7 marzo 2013

Gruppo Cinque Terre ECOLETTERA 17/1 marzo 2013



costruire la transizione: un nuovo ecologismo – democrazia – giustizia – nuovi lavori


Editoriale:  Italia 2.0
Nella valanga di commenti successivi al voto il problema per tutti è capire cosa è successo e non perdere di vista il finale possibile della storia. Berlusconi, Bersani e Monti si somigliano come gocce d'acqua alle quali la luce soffusa dei media dà sfumature diverse. Vorrebbero fare le stesse cose ma se ne contendono la gestione: La tav, gli inceneritori, mille km di nuove autostrade, tutto il cemento ancora possibile, una spartizione dettagliata dei loro portavoce sui media che chiamano pluralismo,  una strizzata d’occhi al pezzente capitalismo italiano, uno sguardo distratto verso i gruppi economici collegati alle mafie, un po’ di F35; vengono dopo ambiente, precarietà, giustizia sociale e democrazia. In fin dei conti il governo a tre di  Monti è stato questo e tutti fingono di non sapere che la gran parte dei suoi effetti devono ancora arrivare. Non è che non litigano, specie vicino al voto e in tv, ma lo fanno per ridiscutere ad ogni appuntamento i rapporti di forza fra loro nella spartizione. Come una bionda, una bruna, una castana si sono esibiti sul cubo per farci votare la più  affascinante. Con sistemi elettorali truccati con premi vari ( porcellum e mattarellum sono solo varianti ) hanno cancellato la proporzionalità fra voti ed eletti;  trasformato i piccoli e medi in gregari immaginando così di impedire qualunque  cambiamento; ci sono riusciti per decenni. L’avanzare della crisi (che hanno determinato spolpando anche l’osso ), il fallimento delle varie opposizioni trasformiste, la discesa in campo per la prima volta  e in forma pacifica di molte  migliaia di giovani, la capacità di Grillo e Casaleggio che gli ha dato voce, hanno concentrato sul Movimento 5 Stelle la miscela esplosiva che hanno innestato. Ed hanno perso. Il PDL più di 6 dei 13 milioni di voti del 2008, il PD 3,5 dei 12 milioni che aveva.  

La maggior parte dei vecchi protagonisti, ma anche molti degli elettori occasionali di Grillo, non hanno capito se si tratta di una momentanea rivolta o di una  rivoluzione, e “ fanno melina “. L’obiettivo ovvio è fregare Grillo ( ci impedisce di governare nella crisi… ) e subito fare una nuova legge elettorale che peggiori il porcellum; si può fare con il doppio turno: il superporcellum di Bersani, Violante, Finocchiaro depositato da tempo nei cassetti del Senato. Molti buontemponi di sinistra, tanti nel nostro paese di intellettuali dimezzati, immaginano che si tratti di spiegare a Bersani o a chi presto lo sostituirà, cosa non hanno capito, ma hanno capito benissimo. Tutti i partiti e i loro portavoce nei media convengono sul cambiare il porcellum ma evitano accuratamente di dire con che cosa . Con un sistema elettorale democratico come quello proporzionale tedesco Grillo avrebbe eletto 250 parlamentari invece di 163 e la questione sarebbe stata  diversa: la rivoluzione svolgerebbe il suo corso e in poco tempo gli italiani valuterebbero i suoi risultati. E potrebbero togliere o confermare la loro fiducia sulla base dei fatti. Le rivoluzioni, questa è per fortuna pacifica,  quando scoppiano possono vincere o perdere. Nessuno abbandona il suo palazzo d’inverno consenziente prima di aver usato tutte le armi per difenderlo, a volte anche quelle illegali o violente..  Sul sistema elettorale è un dovere delle menti critiche  e pensanti  aprire la discussione. Tutto il resto viene dopo o è dipendente da quello.

Fa una certa impressione vedere le truppe disperse delle varie sinistre fare propri contro il Movimento di Grillo gli stessi argomenti, gli stessi toni calunniosi, dei perdenti del centro-destra. Un blocco unico contro cui si è scagliato il Movimento 5Stelle e, per il momento, ha vinto. Non per entrare in  Parlamento ma per cambiarne totalmente il ruolo. Quello che emerge, ad esempio dal dialogo tra Fo, Casaleggio e Grillo (Il grillo canta sempre al tramonto) è chiaro: il M5S, almeno nelle intenzioni dei suoi fondatori, prova ad avviare una rivoluzione profonda, sociale, politica e economica. Da tempo sosteniamo che un processo riformatore nell’anomalia italiana può svolgersi solo attraverso un percorso rivoluzionario, per fortuna con metodi pacifici e non violenti. Ciò non toglie che il comico fa  terribilmente sul serio.  
 
Dopo un anno di confronti, più o meno riservati e dietro le quinte, e spargendo una grande nebbia mediatica perché non si capisse di che si discuteva, PD e PDL hanno di fatto concluso che nessuna delle varianti al porcellum, elaborate con la fantasia degna di un poeta medioevale, poteva azzerare la possibile  presenza in Parlamento, allora ben più di oggi sottovalutata, di un gruppetto di grillini e di eventuali altri eversori dell’ordine costituito. Veri  rompiscatole  in un Parlamento delle larghe intese. Così hanno concluso che il porcellum in definitiva andava benissimo ad entrambi. I sondaggisti di famiglia davano rassicurazioni. Il porcellum, per quanto favorisca alla grande  i due attori principali è una brutta bestia, dai più incompresa, che genera  quattro bei  porcellini, con il rischio però, puntualmente verificatosi, che partorisca porcellini ciechi. (di Massimo Marino )

Quest’opera, nonostante il battage pubblicitario che la circonda, fa sempre più acqua da tutti i punti di vista e soprattutto, man mano che si delineano le fantasiose tempistiche dei fan del tav, si conosce sempre più a fondo la reperibilità dei fondi per la sua realizzazione.
I soldi delle nostre tasse sono l’unica fonte di finanziamento esistente  e necessariamente, ancor piú in un momento storico del genere, ciò significa spostare ingenti somme di denaro dalla sanità, dalla scuola e dai servizi sociali, per finanziare quella che ormai è la cassaforte, con relativo bancomat, del sistema dei partiti. ( Movimento NoTAV)

”Il 23 marzo tutti i  parlamentari del Movimento 5 Stelle saranno alla manifestazione in Val di Susa per ribadire che tutti noi, dal primo all’ultimo siamo contro questa inutile e costosa grande opera, non uno, due o tre parlamentari o cos’ altro”. Lo hanno detto i capolista del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato in Piemonte, Laura Castelli e Marco Scibona, quest’ultimo nato e residente di Bussoleno.“Ci piace pensare che quel giorno in valle sarà una grande festa popolare”.

L'architetto Virano, commissario del Governo per la Torino-Lione, messo in difficoltà dall'esito delle elezioni, ha creduto opportuno dire che, nel caso di rinuncia a costruire la linea, l'Italia dovrebbe pagare una penale di un miliardo e seicento milioni di euro. La tesi è priva di fondamento: l’articolo 3.4.1. del contratto di finanziamento stipulato tra l’Unione Europea, ed i governi Italiano e Francese il 5 dicembre 2008 dice che: “Il beneficiario del contributo può sospendere i lavori se vi sono circostanze eccezionali che li rendono impossibili od eccessivamente difficoltosi, in modo particolare in caso di forza maggiore”. In questo caso, come specificato nel paragrafo seguente, se i lavori non riprendono entro due anni, dalla data originariamente prevista, l’Unione Europea cancellerà il contributo. (  ProNatura Piemonte )
Alla Camera 6 province su 7 si risvegliano grilline. Solo a Rovigo il PD è primo con il 26,7%. Bastonata per la Lega: dal 27,1% delle ultime Politiche al 10,7%. Oggi il Veneto è una regione stellata. Il centrodestra ha ancora la maggioranza relativa (32%). E il centrosinistra si ferma complessivamente al 25% al Senato (ma alla Camera scivola ancora più giù, 23,2%). Oggi in Veneto c’è una nuova forza. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito, 25% al Senato. Più del PD che è al 23%. Più del PDL che è al 18,7%. Più della Lega che crolla all’11%. Per non dire  della Camera: Cinque Stelle al 26,3%. L’exploit a Marghera, una volta roccaforte rossa e, per un po’, anche un buon serbatoio di voti leghisti: oggi le ciminiere delle fabbriche non fumano più, il PD di Bersani è al 30,86% e Beppe Grillo lo batte: 32,65%. È l’unica forza a crescere, come se si fosse scolata un flacone di vitamine. ( di Alda Valzan da ilgazzettino.it )

All’Ars (assemblea regionale siciliana ) sono arrivate due mozioni bomba. Tutte presentate dal Movimento 5 Stelle: la prima riguarda l’elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi, attualmente in costruzione nella Valle del Mela (Messina). La seconda riguarda l’assurda vicenda delle autorizzazioni per la costruzione di una rigassificatore alle spalle della Valle dei Templi di Agrigento. Un progetto contro cui si è già scagliato, oltre ai comitati dei cittadini, anche l’assessore regionale al Turismo, Franco Battiato. Nella mozione si chiede, anche in questo caso, l’annullamento delle autorizzazioni. E ancora: una discussione unificata (basata su interrogazioni e interpellanze di vari gruppi) sulle trivellazioni in terraferma e off-shore. Le compagnie petrolifere hanno allungato le loro grinfie sul gas e sul petrolio siciliano, rischiando di compromettere territori già fragili, come la Valle del Belice, zona altamente sismica, e il mare siciliano, come quello antistante Pantelleria.  ( di Sabrina Macaluso  da www.linksicilia.it )
 
Dall'acqua pubblica al no alle grandi opere come la Tav, dalle ricette per la Rai al reddito-sussidio garantito, dai grandi temi alle micro-questioni. Ora che il Movimento 5stelle è passato con successo attraverso le elezioni nazionali è venuto il momento di guardare con attenzione a che cosa viene proposto in materia economica e di capire se quello che viene proposto è condivisibile o meno. Le prime battute post-elettorali di Grillo sono state inequivocabili: “Acqua pubblica, scuola pubblica, sanità pubblica, reddito minimo di cittadinanza…”. Altre battute sono state lanciate in questi giorni contro la Torino-Lione e la meno nota “gronda” autostradale genovese (di fatto il raddoppio del nodo autostradale intorno alla città). Sono da tempo note le posizioni del Movimento a favore delle energie rinnovabili e più in generale della riconversione ecologica delle produzioni e dei consumi. Insomma: un programma contro il liberismo, per il welfare e per l’ambiente. ( di Gerardo Marletto su sbilanciamoci.info )

Una ostilità fortissima a sinistra si è radicata contro il Movimento 5 stelle. Un punto è: la sinistra italiana si identifica con lo Stato. Lo Stato è visto, sia in una lettura cinica, sia in una lettura progressista, come il regno proprio dell’autonomia del politico e la barriera contro l’immediatezza della società civile. Ogni attacco all’autonomia del politico — quindi al sistema dei partiti, identificato tout court dalla sinistra con la democrazia italiana — è barbarico, pericoloso, di destra, populista e via così. La lettura “populista” dell’attacco all’autonomia del politico non si attaglia per nulla al Movimento 5 stelle, dove una coscienza civica dell’impegno sembra prevalere sulla dimensione privata, dove una scrupolosa ossessione delle regole sembra fare aggio rispetto la deregulation, dove forme elementari di democrazia sono premiate come istituzioni forti da preservare e rafforzare. (di Lanfranco Caminiti su Gli ALTRI la sinistra quotidiana)


Il flop di Rivoluzione civile non era scontato, ma largamente prevedibile. Lo scopo di quei partiti nascostisi sotto le toghe dei pm era la mera sopravvivenza: presidiare un’area sterile e striminzita di voti «di sinistra», che certo molti di loro immaginavano, sbagliando, più consistente. Non certo offrire un’alternativa a milioni di elettori disgustati dalle forze politiche al comando del paese. Avevano un programma raffazzonato riprendendo i punti fondamentali di cambiaresipuò, perché i dieci punti proposti inizialmente da Ingroia erano drammaticamente inadeguati.  ( di Guido Viale su il manifesto)

Collegno è tradizionalmente di sinistra. E, come tutti i comuni, di destra o di sinistra, ha in modo sistematico e senza pudore depredato il proprio territorio. Aveva però ancora una bella fascia rimasta miracolosamente integra, seppure a ridosso della tangenziale di Torino, un territorio con un terreno agricolo di prima qualità in cui prosperavano ancora alcune cascine, ricordo di quello che era stata Collegno fino a non molto tempo prima. Delocalizzare una fabbrica va anche bene. Peccato però che, con la scusa della delocalizzazione, il PIP prevedesse anche la realizzazione di un centro commerciale e di un multisala cinematografico. E poi si parlava anche di un asilo, di servizi per la comunità, persino di un campo da golf. Cosa c’entrasse tutto questo con un piano di insediamenti produttivi era un mistero per i poveri cittadini. Le associazioni ambientaliste insorsero compatte. Seguirono incontri, serate, ma la giunta non cambiò idea. E il piano venne approvato a luglio del 1997. ( di Fabio Balocco dal blog su ilfattoquotidiano.it )

Nel futuro dei 2500 beagle di Green Hill ci saranno solo le morbide cucce delle loro famiglie affidatarie. L’azienda Green Hill di Montichiari, infatti, ha rinunciato al ricorso in Corte di Cassazione contro il sequestro probatorio disposto dalla magistratura bresciana. Lo ha reso noto la Lav (Lega Antivivisezione) che ora chiede ”il processo per punire i responsabili e chiudere l’allevamento della morte” che ospitava cani beagle destinati alla sperimentazione animale. Secondo la Lav, ”questa ritirata fa supporre che la ditta abbia finalmente capito che non aveva alcuna possibilità di vincere e fa ben sperare per il buon esito della vicenda giudiziaria”. ( di Davide Turrini su ilfattoquotidiano.it )

Per circa tre anni, i nostri governi, la cricca dei banchieri e i media industriali ci hanno garantito che loro conoscevano l’approccio corretto per aggiustare le economie che loro avevano in precedenza paralizzato con la loro mala gestione. Ci è stato detto che la chiave stava nel balzare sul Popolo Bue imponendo “l’austerità” al fine di continuare a pagare gli interessi ai Parassiti delle Obbligazioni, a qualsiasi costo. Quale è stato l’approccio dell’Islanda? Fare l’esatto contrario di tutto ciò che i banchieri che gestivano le nostre economie ci dicevano di fare. I banchieri (naturalmente) ci dicevano che dovevamo salvare le Grandi Banche criminali a spese dei contribuenti (erano Troppo Grandi Per Fallire). L’Islanda non ha dato nulla ai banchieri criminali.
I banchieri ci dicevano che nessuna sofferenza (del Popolo Bue) sarebbe stata troppo grande pur di garantire che i Parassiti delle Obbligazioni fossero rimborsati al cento per cento di ogni dollaro. L’Islanda ha detto ai Parassiti delle Obbligazioni che avrebbero ricevuto quel che sarebbe rimasto dopo che il governo si fosse preso cura del popolo.  (di Jeff Nielson da www.tlaxcala-int.org )

ECOLETTERA link archivio: 1 - 2 - 3 - 4  - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 1415 - 16

Nessun commento:

Posta un commento