20 settembre 2011

Identikit dei "pirati" tedeschi


Internettiani e iperdemocratici

La sorpresa alle amministrative di Berlino si chiama Piratenpartei: quasi il 9 per cento dei consensi. Chiedono, tra l'altro, internet e trasporti gratis, reddito minimo per tutti e liberalizzazione delle droghe leggere. Ecco il partito fondato da un gruppo di nerd nel 2006

di Andrea Tarquini *

"La lunga notte del party della vittoria è finita, adesso mostreremo che cosa sappiamo fare, siamo giovani impegnati e competenti in molti temi sociali, non siamo soltanto un partito di protesta". Sebastian Nerz, 28 anni, e Andreas Baum, reggono appena la stanchezza dopo la festa finita alle 4 del mattino. Ma con le elezioni di ieri domenica a Berlino sono diventati l'altro volto nuovo della Germania. Nerz e Baum sono rispettivamente leader nazionale e capolista nella capitale della Piratenpartei 1, il partito dei pirati.

Dodicimila iscritti, strutture sciolte e nessuna vera piramide di potere, campagna elettorale e vita politica svolta molto più sulla rete che non in piazza, giovani, più ragazzi che ragazze, tutti ben istruiti e con buoni titoli, spesso conservatori delusi dalla Cdu. Ecco l'identikit dei leader del piccolo partito, fondato da un gruppo di 'Nerd' (entusiasti delle nuove tecnologie) nel 2006 sull'esempio della Scandinavia, che ieri ha sfondato il muro della soglia di sbarramento del 5 per cento e ha conquistato quasi il 9 per cento dei consensi nella vitale, postmoderna capitale tedesca.

"Adesso dimostreremo che abbiamo persone competenti, gente preparata, non ragazzotti solo buoni a protestare", dice Andreas Baum, appunto il capolista berlinese. "Il punto centrale del nostro programma è la partecipazione, porteremo questo desiderio dei cittadini della capitale di impegnarsi attivamente in politica nell'aula del Parlamento della città-Stato". Libertà totale su internet, libertà dai vincoli del diritto d'autore, due slogan in nome della libertà d'informazione, sono stati i primi valori costitutivi di fondazione della Piratenpartei, come si chiama la nuova formazione in tedesco, o Korsanpartisi in turco, denominazione certo non inutile tra i molti giovani d'origine turca nella capitale.

Esperienza fondata sull'esempio del successo dei "Pirati" nel Nord Europa, in Svezia, dove hanno conquistato due seggi al Riksdag, il Parlamento del regno. Ma nella realtà concreta di Berlino, tra vivacità multiculturale e contrasti sociali e di reddito, i Pirati di Baum e Nerz chiedono trasporti pubblici gratis per tutti, un reddito minimo garantito per tutti, e la liberalizzazione delle droghe leggere. Insistono anche per una vita pubblica "basato sulle molteplicità degli stili di vita". Iperdemocratici, postmoderni a più non posso insomma. A Berlino ha funzionato. La loro sede, quella dove si è festeggiato fino all'alba, manco a dirlo è in uno dei tanti bellissimi cortili di Kreuzberg, il quartiere multietnico e giovanile di Berlino ovest che è un po' la Notting Hill tedesca.

"Sono una realtà nuova, un'espressione politica da prendere sul serio", dicono anche i democristiani (Cdu) cioè il partito della cancelliera Angela Merkel. Sono ribelli, sono eroi del popolo degli hacker, ma hanno alle spalle un solido curriculum accademico. Come appunto il loro leader Sebastian Nerz, appena 28enne, laureato in Bioinformatica alla prestigiosa università di Tubinga, ex simpatizzante proprio della Cdu.

"Siamo anche la spina nella carne dei partiti tradizionali", dicono i Piraten. A Berlino, hanno conquistato secondo alcuni politologi il 46 per cento del voto giovanile. E sottratto almeno 17mila elettori ai Verdi, 14mila alla socialdemocrazia, 13mila alla Linke, la sinistra radicale. Tutti li prendono sul serio, a cominciare dai maggiori media cartacei o internettiani, dallo Spiegel online alla Frankfurter Allgemeine. Per ora hanno sfondato soltanto a Berlino, ma secondo alcuni politologi come Oskar Niedermayer non sono una realtà effimera. Anche in altre grandi città tedesche, prima di tutto Amburgo o Brema, hanno buone chances. "In ogni caso tra cinque anni esisteranno altrove". Guarda caso, hanno vinto puntando molto sul web e sui social forum. Persino il loro più diffuso manifesto cartaceo in vie e piazze di Berlino diceva "non ti fidare degli slogan, cerca come nel surfing", insomma quasi un invito da motore di ricerca.

* da La Repubblica 19 settembre 2011

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