2 ottobre 2013

"Un mondo in pericolo", il film capolavoro sulle api



Per il Festival della Biodiversità del Parco Nord, al MIC l’anteprima milanese dell’incredibile film dello svizzero Markus Imhoof, titolo originale "More than Honey", già presentato al Festival Cinemambiente, e nelle sale italiane dal 12 settembre. Una straordinaria opera visiva sul rapporto secolare tra l’uomo e le api, la loro funzione cruciale per la Natura e la sindrome da spopolamento che si è diffusa nel mondo


Sulle api non c’è solo la famosa frase attribuita ad Einstein, "Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita", ma anche la ripetuta testimonianza degli apicoltori di mezzo mondo, protagonisti, insieme ai milioni di insetti ripresi nel film, di "Un mondo in pericolo": "Senza api un terzo di tutto ciò che mangiamo non ci sarebbe".
 


Nella tradizione tedesca dei grandi documentari sulla Natura (basti pensare ad Herzog), la produzione Germania-Austria del film di Imhoof ha richiesto 5 anni di lavoro e parecchi giri del mondo in km percorsi, visto che la ricerca e lo studio della api si svolge praticamente su 4 continenti. Grazie alla casa di produzione milanese Officine UBU, quella del "SACRO GRA" di Gianfranco Rosi, vincitore a Venezia, il film si può ora vedere anche nelle sale italiane.

L’opera di Imhoof, grazie alla tecnologia strabiliante che include micro-videocamere piazzate sulla schiena degli insetti, entra nelle celle degli alveari, si addentra tra stigmi e ovuli dei fiori, segue gli sciami in volo. Ape regina, api operaie e fuchi, sembrano formare un unico organismo prodigioso, quello che permette ai fiori e alle piante di "fare all’amore", grazie all’impollinazione.

Questa cooperazione prodigiosa del mondo animale e vegetale oggi è in pericolo ed esistono grandi nazioni mondiali dove le api sono estinte da tempo e, cosa che lascia sbigottiti, l’impollinazione la fanno gli esseri umani al posto loro, arrampicandosi ai fiori delle piante e depositando il polline col contagocce. Purtroppo la sindrome da spopolamento è una realtà, accertata dal 2006, ma ancora incomprensibile nelle sue cause specifiche per gli scienziati del mondo.

Dall’apicoltore svizzero delle Alpi che continua un lavoro secolare, ai grandi imprenditori americani che trasportano migliaia di arnie sui tir per fare impollinare i mandorli della California, si arriva alla sorpresa finale di un’isoletta australiana, dove forse è protetta la speranza della sopravvivenza futura di questo straordinario e generosissimo insetto e, come ammoniva Einstein, dell’umanità intera.

·         da ecodallecitta.it ,  13 settembre 2013

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