26 novembre 2010

Guido Viale: Prefazione a: " Osare di più" , un libro di Cohn Bendit


…Che cosa ci impedisce di imboccare una strada come quella che ha portato al successo della lista Europe Écologie?

Cohn-Bendit, che conosce la situazione italiana molto bene e parla l’italiano benissimo ci dà la sua risposta: innanzitutto i verdi italiani hanno sempre seguito la strada di accordi di vertice con altre formazioni sia al governo che all’opposizione, invece di cercare l’accordo su programmi costruiti valorizzando esperienze ed elaborazioni indipendenti. Una pratica che ha assimilato i verdi italiani a un costume diffuso tra tutti il ceto politico del paese, tanto nella prima che nella seconda repubblica.

Il nostro è un paese dove fare politica significa innanzitutto accaparrare un posto di lavoro ben retribuito, per sé e i propri congiunti, da difendere a qualsiasi costo. In questo modo, invece di “contaminare” – come si usa dire in gergo culturale – le altre forze politiche con saperi, peraltro scarsamente padroneggiati, che hanno comunque il vantaggio di essere “trasversali” sia rispetto alle diverse culture politiche che alle molteplici competenze amministrative e di governo, sono stati i verdi ad essere contaminati – nell’accezione epidemiologica del termine - dai miasmi che emanano dalla palude della politica italiana.


In secondo luogo, gli accordi dei verdi italiani sono stati fatti prevalentemente, o quasi esclusivamente, con altre formazioni politicamente connotate come di “estrema sinistra”; cosa che ha fatto dei verdi un’appendice dei residui, o dei residui dei residui, rilasciati dalla dissoluzione del movimento operaio italiano, invece di qualificarsi come una forza capace di guardare al futuro più e meglio di altri.
Ma la tara maggiore dei verdi italiani è quella di non aver voluto - e forse nemmeno saputo come e perché - mettere in discussione le premesse produttivistiche e “sviluppiste” che accomunano la cultura di sinistra, tanto “marxista” che riformista – o, in entrambi i casi, sedicente tale – al credo e alle pratiche, ieri dirigiste oggi ultraliberiste, e poi forse di nuovo dirigiste, dell’establishment politico, industriale e accademico. Condannandosi così a una subalternità di secondo grado nei confronti delle forze che sono alla guida della devastazione del pianeta......

24 novembre 2010

Le Bade-Wurtemberg, premier Land à la porte d'une présidence écologiste


di Frédéric Lemaitre *

La contestazione del progetto della nuova stazione di Stoccarda accresce il consenso dei Verdi, presieduti al parlamento regionale da Winfried Kretschmann, un "conservatore" che propone un "new deal" verde.
In settembre, era ancora un perfetto sconosciuto a Berlino. Presidente del gruppo ecologista
all'Assemblea del Baden-Wurtemberg, faceva la figura dell'eterno oppositore. In questo stato-regione, culla dell'industria automobilistica tedesca, la vita politica era da sei decenni altrettanto prevedibile quanto un motore di Mercedes. Gli elettori votavano e la destra aveva la meglio.

Da qualche settimana il meccanismo si è inceppato. La costruzione della nuova stazione ferroviaria di Stoccarda, che doveva essere il simbolo dell'ambizione dell'economia locale, provoca un terremoto. Tra gli ecologisti che denunciano la corsa al gigantismo, i pensionati impressionati dall'enormità dell'intervento, la borghesia locale che teme l'aumento delle imposte..decine di migliaia di persone manifestano regolarmente contro questo cantiere e si apprestano, come moltissimi altri, a votare per i Verdi alle elezioni di marzo 2011. A 62 anni, il finora discretissimo Winfried Kretschmann potrebbe trovarsi a capo di una coalizione con i social-democratici e divenire il primo presidente ecologista di un Land. Sarebbe una svolta politica. Da qui l'improvviso interesse dei media per questo ecologista della prima ora la cui austerità fa disperare gli animatori dei talk-shows televisivi, ma che costituisce un prezioso atout per l'elettorato. Con i suoi capelli bianchi tagliati a spazzola, una calma imperturbabile, un eloquio lento, questo cattolico praticante ( nel sito web lo si vede a fianco del papa Benedetto XVI ), incarnal'allineamento al centro dei verdi, una delle chiavi del loro successo.dichiara:."I Verdi non hanno bisogno di diventare conservatori per vincere le elezioni. Noi siamo conservatori. La nostra ambizione è di preservare il pianeta. Il nostro programma di energie rinnovabili è una rivoluzione industriale. Noi vogliamo fare del nostro paese il modello di una modernizzazione basata su uno sviluppo durevole. Questo non riguarda solo l'ecologia, ma ugualmente la finanza, il sistema sociale, la demografia. Sono dei concetti che privilegiano il lungo termine, costituiscono la nostra etica e ci distinguono dagli altri partiti. Noi siamo dunque conservatori ma non nel senso abituale del mondo politico." Riuscire a sedurre l'imprenditoria locale pur opponendosi ai 6/7 miliardi di euro che il cantiere Stoccarda 21 deve iniettare nell'economia non è alla portata di un politico di primo pelo. utilizza un doppio registro. "Se i Verdi presiederanno la regione, cercheranno di stoppare il progetto e a modernizzare la stazioneesistente. Il che ci consentirà un risparmio del 75% rispetto al progetto attuale."

Fondatore della tendenza "realista" dei Verdi, all'inizio degli anni ottanta, Winfried Kretschmann tende da anni a contendere l'elettorato della Merkel: "I nostri temi politici sono molto importanti per le piccole medie imprese. La grande industria, sia la BTP che l'automobile sono fortemente dipendenti dalle risorse energetiche e dalle materie prime.Con il nostro "green new deal" noi siamo molto più vicini a questo tessuto di PMI che costituiscono il tessuto produttivo tedesco che ha sostenuto i partiti conservatori. Noi, tuttavia, da anni abbiamo ottime relazioni con le PMI del Baden-Wurtemberg..I Verdi vogliono rendere l'insieme della società più ecologica:
l'industria, i trasporti, lo stile di vita, l'agricoltura biologica, e accrescere la partecipazione dei cittadini alla vita politica".

*
Le Monde, 22 novembre 2010, pag. 8, traduzione di Luana Zanella

Il Baden-Württemberg è uno dei 16 stati federati della Germania. Ha 10,7 milioni di abitanti ed è posto nel versante sud-occidentale della Germania, ad est dell'alto Reno; è il terzo Land (stato) tedesco, sia per estensione sia per popolazione. Il capoluogo è Stoccarda. Le sue città principali comprendono Stoccarda (Stuttgart), Mannheim, Karlsruhe, Friburgo (Freiburg im Breisgau), Heidelberg, Heilbronn, Ulma (Ulm), Tubinga (Tübingen), Pforzheim e Reutlingen. Il Reno forma il confine occidentale e gran parte di quello meridionale



GRUPPO CINQUE TERRE - 6°incontro/2


Il 6°incontro nazionale del GCT continua sabato 27 novembre dalle ore 15 alle 23 a Poggibonsi presso l’Agriturismo Le Cantine ( pernottamento e cena con prezzi scontati )

L’incontro fà seguito al Convegno che si svolge a Siena il venerdì 26 e sabato 27 novembre fino alle 12,30 : “RISORSE COMUNI”

http://ecotoscana.blogspot.com/2010/11/siena-26-27-novembre.html

e precede il primo Incontro nazionale di “ABBIAMO UN SOGNO ” che si svolgerà domenica 28 a Firenze dalle 10 alle 18 http://www.gruppocinqueterre.it/node/688

Eventuale partecipazione all’incontro GCT per chi non ha invito:

info 338 7171404 - 338 4858297 – 340 2404493

Per pernottamenti info 338 7171404 http://www.agriturismolecantine.it/

23 novembre 2010

Nascono gli ECOLOGISTI DEL LAZIO


In data 8 novembre 2010 sono nati gli Ecologisti del Lazio per promuovere un movimento culturale, sociale, economico e politico - ma non partitico – per una trasformazione profonda della società, dell’economia e della cultura.

Costruire insieme una vita migliore è possibile ormai solo al di fuori e oltre le tradizionali visioni di destra e di sinistra attraverso una visione e una pratica ECOLOGISTA concreta e coerente.

Gli Ecologisti del Lazio invitano ad aderire e partecipare tutti i cittadini e le associazioni che vogliono cambiare il modo di vivere insieme su questo Pianeta

per contatti: ecologisti.lazio@gmail.com

"Moltitudine inarrestabile" di Paul Hawken


Intervista a Dario Tamburrano
(maggio 2009)

Il libro di Paul Hawken, Moltitudine inarrestabile, affronta una materia sfuggente e difficilmente inquadrabile negli schemi classici della sociologia e dell’analisi politica.

I movimenti di cui parla Hawken sono infatti nodi di una rete di cui nessuno conosce estensione e geometrie, e di cui si può avere una visione solo parziale.

Nonostante ciò, il “movimento di movimenti” esiste e opera, ogni giorno e in tutto il mondo. Anche in Italia sono attivi network impegnati per la giustizia sociale e la sostenibiltà ecologica: abbiamo chiesto a Dario Tamburrano, promotore del Movimento di transizione in Italia e coordinatore del gruppo di traduzione di Piano B 3.0 di Lester Brown, di raccontarci la sua esperienza della “moltitudine inarrestabile”.


Esiste un censimento (o anche solo un’ipotesi di censimento) delle organizzazioni italiane impegnate nelle tematiche ambientali e di giustizia sociale di cui parla Moltitudine inarrestabile?

Non credo esista un censimento, il lavoro di Hawken è probabilmente l’unico di questo tipo nel mondo, e come lui stesso dichiara è necessariamente un elenco incompleto. Quel che ha un grande significato non è tanto la dimensione delle organizzazioni o l’esistenza di un referente identificabile, ma la loro diffusione ubiquitaria e l’ordine di grandezza del loro numero: siamo di fronte a milioni di gruppi nel mondo. In Italia potrebbero essere diverse migliaia.

Che cosa fanno le organizzazioni? Quali sono i settori in cui sono più impegnate? Ed è esatto il termine “organizzazioni”?

Alla luce della mia esperienza, i settori in Italia rispetto ai quali c’è maggiore attenzione sono quelli della legalità e della tutela del territorio dall’aggressione ambientale. Nel nostro paese, infatti, le istituzioni che dovrebbero difendere e tutelare gli interessi reali, la sicurezza e la salute del cittadino, spesso sembrano lavorare in direzione del tutto opposta.

Più che di organizzazioni nel senso tradizionale del termine, con uno statuto registrato e delle cariche, si assiste al dilagare dell’associazionismo spontaneo di dimensioni a volte piccolissime (ci sono comitati formati da cittadini che abitano nella stessa via, altre volte i gruppi si formano in rete come iscritti a blog o forum).

L’avvento del social networking ha poi aumentato in maniera esponenziale il numero dei gruppi. Su Facebook una singola iniziativa può attirare un numero enorme di aderenti in pochi giorni, chi apre e gestisce un gruppo si trova a poter inviare informazioni a un numero considerevole di persone potenzialmente interessate.

Gli stessi soggetti poi partecipano di frequente a gruppi differenti, si assiste a una sorta di fecondazione incrociata, per cui non sempre è possibile distinguere con precisione tra i movimenti contro le mafie, per la legalità, l’acqua, le energie rinnovabili, la decrescita, la tutela della ruralità e degli ambienti naturali, l’opposizione al carbone, al nucleare, all’incenerimento dei rifiuti…

Quali sono, se ce ne sono, le specificità delle organizzazioni italiane? Che rapporti hanno con le organizzazioni straniere?

Se c’è una specificità in Italia è forse l’eccessiva frammentazione. A volte gli individualismi, gli interessi particolari o contrastanti di persone e singoli gruppi impediscono quella coesione necessaria al raggiungimento di una massa critica capace di ottenere risultati.

In Italia manca ancora la percezione diffusa di quelli che sono i beni comuni e vi è una immaturità nel programmare le azioni a lungo termine, non abbiamo cioè una prospettiva chiara di dove si voglia andare.

Per tale motivo mi ha affascinato il movimento della Transizione, è un network globale, ha una visione omnicomprensiva, quasi olistica e sviluppa piani di azione sui quali concentrarsi. Se c’è una cosa che all’estero invidiano agli italiani è la nostra grande creatività e adattabilità, qualità che credo ci sarà di grande aiuto nel prossimo futuro.

Qual è la lettura che i media tradizionali e la politica danno delle organizzazioni del movimento? Risente molto di stereotipi o categorie superate?

In Italia il silenzio dei media e della politica è davvero eclatante. Le richieste delle organizzazioni nate dal basso sono del tutto ignorate, e quando l’opera di denuncia o ostruzionismo sul territorio da parte dei movimenti raggiunge livelli di importanza tali da costituire una massa critica, i mezzi di informazione operano per mistificare o manipolare l’opinione pubblica.

In genere il primo tentativo è quello di inglobare all’interno del sistema i personaggi più rappresentativi. Se la cooptazione non ha successo, si passa ai tentativi di infiltrazione e diffamazione, che comprendono anche minacce e querele.

L’ultimo gradino dell’arroccamento istituzionale è quello legislativo: in questi ultimi anni sono state promulgate una serie di leggi pensate per contrastare le reazioni territoriali (ricordo, nell’aprile 2008, l’istituzione del segreto di Stato per le infrastrutture produttrici di energia come centrali elettriche e termovalorizzatori; nell’agosto 2008 è stata approvata la legge che di fatto costringe i comuni a privatizzare l’acqua; ci sono stati vari tentativi di limitare la libera circolazione delle idee su internet, culminati con la recente approvazione della proposta D’Alia; è avvenuto questo mese il passaggio delle competenze dalle Regioni al Governo per l’identificazione dei siti idonei alla realizzazione di infrastrutture atte alla produzione di energia nucleare e allo stoccaggio di rifiuti radioattivi. Esiste infine un disegno di legge in materia di responsabilità processuale delle associazioni di protezione ambientale che renderebbe rischiosissimo in termini economici presentare qualsiasi ricorso).

Tutto ciò avviene mentre vengono ignorate le proposte di legge popolare come quella per l’acqua pubblica o quelle lanciate da Beppe Grillo durante il primo V-day. Inoltre, sempre più spesso, assistiamo alla repressione con la forza delle proteste dei cittadini che rivendicano il diritto alla salute e alla vivibilità dei loro territori e che si oppongono allo strapotere politico-economico delle lobby del cemento, dell’energia e della gestione dei rifiuti.

Che cosa spinge le persone a impegnarsi e a partecipare? E quando le persone iniziano ad agire, cambia qualcosa nel loro ordine di valori o nei loro atteggiamenti?

Quel che appare evidente è che si sta diffondendo la consapevolezza che stiamo vivendo un momento che più di ogni altro del passato è cruciale, sia per garantire la sopravvivenza in un mondo vivibile sia per il mantenimento dei valori della democrazia. È un problema della nostra generazione che non possiamo rinviare ai posteri.

L’aggressione speculatoria sul territorio è divenuta ubiquitaria e soverchiante, il dissesto degli ecosistemi non è più un’ipotesi accademica, i rappresentanti delle istituzioni sono sfacciatamente arroganti, senza etica e senza soluzioni, la collusione con i poteri forti e la criminalità organizzata emerge in modo chiaro in ogni livello della società. È inevitabile che in molti individui crescano l’indignazione e il desiderio di attivarsi.

A questo aggiungerei che è forte il desiderio di ritrovare o crearsi un’identità all’interno del corpo sociale come mezzo per far fronte a un malessere diffuso, figlio della dissoluzione delle comunità tradizionali e dell’appiattimento sui valori della società consumistica e globalizzata. Vi è un crescente desiderio di maggiore spiritualità e condivisione.

Forse la visione di Pawl Hawken può oggi apparire ottimista, ma possiamo sperare che anche qui in Italia si diffonda quella benedetta irrequietezza splendidamente descritta in Moltitudine Inarrestabile…

Intervista di Diego Tavazzi - Redazione Edizione Ambiente

(http://blog.verdenero.it/2009/05/28/moltitudine-inarrestabile-di-paul-hawken-intervista-a-dario-tamburrano/)

Tags: Moltitudine inarrestabile, paul hawken

20 novembre 2010

Le Primarie dei faccioni


dal blog di Beppe Grillo

A Milano si sono svolte le Primarie del Pdmenoelle. C'era la pioggia, non c'erano i votanti. solo 90.000 persone, l'equivalente di un quartiere semiperiferico. Si sono confrontati quattro signori il cui comune denominatore erano i capelli bianchi e un ricco passato. Ha perso l'architetto di Ligresti, Stefano Boeri, candidato (con linearità e coerenza) dalla sinistra del cemento e del nucleare sicuro, ma anche di EXPO 2015 e dei grattacieli di City Life. Le urne erano presenti anche dal parrucchiere Coupe de Cheveux in via Correnti 19, tra un colpo di sole e un riccio ribelle, dove ha votato per primo un sedicenne. Ma questi sono dettagli.

La cosa STUPEFACENTE è che i milanesi hanno potuto scegliere solo delle facce, non il programma. Le Primarie dei faccioni. Elezioni posticce di leaderini. Ai cittadini va presentato, spiegato, il programma nei minimi particolari, nelle motivazioni, nei vantaggi. L'elettore deve poter votare il programma, non un volto, ed essere messo in grado di controllare la sua attuazione attraverso la Rete. Non ha alcun senso presentare faccioni sui manifesti di persone dello stesso raggruppamento se poi il programma è lo stesso con differenze (se esistono) bizantine, impercettibili. Chi vota alle primarie vota uno slogan, la fotografia di un signore o di una signora, di solito la migliore della loro vita, un cartellone pubblicitario. Questa è democrazia? Il cittadino è trattato come un materiale inerte, una persona senza cervello. Le primarie i partiti se le facciano in casa, chiedano agli iscritti di votare il Franceschini o il Bersani di turno e non sprechino i soldi e gli spazi pubblici per prendere per i fondelli gli italiani. Non possiamo decidere cosa deve fare il politico, il nostro dipendente, ma ci è data la possibilità di scegliere tra una rosa di nomi che faranno esattamente le stesse cose, decise dal partito o dalle logiche di appartenenza, come gli inceneritori.
Il MoVimento 5 Stelle non farà primarie sui nomi di "candidati leader" delle proprie liste comunali o regionali. Il portavoce della lista sarà scelto dalla lista al suo interno. Nel caso più liste si presentino in un Comune o in una Regione, solo allora si farà una votazione on line da parte degli iscritti in quel Comune o in quella Regione. Va eletto il programma, non un leader che non esiste. Quando gli italiani lo capiranno sarà sempre troppo tardi. Le Primarie sono operazioni di facciata, anzi, di faccioni.

12 novembre 2010

La realtà è più veloce anche della politica ecologista


di Laura Cima

Giovedì 18 a Roma si terrà un importante incontro tra ecologisti alla presenza dell’ormai mitico Cohn Bendit, che ha portato l’ecologia politica in Francia e in Germania ad essere la terza forza politica, con la presenza di comitati e realtà italiane che la Costituente ecologista decollata a Bologna un mese fa sta catalizzando.
Nel frattempo la crisi di governo, al di là dei tatticismi e del tormentone che ogni giorno talk show e giornali ci propinano, è aperta con l’annuncio del ritiro di ministri e sottosegretari finiani dal governo che non ha più la maggioranza alla Camera come si è verificato recentemente.


Quindi, insieme alle comunali di grandi città come Milano, Torino, Bologna e Napoli, e molti altri comuni piccoli e medi, dobbiamo prepararci alle elezioni politiche. Il ritardo degli ecologisti italiani nel proporsi e farsi conoscere è drammatico, tanto che se non si accellerano i tempi organizzativi e le sinergie di movimenti e comitati il rischio è che manchino ancora rappresentanti ecologisti nelle istituzioni nazionali e locali di un’Italia allagata, terremotata e che frana anche a causa della cementificazione drammatica che continua a subire, dell’incuria per tutti i beni monumentali e storici, per la non manutenzione dei corsi d’acqua e per i cambiamenti climatici che contribuisce pesantemente a produrre.


Capitale e lavoro ormai devono tenere conto che non si può più parlare di crescita ma bisogna ripartire dalla crisi ecologica che sovrasta quella finanziaria ed economica e ad esse può dare risposte. Carla Ravaioli nell’intervista a Luciano Gallino pubblicata su “Il manifesto” del 24 ottobre chiedeva “la consapevolezza di una crisi non solo ecologica non più sopportabile, si va diffondendo, specie tra i giovani..E’ gente che, magari duramente criticandole, astenendosi dal voto, fa però riferimento alle sinistre. Non sarebbe questa una base da cui partire?” Concordo con Gallino quando risponde “Certo esiste tra un certo numero di persone la consapevolezza del rischio ecologico, ma non basta. Occorre che questa consapevolezza entri nella politica..e per questo ci vogliono le forze, ci vogliono dei voti, dei parlamentari”.
Per dimostrare che in Italia si finge di governare con le chiacchere Matteo Fornara in rappresentanza della Commissione Europea intervenendo in chiusura della presentazione del nuovo Piano Territoriale della Provincia di Torino denunciava che, a dispetto della situazione drammatica in cui versa il territorio italiano solo il 7,5% dei fondi di coesione è stato utilizzato finora (quelli che hanno permesso di riportare all’onore del mondo la reggia di Venaria) e che il coordinatore delle Regioni è la Campania, dove è franato Pompei. Ricordava che con la recente approvazione della direttiva europea sulla compatibilità ecologica entro il 2018 tutti gli edifici pubblici ed entro il 2020 anche tutti quelli privati, quindi tutte le abitazioni italiane, dovranno avere impatto zero rispetto alla produzione di CO2.
L’attuale maggioranza lacerata ha subito trovato l’accordo sulla manovra finanziaria nel togliere il bonus sulle ristrutturazioni per la riqualificazione energetica degli immobili e non comprende i fondi per tamponare momentaneamente il dissesto idrogeologico per cui Prestigiacomo ha litigato pubblicamente con Tremonti.


Sempre ieri Dacia Mariani firmataria dell’appello per la Costituente ecologista, chiudendo una tavola rotonda su Dono e baratto, organizzato dalla Camera di Commercio di Torino, per la precisione dal Comitato imprenditoria femminile, ribadiva l’urgenza che cambi la cultura di mercato = sempre maggiori profitti per pochi, nessuna preoccupazione all’interesse generale e al futuro, sintetizzabile nel modello io sono quello che possiedo e quello che spendo, e quindi devo possedere e spendere sempre più. E gli attuali politici di destra e di sinistra si e ci raccontano che così si uscirà dalla crisi. Denunciava la dissennata politica energetica della riproposta del nucleare, avendo peraltro irrisolto il problema delle scorie di cui si è riempito il nostro pianeta, come stiamo riempiendo città e campagne di rifiuti, e quelli tossici e nocivi hanno compromesso gravemente molte aree agricole del Sud.


Se persino alla Camera di commercio si comincia a proporre dono e baratto, forse è urgente che ecologisti determinati ,e non compromessi con vecchie culture che non sanno rispondere a questi problemi, entrino nella politica e sappiano raccogliere molti voti.
Basta dunque fare distinguo e rivendicare i propri appelli e le proprie iniziative. Sui territori chi sono questi ecologisti pronti a candidarsi? In quale forma? Vogliamo farlo sapere a cittadine e cittadini che la consapevolezza del rischio ecologico e la cultura del limite la praticano ogni giorno e non ne possono più di vedere sprechi e scempi che producono debiti per tutti noi per i superprofitti di pochi, spesso legittimati sui territori da forze di destra e da forze di sinsitra?
Ragazzi e ragazze vogliamo considerarci uniti una volta per tutte di fronte alla drammaticità della situazione? Vogliamo promuovere da oggi tavoli che comprendano tutte le esperienze e tradurre subito la nostra consapevolezza in politica?

12 novembre 2010

11 novembre 2010

“GREEN ECONOMY E SOSTENIBILITÀ”






CENTRO FIERA DEL GARDA

MONTICHIARI ( BRESCIA )

Incontro a cura di Opera Soluzioni per l’edilizia

interviene:

Massimo Marino (Gruppo Cinque Terre )

Ore 10.30 SALA SCALVINI

Indonesia: Burger King annulla i contratti sull'olio di palma


Burger King ha annunciato l'annullamento dei contratti di fornitura di palma suo olio da uno dei peggiori saccheggiatori foresta pluviale del pianeta, il gruppo Sinar Mas. Lo stesso documento di certificazione diffusa dalla Sinar Mas mostra che il gruppo si opera in violazione delle leggi forestali dell'Indonesia, che vietano la distruzione di foreste torbiere.

La dichiarazione di Burger King, pubblicato su Facebook, recita: "Riteniamo che il rapporto (pubblicato da Greenpeace) ha sollevato preoccupazioni valide su alcune delle pratiche della produzione di olio di palma da parte della Sinar Mas e il suo impatto sulla foresta pluviale. Queste pratiche sono incompatibili con i nostri impegni di responsabilità aziendale. Di conseguenza, abbiamo deciso che non acquisteremo più olio di palma da Sinar Mas o delle sue filiali". Con questa azione, Burger King si unisce aziende come Nestlé, Kraft, Unilever e che hanno già cessato la loro contratti diretti con Sinar Mas a causa delle sue pratiche distruttive. Ora gli ambientalisti aspettano che anche Cargill, Pizza Hut e Dunkin 'Donuts seguano l'esempio di Burger King e ed eliminino la Sinar Mas dai propri approvvigionamenti".


Questa decisione è un altro duro duro colpo per il Gruppo Sinar Mas, dopo l'audit svolto dalla BSI "[fraintende] l'audit come è stata pubblicato e presentato". La dichiarazione della BSI ha fatto dimostrato come l'olio di palma della Sinar Mas, "presentato come prodotto in modo responsabile e nel rispetto delle leggi", confermando che in otto su undici delle concessioni controllate, lo sfruttamento delle foreste è stata condotto senza le necessarie autorizzazioni ambientali, o in aree in di torba profonda, con autorizzazioni ottenute in violazione della legge indonesiana.

"Il governo indonesiano deve fermare gruppi come Sinar Mas, che stanno distruggendo le foreste e alimentando il cambiamento climatico, e mettendo in pratica la moratoria sullo sfruttamento delle foreste, anche all'interno di concessioni esistenti e assicurando una immediata protezione di tutte le torbiere," ha dichiarato Maitar, di Greenpeace.

da Salva le Foreste giovedì 23 settembre 2010

9 novembre 2010

Trento: Verdi contro il Nucleare


«Si sta facendo passare il nucleare come la soluzione migliore per il nostro Paese ma è una gigantesca balla». A denunciare la situazione in Italia di un'informazione storpiata che viene fornita ai cittadini sul tema è il partito dei Verdi che, in occasione dei 23 anni dal successo del referendum abrogativo del 1987 che sancì l'abbandono del nucleare, anche a Trento ha deciso di informare i cittadini. «Stiamo assistendo alla decisione - spiega Marco Boato - da parte di un governo di riavviare la costruzione di centrali nucleari senza che siano cambiate le obiezioni nate al tempo del referendum». Per i Verdi la decisione è in contrasto anche con molte analisi secondo cui non solo il nucleare è troppo costoso ma è anche rischioso per l'ambiente e la salute. Presente all'incontro il professor Antonio Zecca esperto di tematiche ambientali, è professore alla facoltà di scienze dell'Università di Trento.

«Ci sono degli aspetti - ha spiegato Zecca - che le persone farebbero bene a sapere. Per funzionare una centrale nucleare usa l'uranio e l'unico modo per estrarlo, in maniera conveniente, è dalle miniere. Ma gli studi confermano che attorno al 2020 ci sarà il picco di utilizzo massimo di uranio dopo inizierà a decrescere per tutti. In Italia si terminerà la costruzione delle centrali almeno tra 13 anni proprio quando decrescerà la disponibilità di uranio per farle funzionare». I reattori prodotti nel nostro Paese, oltre all'enorme costo di circa 32 miliardi di euro per quattro siti, rischiano quindi di non avere «la benzina» per funzionare e questo, di per sè, dovrebbe stroncare ogni possibile idea di ritorno al nucleare. «Dobbiamo anche ricordare che il raffreddamento - dice ancora Zecca - con la diminuzione delle precipitazioni e dei corsi d'acqua, non sarà così semplice e comporterà enormi rischi».

Oltre a tutto questo però ci sarebbero anche altre questioni irrisolte, fa osservare Antonio Zecca, che vanno dal non aver trovato nessuna soluzione per lo smaltimento delle scorie radioattive, la mancanza di una sicurezza totale per i reattori anche tecnologicamente avanzati fino al problema terrorismo. Le strade che ad oggi sono disponibili e che bisognerebbe seguire gradualmente sono due: l'efficienza energetica e le fonti alternative. «L'efficienza - spiega Zecca - è la strada più facile, rapida ed indolore, stiamo parlando di un sistema che comporterebbe costi vicino allo zero, un costo kW/h basso dell'energia, una realizzazione fattibile in pochi anni con la massima sicurezza». Tre le richieste che il professore decide di rivolgere alle istituzioni: l'efficienza energetica negli edifici pubblici, maggiori controlli da parte delle autorità e infine sanzioni pesanti per chi non rispetta le regole.

8 novembre 2010

6 novembre 2010

Per un 6-7 novembre antinucleare – Elenco iniziative ( 4° aggiornamento)


Per un 6-7 novembre antinucleare
Elenco iniziative ( 5° aggiornamento)

In occasione dell'anniversario della vittoria del Referendum contro il nucleare dell’ 8 novembre 1987, si stanno organizzando in tutta Italia manifestazioni, in particolare per sabato 6 e domenica 7 novembre.

APPELLO NAZIONALE: 6-7 novembre “Facciamo muovere il movimento ”
http://www.gruppocinqueterre.it/node/678

con 150 adesioni da tutta Italia
info e adesioni: ecoblog@libero.it 340 2404493
leggi: http://www.gruppocinqueterre.it/node/678
http://eco-ecoblog.blogspot.com/2010/10/antinucleare-6-7-novembre-facciamo_26.html

1° elenco
TORINO Sabato 6 novembre dalle ore 10 alle 11,30 gli Ecologisti del Piemonte organizzano 10 azioni dimostrative (esposizione di striscioni e volantinaggio) in 10 punti della città ( Prefettura, Regione, Enel, Stampa, Repubblica, RAI, Ponte Gran Madre, Mole Antonelliana, Provincia, Comune)
Dalle 11,30 alle 12,30 manifestazione alla RAI in via Verdi
Agli organi di informazione, Prefettura e Regione verrà consegnato un Documento che chiede al Governo di sospendere il Piano Nucleare e impegnare più risorse sulle Rinnovabili ecologisti.piemonte@gmail.com

(info: ecoblog @libero.it - www.eco-piemonte.blogspot.com )

TORINO Domenica 7 novembre Il Movimento per l'alternativa al nucleare (MANu), insieme al Coordinamento Antinucleare (salute, ambiente, energia), organizzano una manifestazione itinerante in alcune piazze del centro di Torino, (catena umana) con volantinaggio, distribuzione di scatoline con finte pastiglie di iodio ed un “bugiardino” sull’utilizzo inutile contro i radioisotopi, raccolta firme su una mega cartolina tenuta da un uomo sandwich, da spedire a Cota, ed una catena umana tra una piazza e l’altra con un flash mob, tute bianche, bidoni gialli e simboli di pericolo radioattivo. Ore 11 in Piazza Carignano, poi Piazza castello,via Po e Piazza vittorio per concludersi verso le ore 14,30
( info. csenonuke@gmail.com - http://www.csenonuke.altervista.org/ )

CHIERI (TO) Sabato 6 novembre dalle ore 16,30 la Commissione ambiente della Federazione provinciale torinese di PRC organizza la “Festa dei Beni comuni e del Lavoro” alla Casa del Popolo di Chieri; si parlerà tra le altre cose di nucleare, efficienza energetica e fonti rinnovabili, con proiezione di video
( info: rifcomchieri@katamail.com ).

PINEROLO (TO) gli Ecologisti di Pinerolo faranno 2 giorni interi di spettacoli e mostre con pannelli solari e fotovoltaici nella settimana successiva al 6.7 novembre ( info: info@assoeco.it )

PIEMONTE "No nucleare Piemonte" per mandare un messaggio al gruppo invia una email a
no-nucleare-piemonte@googlegroups.com
Notizie dal Piemonte: http://www.eco-piemonte.blogspot.com/

VERBANIA INTRA mercoledì 27 Ottobre ore 21 NUCLEARE: UNA SCELTA SBAGLIATA
Sala Monastero - Hotel "Il Chiostro" Gli effetti del Nucleare sul territorio vercellese
con Claudio Fecchio, Comitato antinucleare piemontese, Fausto Cognasso, Rete vercellese Antinucleare

PIEMONTE per comunicare con il COORDINAMENTO dei COMITATI ANTINUCLEARI del PIEMONTE che sta unendo tutti i comitati, associazioni, partiti, persone contro il nucleare e per le energie rinnovabili rivolgersi a : Fausto Cognasso ( faustocognasso@teletu.it ), Lino Balza ( linobalzamedicinadem@gmail.com), Claudio Fecchio ( claudio.fecchio@libero.it )

TOSCANA E’ nato da qualche mese il Coordinamento Toscano per il No al Nucleare (16 associazioni regionali e nazionali), blog nonuketoscana.blogspot.com
Info: Mauro Chessa chemauro@virgilio.it
Notizie dalla Toscana: http://www.ecotoscana.blogspot.com/

LIVORNO presidio di protesta domenica 7 novembre, i particolari quanto prima.
Info Maurizio Marchi (Medicina Democratica Livorno)

LATINA Comitato Libera Energia, in previsione un evento con probabile concerto a Latina
blog del comitato: http://liberaenergia.altervista.org/
gruppo Facebook http://www.facebook.com/photo.php?pid=30272176&op=1&view=all&subj=1277855467&id=1249835475&notif_t=photo_tag#!/group.php?gid=291749321333
Per iscriversi al gruppo http://nucleareno.altervista.org/newsletter.php
Info: http://jessicabrighenti.beepworld.it/ 320 3150868 (Jessica Brighenti )

MONTALTO di CASTRO e TARQUINIA disponibilità ad organizzare un iniziativa nella zona
Info: Marzia Marzoli
Notizie dal Lazio: http://eco-lazio.blogspot.com/ http://www.ecocastelli.it/ http://retedeicittadini.it/

COMITATO ANTINUCLEARE GARIGLIANO (CE) : comitatoantinuclearegarigliano@gmail.com;
tel. 340-3164015 328-4592281

LOMBARDIA in occasione dell’anniversario della vittoria al referendum antinucleare il Coordinamento Energia Felice propone di presidiare una piazza in tutti i capoluoghi di provincia Ogni territorio deve prevedere manifestazioni aperte, creative e partecipative. Stiamo prevedendo uno spettacolo teatrale sul nucleare e la costruzione mimata di un reattore nucleare di cartone in Milano città.
Info: Coordinamento Energia Felice

CREMONA Per uno dei giorni tra il 6 e l' 8 novembre "bisogna" dare un forte segnale contrario alla volontà del governo. Si pensa a un evento organizzato a Palazzo Cattaneo disponibile ad ospitarlo.
Circolo "Ambiente Scienze" ben.fio@libero.it (Benito Fiori)

BOLOGNA Lunedì 8 novembre dalle 18 alle 20 in Piazza Re Enzo brindisi antinucleare. Scalderà il clima la favolosa Banda Roncati e sarà possibile firmare per la proposta di legge "Si alle rinnovabili, No al nucleare." info e adesioni: energia.democrazia@energiademocraziabologna.org
Comitato "Energia e Democrazia – NO al nucleare" - www.energiademocraziabologna.org

LEGNAGO e BASSO VERONESE "NO AL NUCLEARE DA TUTTI I BALCONI".
ESPONI ANCHE TU LA BANDIERA ANTINUCLEARE! Dai un segno visibile della tua opposizione al piano del Governo. La foto le raccogliamo qui: http://picasaweb.google.com/comitatoantinuclearelegnago/LeFotoDiUNABANDIERAADOGNIBALCONE#5467522308099275490
Per acquistare la bandiera è sufficiente un contributo di 7 euro. Contatta - IL GERMOGLIO 'alimenti bio' Via Salieri, 16, Legnago - tel. 0442600281 - Luigi Patuzzo (Gigi) (Bovolone): tel. 0457102689
- Lino Pironato (Legnago): EM lp@vronline.it - cell. 340 5928393

LEGAMBIENTE 6-7 novembre festa delle energie pulite
Legambiente vi aspetta nelle piazze italiane per sostenere la legge di iniziativa popolare che promuove usi intelligenti dell’energia e delle fonti rinnovabili.


WWF Italia segnala: Comitato nazionale contro il nucleare, a giorni notizie sull'appuntamento del 6-7 info: http://www.fermiamoilnucleare.it/ Mariagrazia Midulla Responsabile Clima ed Energia

RETE NAZIONALE ANTINUCLEARE http://www.nonukes.it/
COORDINAMENTO NAZIONALE ANTINUCLEARE (RETE NUCLEARE rockcontest@live.it )

2° elenco

PROVINCIA DI VERCELLI domenica 7 novembre Legambiente, Pro Natura,WWF,LAV,LIPU
a 23 anni dal Referendum che bocciò il nucleare:
NO AI NUOVI DEPOSITI NUCLEARI
Saluggia – ore 10.00 davanti al Municipio
Crescentino - ore 12.30 pranzo antinucleare collettivo
Trino – ore 15.00 davanti al Municipio

MONCALIERI (TO) sabato 6 novembre al Teatro Matteotti ,via Matteotti 1 concerto NO NUKE del gruppo musicale ESAGONO

PINEROLO sabato 6 novembre dalle 9,30 alle 17,30 manifestazione di Legambiente, GAS, Mondo in cammino ,CGIL in Piazza Facta (sotto i portici in caso di pioggia). Dalle ore 16,30 animazione teatrale e alle 17,30 al Teatro del lavoro via Chiappero 12
spettacolo “Turlipineries “ del gruppo “ L'interezza non è il mio forte"

MANTOVA sabato 6 novembre da ore 9 Portici delle Pescherie (via pescheria) e Piazza Martiri: Presidio antinucleare e raccolta firme per la Iniziativa di legge .. (info Carlo Salette su FBK)

PROVINCIA DI LECCO Iniziative Legambiente. Anche in Provincia di Lecco sarà possibile informarsi, firmare ( www.oltreilnucleare.it ) e far sentire la nostra voce, per un futuro migliore e più pulito, nelle seguenti occasioni:
Bellano - sabato 6, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, piazza Tommaso Grossi
Merate - sabato 6, dalle 14.00 alle 18.30, piazza Prinetti
Lecco - sabato 6, dalle 10.00 alle 18.00, piazza Garibaldi
Colico - domenica 7, dalle 10.00 alle 12.00, piazza della Chiesa
Info: Mara Gargantini - http://www.merateonline.it/articolo.php?idd=3895

VIADANA ( MN) martedì 9 novembre ore 19 presso la Sala Consiliare del Comune di Viadana, piazza Matteotti 2 è convocato il Coordinamento Territoriale Antinucleare: Comitato Aiutiamo l’ambiente, comitato Noi ambiente e salute, presidenti delle Province di Mantova, Cremona, sindaci dei Comuni di Viadana, Brescello, Casalmaggiore, Dosolo, Guastalla, Poviglio, Suzzara.
Sono stati invitati i sindaci di altri 16 Comuni, i presidenti delle Province di Parma e Reggio Emilia,il presidente Parco Oglio sud, senatori e deputati, consiglieri regionali ecc.Tutti gli Enti che non hanno formalmente aderito al Coordinamento Antinucleare, lo potranno fare il 9 novembre.

ROMA domenica 7 ore 10-18 Piazza Farnese, manifestazione antinucleare con adesione di Federazione Verdi, Costituente Ecologista, verdi Lazio. ( Info g.finotti@verdi.it )

LIVORNO sabato 6 novembre dalle ore 16 alle ore 20 presidio di protesta, con assemblea aperta, in piazza ATTIAS, con bidoni tossici e tute bianche. Info: Maurizio Marchi (Medicina Democratica Livorno)

CECINA martedì 9 novembre ore 21 serata di approfondimento pubblica presso il Dopolavoro ferroviario.

3° elenco

TRINO VERCELLESE venerdì 5 novembre ore 21 Teatro Civico di Trino ( Municipio ) serata di riflessione etico-morale con Don Bruno Bignami, presidente della Fondazione Don Primo Mazzolari di Bozzolo (Cremona). Don Bruno, giovane teologo, sulla Rivista del Clero Italiano, ha recentemente pubblicato un saggio che sfida il mondo cattolico, ma non solo, sulla scelta nucleare.

( “ L’Italia sembra aver ripreso l’avventura dell’energia nucleare. La decisione coglie l’opinione pubblica nel torpore generale e invece meriterebbe qualche approfondimento. Dal punto di vista teologico-morale la scelta del nucleare è gravida di conseguenze etiche: perché allora questo assordante silenzio nella comunità cristiana? “)

sabato 6 raccolta firme durante il mercato e domenica 7 ore 15-18l presidio delle Associazioni Ambientaliste sotto l'atrio municipale.

VERBANIA venerdì 5 novembre Conferenza e dibattito con Gian Piero Godio e Don Renato Sacco, parroco di Cesara ed esponente di Pax Christi.

Giovedì 4 novembre raccolta firme all’esterno della COOP di Intra

Comitato Si Rinnovabili No Nucleare VCO e Alto Novarese

OMEGNA giovedì 4 novembre ore 21 raccolta firme al Cineforum

SANREMO banchetto e gruppo itinerante in bicicletta Info: oliva@sermetra.it

DOSOLO ( Basilicata ) serata “ lotta popolare antinucleare “

Info: laura.sanfelici79@libero.it

VANGADIZZA di LEGNAGO domenica 14 novembre serata informativa al CIRCOLO NOI via Redentore n. 4

Quello che nessuno dice sul Nucleare. Se sarà costruita la centrale a Torretta

Info:Lino Peronato lp@vronline.it comitatoantinucleare@libero.it

4° elenco

LIVORNO sabato 6 novembre Medicina democratica, Cittadini ecologisti, Vertenza Livorno promuovono un presidio di protesta ed informazione a Livorno in Piazza Grande ore 16/20.In quell’occasione si terrà una assemblea aperta, dove chiunque potrà esprimere le proprie rimostranze. Si invitano altre associazioni o gruppi di cittadini ad aderire alla manifestazione.

NOVARA Si è costituito anche a Novara il Comitato “SI alle energie rinnovabili, NO al nucleare”. Prime adesioni: Associazione per la pace di Novara, A.I.E.A( Associazione Italiana Esposti Amianto), Bilanci di Giustizia, CTNA (Comitato Territoriale Novarese Acqua),Idee di Futuro, Laboratorio per la Pace di Galliate, La Fabbrica di Nichi Novara, Legambiente Circolo di Galliate e di Novara, Medicina Democratica, Novaresi Attivi, Pro Natura, RdB-USB, Sermais (Società Civile e Responsabile.)

Sabato 6 novembre: tavoli di raccolta firme al mattino presso il mercato coperto e nel pomeriggio in centro città.

Lunedì 8 novembre: presso La parrocchia di S. Antonio in corso Risorgimento 65/b alle ore 21, serata di discussione, approfondimento e mobilitazione con Mario Agostinelli, autore del libro L’ENERGIA FELICE

ROMA 9 novembre, sono programmate altre 2 iniziative: ore 10,30-13 un sit in davanti la sede ACEA ( partecipe di una delle cordate nucleari e monopolista dell’acqua, di cui si va al referendum) Ore 17 Facoltà di Fisica (Sapienza) pubblico dibattito

( Collettivo Autonomo di Fisica ,Coordinamento Antinucleare “salute-ambiente-energia” Comitato “NO dighe in Patagonia” , Rete Noinc-Roma, Confederazione Cobas - Unione Sindacale di Base (USB) Comitato di Quartiere Alberone , Contropiano ) Info: v.miliucci@libero.it

CREMONA lunedì 8 novembre, ore 18, presso la Sala Eventi di SpazioComune, in piazza Stradivari incontro con Gianni Silvestrini, per 15 anni ricercatore Cnr di modellistica energetica e di programmazione territoriale, oggi docente universitario al Politecnico di Milano, direttore della rivista "QualEnergia" e del Kyoto Club In Italia, un precursore della green economy, anzi del "green new deal": di un progetto complessivo di economia sostenibile, basato sull'innovazione scientifica e tecnologica, alternativo al nucleare.
info: ben.fio@libero.it Per il Coordinamento "CreaFuturo" Pezzoni

5°elenco

LATINA: domenica 7 novembre alle ore 17 Viale Paganini 76
"Quali risposte alla crisi energetico-ambientale? "
Videoproiezioni e citazioni da libri dedicati al tema e non solo, per riflettere insieme
Comitato Cittadino LiberaEnergia

TRENTO domenica 7 novembre ore 10.30. Sala Hotel America, via Torre Verde 52 Nell’anniversario dei referendum antinucleari dell’8-9 novembre 1987
Ricordare i referendum antinucleari per non scordare Chernobyl
CONFERENZA STAMPA dei Verdi del Trentino
Al nucleare ci sono alternative Introducono:
Aldo Pompemaier Presidente dei Verdi del Trentino per la Costituente ecologista
Marco Boato Ufficio di Presidenza dei Verdi italiani e membro del Gruppo dicoordinamento della Costituente ecologista
Relazione illustrativa delle alternative al nucleare:
Prof. Antonio Zecca Docente di Fisica del clima alla Facoltà di Scienze dell’Università di
Trento
Sono invitati a intervenire i rappresentanti delle Associazioni ambientaliste del Trentino

FRASCATI giovedi 11 novembre 2010 - ore 15.30 - 18-30 Circolo ARCI "La Contea"
Maffeo Pantaleoni, 21 tel. 06-9760856
Incontro con Alfonso Navarra (Carovana per la denuclearizzazione, autore de "La guerra nucleare spiegata a Greta")
Aperitivo antinucleare collettivo
Raccolta firme per proposta di legge sulle Fonti Rinnovabili
Con il patrocinio di: Campagna di obiezione di coscienza alle spese
militari per la difesa popolare nonviolenta

FERRARA: domenica 7 novembre ore 11, ci incontriamo in piazza Savonarola, per presidiare simbolicamente la qualità di vita nostra e del nostro ecosistema, oggi e in futuro, per preservare concretamente la volontà popolare del rifiuto al nucleare, democraticamente e indiscutibilmente espressa col referendum del 8 novembre 1987 Proteggiamo il nostro territorio dal nucleare, ribadiamo che il futuro del Paese è legato allo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica
Comitato Acqua Pubblica Ferrara
Legambiente Ferrara, Rete Lilliput Ferrara, Libera Ferrara, Emmaus Ferrara, Grilli Estensi, Pax Christi Ferrara, Comitato Ferrara città sostenibile, Cittadini della Nuova Resistenza amici di Borsellino e Schönau, Gentedisinistra, La Fabbrica di Nichi di Ferrara, FP CGIL Ferrara, CGIL Ferrara, USB Pubblico e Privato Ferrara, Verdi di Ferrara per la Costituente Ecologista, Federazione della Sinistra Ferrara, Sinistra Ecologia e Libertà Ferrara, Italia dei Valori Ferrara. Info: Marcella Ravaglia

ALESSANDRIA: Volantinaggi e banchetti con raccolta firme piazza Ceriana sabato 6 e domenica 7 novembre dalle 15 alle 20.
comitato antinucleare della provincia di alessandria

CHIERI: Il Centro di documentazione "CUBO" si mobilita contro il nucleare con banchetto e mostra il sabato 6 in piazza Dante giorno di mercato. mentre la Domenica 7 in occasione della fiera di S.Martino raccoglieremo firme e faremo controinformazione su nucleare e tangenziale est insieme al comitato no tangest.

Per comunicare nuove iniziative su questo elenco scrivi a: ecoblog@libero.it


4 novembre 2010

SANDOKAN: La Tigre ferita


Viaggio nella catastrofe ambientale del sud-est asiatico

di Angelo Bonelli

Sandakan ( Borneo – Malesia )

“Era una magnifica notte d'agosto, una vera notte tropicale. L'aria era tiepida, dolce, elastica, imbalsamata dal soave profumo dei gelsomini, degli sciambaga, dei mussenda e dei nagatampo....Emilio Salgari descriveva così , con profonda sensibilità ambientalista, la foresta del sud est asiatico nel suo racconto i “ Misteri della Giungla Nera “ Giungere nella città di Sandakan da una profonda emozione per chi è cresciuto con la fantasia della penna di Salgari e le mitiche gesta di Sandokan, la “ Tigre della Malesia “. Oggi Sandakan, la città che Salgari ha utilizzato per dare il nome a Sandokan, è un grande centro commerciale con il principale porto del nord del Borneo che si affaccia nel Mar di Sulu nell’Oceano Pacifico. Chiedo subito al conducente del taxi se avesse mai sentito parlare di Sandokan, e con mio grande stupore la risposta è no. Nel tentativo di spiegare chi fosse l’eroe salgariano scoprì che i malesiani hanno il loro Sandokan che si chiama Mat Salleh che aveva combattuto alla fine del 1800 contro il dominio degli inglesi.

Ma oggi la foresta incontaminata della Malesia e del Sud est Asiatico non è più quella raccontata dai romanzi di Salgari. Le foreste sono state progressivamente sostituite da immense piantagioni di palme da cui viene ricavato l’olio di palma utilizzato da numerose multinazionali nell’industria alimentare, cosmetica e dei biocarburanti. Il futuro delle foreste, delle comunità locali, della biodiversità concentrata in quest’area è nelle mani di fondi sovrani, e delle speculazioni finanziarie in borsa. Non è un caso che la rivista Forbes nel 2006 ha inserito tra i primi sei uomini più ricchi del mondo Kuok Khoon Hong multimiliardario malese proprietario della maggior parte di piantagioni di palma in Malesia e Indonesia. Ogni anno oltre 2, 4 miliardi di tonnellate di gas serra vengono rilasciati nell’atmosfera a causa degli incendi provocati nelle foreste indonesiane e malesiane. Queste foreste torbiere hanno un ruolo importante di regolazione del clima perché immagazzinano una quantità enorme di carbonio , alcuni studi parlano di oltre 550 miliardi di tonnellate, una cifra pari a 70 anni di emissioni da combustibili fossili. Nel 2007 oltre il 70% delle foreste di questi paesi è andato distrutto portando Indonesia e Malesia a diventare i primi produttori mondiali di olio di palma con l’85% della produzione globale ed esportatori per l’88%. Il programma REDD dell’Onu ( riduzione delle emissioni da deforestazione nei paesi in via di sviluppo ) viene abilmente aggirato conteggiando come foresta le immense monocolture di palme o di alberi lattice Ogm . La perdita di biodiversità è drammatica.

Oryx una rivista scientifica di Cambridge ha pubblicato uno studio che parla di una minaccia di estinzione dell’ Orangutan nel 2011. L’Orangotango era descritto da Salgari nelle Tigri di Mompracen : “la sua faccia, assai rugosa, aveva un aspetto ferocissimo, specialmente con quegli occhietti infossati e mobilissimi e quel pellame rossastro che la incorniciava “ In realtà l’orango tango è un animale molto pacifico e questa specie nel Borneo malese si è ridotta di oltre il 14% dal 2004. A 25 Km da Sandakan a Sepilok c’è un centro per la riabilitazione degli Orangutan, uno dei 4 unici esistenti al mondo, che si estende su un’area di 4.294 ettari . Ma insieme all’Orangutan, rischiano l’estinzione il rinoceronte di Java ridotto a meno di 100 unità e la tigre di Sumatra ridotta a meno di 500 unità. Proprio lungo la strada che conduce a Sepilok da Sandakan ci sono almeno dieci sedi di Oil company Ltd ed ogni giorno si incrociano centinaia di camion cisterna che trasportano olio di palma . E’ impressionante vedere, la dove prima c’era la foresta millenaria, ergersi ,quasi a toccare il cielo, le grandi ciminiere degli impianti di trattamento dell’olio di palma. Questo sviluppo economico senza regole ha aumentato i conflitti con le popolazioni locali.

E’ il caso della popolazione dei Penan, una popolazione nomade del Sarawak ( sud Borneo malese ) che combatte da oltre 20 anni contro il taglio illegale che sta distruggendo la foresta pluviale dove vivono. Si è attivata anche l’ Onu attraverso l’uffico per i diritti Umani che ha protestato a Ginevra contro il governo indonesiano per il progetto noto dal 2005 come “ Kalimantan oil border mega project “. Un investimento di 600 milioni di dollari , con capitali indonesiani e cinesi, per realizzare la più grande piantagione di olio di palma del mondo, in una fascia di terra estesa 1,8 milioni di ettari situata tra il confine Indonesiano-Malesiano. L’Onu ha espresso la preoccupazione che una realizzazione di queste dimensioni metta a rischio le comunità indigene che vivono nella zona come quella dei Dayak Iban. Si proprio loro, i Dayak, le cui gesta sono state raccontate da Salgari, descritti come i temibili tagliatori di teste. La foresta con i suoi abitanti umani e animali soffre e sembra invocare un nuovo Sandokan che dall’isola di Mompracem guidi il pianeta a porre uno stop a questa distruzione senza fine.....

L’olio di palma è sangue della nostra terra, chi oggi usa l’olio di palma nelle centrali a biomasse per produrre energia è come se bruciasse sangue. Un crimine contro l’umanità : in Malesia decine e decine di milioni di ettari di foresta sono stati distrutti, specie animali condannate all’estinzione popolazione indigene cacciate che subiscono omicidi e violenze.