24 agosto 2012

Altervista: solo il pessimismo della ragione e l’arte di arrangiarsi ?


La “visione politica dominante” portata avanti dai partiti che sostengono il governo Monti è destinata a durare ancora: se prendiamo in considerazione i sondaggi elettorali attuali, il “blocco” dei partiti che sostengono il governo hanno percentuali che messe assieme consentirebbe loro di dare vita a un “Monti-bis” o ad un “qualcosa che assomigli ad un Monti-bis” senza Monti. Berlusconi “dal suo canto” forse “cavalcherà” l’antieuropeismo per recuperare sia il legame “spezzato” con la Lega che i tanti voti persi: forse egli riuscirà anche ad illudere gli italiani di un “miracolo possibile” con la fuoriuscita dall’euro e dopo un eventuale vittoria le cose rimarranno esattamente uguali ad ora.
Grillo e Di Pietro con i loro partiti non possono “prendere voti” tali da riuscire a superare i voti della maggioranza attuale: le cose “in qualsiasi modo vadano” probabilmente ci restituiranno una situazione politica molto simile a quella attuale anche se con “qualche scossone”. Una conferma di ciò è l’ulteriore avvicinamento di Vendola al Pd e al centro di Casini.
La visione politica dominante, che collima con la “visione unica economica”, ha come obiettivo quello di far restare le cose così come sono: i mercati, le banche e le agenzie di rating infatti più volte hanno espresso le loro “paure” riguardo alla situazione politica italiana dopo le prossime elezioni. Il neoliberismo portato avanti dai “poteri forti” dello stato e dell’economia è troppo difficile da “abbattere” sia per la sinistra antagonista italiana sia per il movimento 5 stelle che per gli altri movimenti nascenti o già nati.


Negli ultimi anni, ma soprattutto di recente, grazie al web il fenomeno del baratto, pratica “antica come il mondo”, si sta diffondendo sempre più. In Spagna, in Grecia e in Italia “si fa fatica ad arrivare alla fine del mese” e il baratto diventa un modo di affrontare la crisi economica. Fioriscono di continuo gruppi sul social network Facebook che permettono lo scambio di diversi oggetti: da indumenti ai libri, da cd musicali o dvd di film alla bicicletta, insomma c’è di tutto. Il fenomeno si è diffuso non solo per affrontare la crisi economica ma anche per moda.
Oltre alla rete nascono negozi che permettono lo scambio di oggetti come è avvenuto a Madrid, dove si stanno diffondendo negozi dove si scambiano oggetti e indumenti “usati”. In Grecia il fenomeno ha assunto anche i connotati della protesta contro la moneta unica. In Italia sono tanti i gruppi su facebook dove si scambiano oggetti vari e indumenti: comprare cose nuove è diventato quasi un lusso per tanta gente che “trova” migliore il baratto come “metodo di acquisto”.
Inoltre anche in Italia come in Grecia e in Spagna fioriscono negozi dove si scambia l’usato: si entra per esempio con un maglione e si esce con un jeans considerato dal negoziante di valore equivalente all’oggetto scambiato. Ritorno al baratto dunque, ritorno a pratiche “millenarie” la quale adozione evidenzia benissimo la situazione di crisi che stiamo affrontando. Risparmio dei consumi, baratto, mensa dei poveri e tanto altro testimoniano un momento a dir poco eccezionale che sta vivendo la società contemporanea.

da:     http://systemfailureb.altervista.org/         agosto 2012

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