter ospitare tutti i partecipanti seduti in circolo ed altre stanze più piccole, facilmente raggiungibili, per i gruppi che si formeranno nelle fasi di lavoro. Lo spazio non deve essere particolarmente strutturato, è importante invece che sia confortevole.

Il ruolo del facilitatore
Facilitare un open Space Technology è un’esperienza molto diversa da ogni altra esperienza di facilitazione, in quanto il desiderio di avere il controllo sugli eventi deve essere messo da parte. Il facilitatore deve prima di tutto definire i tempi, gli spazi, lanciare il tema da discutere.

LEGGI IL TESTO COMPLETO SU WIKIPEDIA
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SITI DI APPROFONDIMENTO


* Genius Loci - Facilitation & Development (sito in italiano)
* Scuola Superiore di Facilitazione

TESTI

* Paradise l'OST: Un libro sull'uso in Italia dell'Open Space Tecnology
* Guida all'Open Space Tecnology (estratti online qui)
* Senza gerarchie al lavoro
* Guida all'Open Space Tecnology (estratti online qui)
* Un pdf di esperienze sul campo in italiano

UN VIDEO DI ESEMPIO (SUB ITA)


* Conferenza di Nottingham sulle città in transizione in OST (dal minuto 1.30)

http://www.youtube.com/watch?v=kN4nr6Dl604#t=1m30s

http://www.facebook.com/profile.php?id=1200662627#!/photo.php?pid=31127526&op=1&view=all&subj=397961801043&aid=-1&auser=0&oid=397961801043&id=1524557766

20 maggio 2010

L'Alleanza con il Sole


di Fiorello Cortiana


Pensare di prendere il sole, più precisamente, pensare di catturarlo può rimandare al desiderio di bel tempo e abbronzature in questa prolungata piovosa primavera: in realtà mai come oggi riguarda questioni molto concrete. Il Solar Energy Report del Politecnico di Milano ha riscontrato che la potenza degli impianti di energia fotovoltaica in megawatt istallati nel 2009 ha superato i 1040. Più che raddoppiata in un anno e per fine 2010 si prevede di arrivare a 2.500.Una tendenza che non riguarda solo l'Italia: a fine 2010 nel mondo è prevista l'istallazione di 35.000 megawatt, quasi raddoppiata rispetto ai 21.400 del 2009. Siamo sulla soglia di un passaggio epocale e ciò che fino a qualche anno fa poteva sembrare una ipotesi romantica è diventato un fattore tecnologico ed economico dalle straordinarie implicazioni ambientali e sociali.


Il Politecnico ci ricorda che le imprese italiane che producono componenti per l'energia fotovoltaica sono ormai più di 700 con un aumento nel numero nonostante la recessione, accompagnato da un aumento delle esportazioni. Una chiara dimostrazione che l'innovazione di qualità è una chiave fondamentale per la ripresa economica. Questa caratteristica interessa tutta la filiera del fotovoltaico, percorriamola. La ricerca e gli sviluppi della tecnologia hanno una evoluzione costante per cui a parità di prezzo ogni otto anni la potenza raddoppia. L'efficienza della conversione fotoelettrica delle cellule in silicio policristallino della Mitsubishi Electric hanno raggiunto il 19,3% ed è facile prevedere a breve il superamento del 20%, chi lo avrebbe detto qualche anno fa? Lo sviluppo delle tecnologie a film sottile, che richiedono meno materiale attivo hanno una flessibilità che rende più facile la loro applicazione e fa diminuire i costi complessivi. Vicino ad Agrigento è stato inaugurato il terzo stabilimento in Europa per la produzione di pannelli a film sottile con una capacità produttiva annuale di 40 megawatt. Ancora i Sicilia, nel catanese, l'alleanza tra ENEL Green Power, STMicroelectronics e Sharp darà vita ad una fabbrica di pannelli a film sottile che annualmente aumenterà di dieci volte i megawatt annuali oggi prodotti ad Agrigento arrivando a 480 megawatt. Non sono esempi isolati, a Taranto aprirà una fabbrica di pannelli di pellicola di silicio amorfo, in provincia di Varese una fabbrica produrrà celle fotovoltaiche al telluro di cadmio. L'ENI ha avviato una collaborazione con il MIT-Massatchuset Institute of Technology di Boston per la produzione di pannelli senza silicio, con un investimento di 300 milioni di Euro. Lo sviluppo dell'innovazione tecnologica è impetuoso e si prevede che i pannelli a film sottile nel 2012 copriranno il 35% del mercato mondiale.


Il confronto con l'energia prodotta da combustibili provenienti da fonti fossili non si propone solo per i costi ambientali legati alle emissioni di CO2 nell'atmosfera, con le conseguenti alterazioni climatiche che stiamo scontando. Alla fiera Solarexpo, da poco conclusasi a Verona, le previsioni sui tempi necessari alla grid parity, cioè alla piena competitività con le fonti fossili, è fissata per il 2014 al massimo. Gli operatori del solare hanno decuplicato la superficie espositiva occupata a Verona rispetto a quattro anni fa.


Il miglioramento dell'efficienza contribuisce ad abbassare i costi, pensiamo che dall'inizio del 2009 alla fine dell'anno il prezzo dei moduli di silicio è diminuito verticalmente di un terzo passando da 2,95 dollari a 1,95. C'è poi da considerare il fattore geografico della localizzazione degli impianti perché determina la quantità di irraggiamento solare. Ad esempio: se oggi la Germania produce dieci volte l'energia fotovoltaica che produciamo noi “Paese del Sole”, dobbiamo considerare che, al di là di ogni efficienza, i paesi nordici non sono in grado di reggere la competizione con paesi mediterranei come Portogallo, Spagna, Italia, Grecia. L'indice IREX che monitora l'andamento delle quotazioni di borsa delle società il cui business si fonda sulle energie rinnovabili, ha rilevato che nel 2009 gli investimenti in energia pulita hanno superato, per la prima volta, quelli nelle fonti tradizionali. Fin qui, lungo la filiera, possiamo rilevare una forte capacità di sviluppo nell'Università e nei centri di ricerca, con una buona collaborazione con il sistema delle imprese che ne consente la rapida trasferibilità dell'innovazione tecnologica negli impianti, che così costano meno come i singoli componenti.

Che funzione ha la politica pubblica dentro a questo processo? La scelta politica di favorire lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili ha indubbiamente consentito il pieno sviluppo delle loro potenzialità. La cosa è valsa per la Germania, che con la fuoriuscita programmata dal nucleare ha acquisito un vantaggio competitivo di know-how tanto tecnologico quanto nell'organizzazione architettonica e urbana degli edifici, dà già significativi frutti negli Stati Uniti, con gli investimenti dell'amministrazione Obama e ha uno straordinario riscontro anche in Italia, grazie agli incentivi erogati dal Gestore dei Servizi Energetici attraverso il Conto Energia.


Per questo è importante la conferma degli incentivi che che aspetta da tempo di essere sottoposta alla conferenza Stato-Regioni. Questo stallo evidenzia il nodo problematico: le fonti rinnovabili non sono più un elemento accessorio nella politica energetica del nostro Paese, per questo necessitano di superare l'episodicità dell'intervento pubblico, sia sul piano normativo, che nell'edilizia pubblica (e privata), che sul piano delle incentivazioni. La maturazione degli attori che compongono la filiera sel settore richiede una politica pubblica organica che armonizzi e renda coerenti gli interventi delle istituzioni pubbliche ai diversi livelli, da quelli locali a quello statale. E' dal 2003 che dovrebbero essere definite ed approvate le linee guida nazionali sugli impianti fotovoltaici.

Questa mancanza di un indirizzo unificato ha portato alcune regioni, come Puglia e Calabria, ad una produzione legislativa per la semplificazione e la facilitazioni delle autorizzazioni impugnata dalla Corte Costituzionale. La Consulta ha esplicitamente chiesto di colmare un vuoto normativo che impedisce alle regioni, in particolare quelle mediterranee, di utilizzare le enormi potenzialità espositivi doute alla collocazione geografica. Sul piano delle amministrazioni locali proviamo a pensare agli effetti di un possibile coordinamento delle funzioni di analisi evalutazione degli edifici, a partire dai condomini, sul piano dell'efficienza e dell'efficacia energetica, di quelle legate all'offerta tecnologica e di quelle legate alle diverse soluzioni finanziarie, incentivi compresi.


Il saldo di un coordinamento di questo genere, capace di coinvolgere le società ex municipalizzate, risulterebbe positivo non solo per la bilancia energetica italiana, per i bilanci familiari e per l'ambiente. Anche la qualità delle relazioni sociali tra i condomini e tra i cittadini e la pubblica amministrazione ne risulterebbe migliorata e con essa il senso civico, premessa per buone politiche e buoni politici.

18 maggio 2010

I Tavoli per la Casa comune degli Ecologisti

( Gruppo Cinque Terre www.gruppocinqueterre.it )

Gli ecologisti si fanno sentire in Europa e nel mondo: Francia, Ungheria, Germania, Brasile, Gran Bretagna, Colombia … 10 , 15, 20%; non sufficiente ancora per egemonizzare la direzione concreta del modello economico ed il governo di tanti paesi, ma comunque sufficiente per esprimere e diffondere il proprio punto di vista ed ottenere qua e là continui successi puntuali.

In Italia gli Ecologisti sono assenti, forse mai nati, comunque frammentati in quell’arcipelago ecologista che una volta si declinava con orgoglio ed oggi è una palude in cui annaspano decine di gruppi, micropartiti, associazioni, che assommano ad una nobile vocazione di intenti una scarsa vocazione a coordinarsi o unirsi.

Quel che resta dei Verdi, sull’orlo della scomparsa, dichiara di aprire il percorso di una Costituente ecologista che probabilmente non sono, per come la intendono, in grado di fare. Resta a loro favore che, al di là del fatto che esprimano non più del 5-10% di questo arcipelago, al momento sono l’unico gruppo che dichiara l’intenzione di provarci, che non è questione da poco e gliene va dato atto.

Il Movimento (di liberazione nazionale?) di Grillo, che ha sicuramente una valenza ecologista (oltre alla forte e giusta connotazione anticasta e anticorruzione, una voce essenziale in mezzo a Media quasi di regime ) non è all’orizzonte; superato il circoscritto e innegabile successo elettorale si arrovella in assenza di un serio progetto di costruzione, nelle difficoltà di una impossibile convivenza fra assemblearismo ed egocentrismo del Capo. La tela di Penelope è l’immagine che ci viene in mente osservando le fughe centrifughe senza sbocchi, se non l’ennesima contorsione nei meandri della variegata ex sinistra, dei De Magistris, Alfano, e un po’ di altri in varie parti del paese e dei meetup. Energie e figure preziose sprecate.

Sinistra e Libertà, sembra purtroppo l’ennesima proposta di rifondazione della sinistra; priva di attenzione e indifferente al movimento ecologista internazionale si avvia a ripercorrere la strada del partito del Capo: dopo quello di Berlusconi, di Di Pietro, di Grillo, ed altri minori, avremo ( con Repubblica come sponsor provvisorio ) il partito di Vendola e delle “fabbriche di Nichi”; un'altra conferma delle caratteristiche di questa fase di transizione dove, in assenza di un unica forza di sinistra e di unica forza ecologista si fanno e si disfano partiti personali di incerta collocazione e di illusoria partecipazione. Un altro contenitore, come l’Italia dei Valori, nel quale le sensibilità ecologiste, pur presenti, si diluiscono assumendo una irrilevante consistenza (si veda in Puglia l’avvio di 5 impianti di incenerimento ) .

Il piccolo Gruppo delle Cinque Terre, che sull’idea della aggregazione ecologista, delle sue forme di espressione organizzata e sulla sua dimensione anche culturale è nato, ed è forse un passo più avanti di altri, fà quel che può, tentando in continuazione di annodare nodi di una rete ai quali manca al momento la vocazione ad annodarsi per favorire la nascita di una Casa comune degli ecologisti.

Nel seminario chiuso di sabato scorso a Roma abbiamo proposto l’avvio di TAVOLi POLITICI NAZIONALI e REGIONALI
Un tavolo nazionale degli ecologisti di 100 persone che rappresenti, il più largamente possibile, l’immenso mondo di questo arcipelago e nel quale nessuno (partito, gruppo, associazione) abbia più del 10% dei membri.
Un tavolo dimensionato quasi matematicamente da rappresentanze regionali, che si riunisca ogni mese, per sei mesi, in una regione diversa dal nord al sud ed affronti tutti i problemi che ci sono: la collocazione, l’organizzazione, la cultura, il programma, le iniziative, di un nuovo movimento politico che qualcuno preziosamente ha chiamato “metapartito”.

Con gli stessi identici criteri abbiamo proposto la nascita parallela di 20 tavoli regionali nei quali, con le stesse proporzioni e gli stessi limiti di rappresentanza, la discussione si allarghi fino ad arrivare a 1000 persone che, al termine di questa fase di transizione, promuovano i contenuti di una Assemblea Costituente a ridosso dell’anno nuovo. Nulla vieta, ed è auspicabile, che il processo si allarghi, località per località, affinchè si garantisca insieme efficacia, efficienza e diffusa partecipazione. Si tratta però di garantire, dall’inizio, la crescita di leadership regionali ampie ed insieme l’avvio di una transizione generazionale e di una adeguata rappresentanza di uomini e donne.

Non è una proposta generica: pensiamo a 100 e a 1000 persone con nome e cognome, ognuna con un supplente, che si assumono la responsabilità personale di costruire il Progetto (o quella, altrettanto impegnativa, di farlo fallire) attraverso un impegno di sei mesi, pesante, prioritario ed entusiasmante, in uno spirito da “movimento nascente” che è il requisito necessario richiesto a tutti.

Costruire un movimento che abbia l’ambizione di rappresentare il 10-20% della società italiana, con una vocazione e prospettiva maggioritaria , non è ovviamente cosa da poco. Niente in comune quindi con reti o gruppi che ripropongono la rifondazione delle varie sinistre; chi ne sentisse il bisogno ha altre, varie, legittime, possibilità di scelta. Si tratta di costruire il segmento italiano di quel movimento ecologista planetario presente ormai in più di cento paesi del mondo ed il cui nome potrà forse essere semplicemente quello di ECOLOGISTI, una dizione che va ben al di là di quella di ambientalisti o verdi e che assomma attorno ad un “ cuore verde “ le esigenze di giustizia sociale, la necessità di riforma in alcuni settori importanti, ad esempio Mercato del lavoro, Giustizia e Legalità, Informazione, Casta. ( quindi anche una intransigente azione di ridimensionamento della casta della politica e di lotta alla corruzione e alle mafie ),e in aggiunta, un sostanziale rinnovamento culturale.

Con i Tavoli su base territoriale nazionale e regionale pensiamo debbano incrociarsi, nella tessitura di una rete politico-culturale formativa, i Tavoli di Progetto :

1) Il TAVOLO della COMUNICAZIONE ECOLOGISTA, con l’obiettivo di:
a) costruire un PORTALE DEGLI ECOLOGISTI che è il principale strumento di adesione / aggregazione/ comunicazione / azione degli aderenti al Progetto nel Territorio. Al suo interno si veicolano le idee di organizzazione, partecipazione, democrazia all’interno del nuovo movimento (sta avvenendo, ancora adesso, nel portale di Europe Ecologie).
b) costituire un network comune dei media ecologisti, confrontando ed aggregando i media già esistenti, i blog , le diverse riviste radio e tv, i giornalisti e gli esperti in comunicazione.
c) raccogliere e scambiare un continuo flusso di informazione ecologista dall’estero all’Italia e dall’Italia per l’estero, oggi quasi assente.

2) Il TAVOLO delle RIFORME, dove si elabora un progetto riformatore su Mercato del Lavoro / Giustizia e Legalità / Informazione e Media / Casta e Corruzione
Nel processo riformatore va inserito il ridimensionamento delle logiche di CASTA e CORRUZIONE con la costruzione di Osservatori Nazionali e Regionali sui sistemi e meccanismi elettorali e di rappresentanza, sul ridimensionamento delle indennità, delle compatibilità e di mandato in eletti in enti e amministrazioni locali e nazionali, sulla trasparenza della delle scelte amministrative.

3) Il TAVOLO della CONVERSIONE ECOLOGICA DELL’ECONOMIA confrontando e mettendo in contatto attività e iniziative riconducibili alla Green Economy, le realtà del biologico e della bioedilizia, le iniziative di credito alternativo (dalle mag alla banca etica alle monete locali), i gruppi di acquisto, le cooperative di servizi sociali e culturali ma anche le imprese ed i lavoratori di attività riconoscibili come eco-orientate con l’obiettivo di favorire la costruzione di organismi di categoria delle imprese e dei lavoratori (vedi Austria), coordinare la promozione e la diffusione di attività eco-orientate e Costituire un Osservatorio permanente sulla conversione ecologica dell’economia per la Transizione del modello economico, energetico, produttivo, fuori dalla logica dello Sviluppo illimitato e del PIL.

4) Il TAVOLO della CULTURA ECOLOGISTA e dell’ ECOLOGIA SOCIALE
Per nuove forme di aggregazione sociale e di gestione amministrativa del territorio: dai Comuni virtuosi al passo in avanti delle Transition Towns ; avvio di nuove forme di aggregazione politico-culturale: EcoHub come centri polivalenti sui territori di informazione e formazione ecologista, con attività culturali, iniziative e servizi sociali, attività economiche; Co-Housing, Ecovillaggi come isole concrete di “altra società “, in qualche modo già in sperimentazione in altri paesi ed oggi mature anche nel nostro. E’ necessario confrontare ed aggregare tutte le diverse anime della cultura ecologista, dall’ ambientalismo all’ecologia sociale, all’ ecologia profonda, al bioregionalismo, ai diversi movimenti delle cosiddette buone pratiche e degli stili di vita, ai movimenti olistici, favorendo la promozione su tutto il territorio nazionale della Cultura Ecologista costruendo reti nazionali (Scuola nazionale di Ecologia) e servizi comuni.
Lo stesso per le associazioni, le agenzie e le cooperative attive nei diversi campi sociali e dei diritti civili, le attività di medicina naturale ed alternativa, le scuole alternative con l’obiettivo, tra l’altro, di costituire un Osservatorio permanente dei diritti e dei doveri sociali.


La riproposizione dei TAVOLI di Progetto a livello regionale, nel quale i rappresentanti nazionali hanno l’esclusiva funzione di “tessitori“ dell’ intreccio delle reti ( nulla a che fare con una presunta investitura a responsabili del movimento, i cui criteri saranno affrontati nel momento della fase finale / iniziale della Costituente ) può rappresentare un adeguato compromesso fra efficienza, crescita del progetto e democrazia partecipata.

I CIRCOLI ECOLOGISTI o altro nome adeguato, attraverso loro COMITATI PROMOTORI in tutto il territorio, costruiti attraverso un adesione prevalentemente sul web nel Portale, possono avviare, già entro pochi mesi, l’adesione INDIVIDUALE alla fase di Assemblea Costituente.

Se ritenuto utile e necessario un APPELLO NAZIONALE, fatto in tempi brevissimi, può essere uno strumento utile, ad uso mediatico, per l’avvio del processo.

Massimo Marino Maurizio Di Gregorio (GCT)

17 maggio 2010

Merano: La Verde Cristina Kury al ballottaggio contro l’SVP


Si profila un successo dei Verdi e delle liste Civiche-Verdi nelle elezioni comunali in molti comuni del Trentino e Sud Tirolo. Una netta inversione di tendenza per i Verdi nei quattro principali comuni del Trentino (Rovereto 5,9 % , Riva del Garda 5,6%, Arco 3,1 % e Mori, 6,1 % ) con il simbolo del sole che ride adattato localmente.

Nei principali comuni dell’Alto Adige i Verdi si sono presentati con il tradizionale simbolo della colomba bianca dellla pace, ottenendo il 6,5 % a Bolzano dove anche il Movimento 5 Stelle di Grillo ha preso un buon 4,1% .
A Merano però il successo migliore ( 14,8 %) e la partecipazione della verde Cristina Kury al ballottaggio, in alternativa alla Svp, avendo nettamente superato i candidati sindaci di PD (circa la metà dei voti presi dai Verdi) e centro-destra.
I Verdi sono dovunque nettamente al di sopra dell’Italia dei Valori e delle forze politiche minori del centro-sinistra e della sinistra, ridotta al lumicino.

Fra 15 giorni si andrà al ballottaggio nei comuni sopra ai 15.000 abitanti nel Sud Tirolo e nei comuni sopra i 3000 abitanti nel Trentino, tranne Riva del Garda dove il centro-sinistra ha già vinto.

Nina Simone

Nina Simone, scomparsa nel 2003, è stata una cantante, pianista, scrittrice e attivista per i diritti civilistatunitense. È stata soprattutto un'interprete jazz, anche se il suo stile variava fra diversi generi, dal soul, al R&B, al folk e al gospel.Nativa della Carolina del Nord, sesta di otto fratelli, fin da bambina rivela un grande talento che la porta a suonare e cantare in chiesa con le due sorelle, con il nome di "Waymon Sisters". Ma il pregiudizio razziale del profondo Sud negli anni Quaranta la condizionerà per molto tempo.Prende lezioni di piano, pagate dalla comunità di colore locale che promuove una fondazione per consentirle di proseguire gli studi musicali a New York. Nei primi anni Cinquanta lavora come pianista-cantante in vari club, ispirandosi a Billie Holiday; si orienta verso il jazz, ed esegue I Loves You, Porgy, cover di un brano di George Gershwin (da Porgy and Bess).

Il suo album di debutto, datato 1958, comprendeva I Loves You, Porgy e My Baby Just Cares for Me. Lavora per parecchie case discografiche mentre, a partire dal 1963, inizia a lavorare stabilmente con la Philips. È in questo periodo che registra alcune delle sue canzoni più incisive, come Old Jim Crow e Mississippi Goddam, che sono divenute inni per i diritti civili. Era amica ed alleata di Malcolm X e di Martin Luther King.

Nina Simone lascia gli Stati Uniti verso la fine degli anni Sessanta, accusando sia l'FBI che la CIA di scarso interesse nel risolvere il problema del razzismo. Negli anni successivi girò il mondo, vivendo a Barbados, in Liberia, in Egitto, in Turchia, in Olanda e in Svizzera. In seguito al polemico abbandono degli USA i suoi album vengono pubblicati solo di rado. Ritorna nel 1978 con un album che prende il titolo da un brano di Randy Newman.
Si eclissa di nuovo fino agli anni Ottanta. Dopo che Chanel ha usato, negli anni Ottanta, la sua My Baby Just Cares For Me per una pubblicità televisiva, molti hanno riscoperto la sua musica e Simone è diventata un'icona del jazz. Nel 1987, My Baby Just Cares For Me (brano di quasi trent'anni prima) entra prepotentemente nelle classifiche inglesi. Dopo i successi ottenuti negli anni Ottanta, torna con uno nuovo album, Nina's Back, del 1989, seguito da Live & Kickin, live registrato qualche anno prima a San Francisco.

La cantante si è sposata due volte. Ha avuto rapporti difficili con uomini potenti e violenti, ed è risaputo che il marito manager la picchiasse. Ha avuto una relazione con Earl Barrowl, Primo Ministro delle Barbados..Nina Simone è morta il 21 aprile 2003 nella sua casa a Carry-le-Rouet dopo una lunga lotta contro la malattia, per le complicanze dovute a un tumore al seno.

http://www.youtube.com/watch?v=5T3FXFnoTzE

http://www.youtube.com/watch?v=8Y99tXNxV5s&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=VfIzbXn8HWY&feature=fvw

13 maggio 2010

Allarme psichiatria: rinchiudere le persone diventa più facile


Un appello firmato da 170 associazioni di tutta Italia in difesa della legge Basaglia. Il documento è stato presentato da Psicoradio, testata radiofonica bolognese nata quattro anni fa, che si occupa dei temi della salute mentale e coinvolge nella redazione anche pazienti psichiatrici.

Psicoradio esprime "la forte preoccupazione per sette progetti di legge del centrodestra di modifica alla 180, che probabilmente confluiranno in un'unica proposta e che stanno passando sotto il silenzio dei media". Se uno di questi, in discussione alla commissione Affari Sociali alla Camera venisse approvato, "si rischierebbe la ricostruzione di tanti manicomi diffusi e lo stravolgimento della stessa legge", si legge nel documento. Uno, in particolare, ha spiegato Cristina Lasagni di Psicoradio, "con l'onorevole Ciccioli come primo firmatario, se approvato cambierà in modo drastico la psichiatria in Italia".

I nuovi piccoli manicomi sono rappresentati, per Psicoradio, "dall'introduzione del Tsop (trattamento sanitario obbligatorio prolungato: se passa sarà possibile rinchiudere per sei mesi rinnovabili una persona che rifiuta le cure". E dall'allungamento dei tempi del Tso, che "dai sette giorni della legge passerebbe a 30". Infine, per questo progetto, sia Tso che Tsop "sarebbero fatti in istituti privati, i quali avrebbero interesse a prolungare le degenze".

fonte: Ansa ( da www.aamterranuova.it )

Gran Bretagna e Germania: grandi successi degli ecologisti


I Verdi vincono in Germania e "spuntano" anche nel parlamento britannico Le elezioni nel Land tedesco del Nordreno-Westfalia non sono state solo un semplice test per Angela Merkel: è una vera e propria disfatta nel più popoloso e ricco land, con la perdita di oltre il 10% per la sua Cdu ed un crollo in un anno di due terzi dei voti del Partito liberale (la Fdp cala dal 15 al 6,7%), il suo scomodo alleato iper-liberista e filo-nuclearista.I voti scomparsi tornano a sinistra ai socialdemocratici della Spd e soprattutto ai Grünen, i verdi tedeschi, che salgono dal 6,2 al 12,1%.A certificare lo spostamento a sinistra e la bocciatura della coalizione di centro-destra da parte degli impietosi elettori tedeschi c'è l'ingresso nel Parlamento regionale della Nordreno-Westfalia della Linke, la sinistra radicale che ottiene un abbastanza clamoroso 5,6%, confermandosi ormai come forza uscita dal recinto dell'ex Germania orientale per diventare un partito diffuso su tutto il territorio nazionale e sempre più votato dai lavoratori.

I Grünen definiscono il risultato storico e la presidente federale Claudia Roth e la capolista Sylvia Löhrmann hanno detto che da oggi avvieranno colloqui con la Spd e la Linke, senza pregiudiziali verso la Fdp. Il risultato rende possibile una improbabile Grossen Koalition Cdu-Spd, una coalizione Spd-Verdi-Linke ed una Spd-Verdi-Fpl, ma Cdu e Fdp hanno detto di non volersi alleare con i Verdi e i Verdi non vogliono la Cdu.

«Non posso dirvi quanto siamo soddisfatti del risultato - ha detto Claudia Roth commentando il voto - Soprattutto perché queste elezioni le abbiamo vinte con i contenuti. I Verdi sono stati premiati per questo, perchè abbiamo fatto campagna per un'istruzione più giusta, perchè il nucleare non sia venduto come una tecnologia di transizione e per una comunità forte e vivibile». Per la Roth le elezioni nel Nord Reno-Westfalia sono state un referendum sul governo federale: «Oggi è l'inizio della fine del governo federale giallo-nero. La Merkel e Westerwelle hanno ricevuto la fattura per il loro lavoro. Gli elettori del Nord Reno-Westfalia hanno dimostrato inoltre che dicono di no. No al prolungamento di vita degli impianti nucleari. No al capitalismo anti-sociale e ad una sanità a due velocità. No a una politica folle di di sconti fiscali».

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Intanto il groviglio post-elettorale in Gran Bretagna, con la base liberaldemocratica in rivolta contro la probabile alleanza con i Conservatori, sta facendo passare in secondo piano una delle molte sorprese delle ultime elezioni che hanno contribuito a minare il sistema maggioritario puro.Nel parlamento ha fatto il suo ingresso per la prima volta un rappresentante del Green Party of England and Wales, ed anche qui si tratta di una donna: la leader del partito verde Caroline Lucas che ha conquistato il collegio di Brighton Pavilion. Per i Verdi britannici, che fino ad ora avevano marcato buoni risultati nelle elezioni europee dove c'è il sistema proporzionale e dove la partecipazione dell'elettorato britannico è ridottissima, si tratta di un evento storico: «Centinaia di migliaia di elettori verde di tutto il Paese hanno ora, per la prima volta, una voce in Parlamento, e ora dovranno essere ascoltate le opinioni autenticamente progressiste su temi come l'economia, la salute e l'ambiente».

La Lucas ha dichiarato ha ringraziato il grande sostegno ricevuto dagli elettori di Brighton Pavilion che dimostra che «Vogliono sostenere un partito i cui valori rappresentano l'equità, la giustizia sociale e benessere ambientale. Hanno dimostrato che sono disposti dare la loro fiducia ai Verdi, nonostante la schiacciante attenzione dei media nazionali sui tre maggiori partiti ed un sistema di voto che è fondamentalmente antidemocratico. Accetto umilmente la loro fiducia in me, e sono eccitata per questo voto di fiducia e non vedo l'ora di svolgere l'impegnativo compito di rappresentare pienamente gli elettori di Brighton. Questa vittoria non è casuale: è il risultato del duro lavoro e dell'impegno di migliaia di membri e sostenitori del Green Party, non solo a Brighton, ma di tutto il Paese, negli ultimi mesi e anni. E' il loro lavoro e sostegno che ha contribuito a realizzare questa vittoria, e la vittoria è tanto loro quanto mia. Grazie alla fiducia che gli elettori di Brighton Pavilion mi hanno dimostrato, i principi e le politiche verdi ora avranno una voce in Parlamento. Politiche su come rispondere ai cambiamenti climatici con un milione di nuovi posti di lavoro verdi in industrie a basse emissioni di carbonio, pensioni e assistenza per gli anziani eque e una maggiore regolamentazione delle banche saranno ascoltato nella Camera dei Comuni».

«Vorrei anche usare la mia influenza come parlamentare per premere per la realizzazione nelle città di Brighton e Hove di alloggi a prezzi accessibili, per una nuova scuola secondaria per la città, e per un maggiore appoggio alle industrie creative della città. Infine, come dimostrano queste elezioni, il sistema di voto "first-past-the post" utilizzato per le elezioni generali è del tutto screditata. Io sosterrò fortemente sostegno la richiesta di un referendum per sostituirlo con una forma di rappresentanza proporzionale che rifletta adeguatamente le esigenze e le opinioni degli elettori del XXI secolo. Se una forma di rappresentanza proporzionale fosse introdotta, il Green Party è fiducioso che il suo vero livello di sostegno a livello nazionale potrà essere rappresentato correttamente».

Intanto i laburisti hanno respinto, perché tropo spostata a sinistra, la proposta dello Scottish National Party, i nazionalisti di sinistra scozzesi, che hanno proposto un governo tra Laburisti, Liberaldemocratici, partiti autonomisti di sinistra e Verdi. Ma i Verdi chiedono al leader liberaldemocratico Nick Clegg di rispettare il mandato datogli dagli elettori: «Con queste elezioni, il popolo britannico ha portato ad Camera dei Comuni in cui una maggioranza di deputati sono dei partiti che sostengono la riforma. La netta maggioranza dei cittadini del Regno Unito ha votato per la riforma del nostro sistema politico.

"Di conseguenza, qualunque accordo tra i liberaldemocratici e i conservatori deve includere una riforma reale e completa del sistema politico. Una commissione, un sondaggio, o qualsiasi altra manovra dilatoria, non sono accettabili. Dovrebbe esserci un referendum prima della fine dell'anno, che includa le opzioni per un sistema realmente proporzionale, non il "self-serving system of AV", che è ancora meno proporzionale . Alla gente si dovrebbe chiedere quale sia il sistema di voto che preferisce. Questa è vera democrazia. Il sistema "first-past-the-post" ha creato una situazione in cui le persone non possono votare positivamente per il candidato o il partito con le cui politiche sono più d'accordo. Al contrario, sono costretti a votare per paura, usando il voto per battere il partito che è il più lontano da loro per politica e valori. Questo ci lascia un deficit democratico grottesco e una base povera su cui governare. I liberal-democratici non devono essere sedotti dalle trappole del potere. La gente ha votato per la riforma: Nick Clegg non la deve tradire».

(da Greenreport )