27 febbraio 2013

Il porcellum genera porcellini ciechi



di Massimo Marino

Dopo un anno di confronti, più o meno riservati e dietro le quinte, e spargendo una grande nebbia mediatica perché non si capisse di che si discuteva, PD e PDL hanno di fatto concluso che nessuna delle varianti rispetto  al porcellum, elaborate con la fantasia degna di un poeta medioevale, poteva azzerare la possibile  presenza in Parlamento, allora ben più di oggi sottovalutata, di un gruppetto di grillini e di eventuali altri eversori dell’ordine costituito. Veri  rompiscatole  in un Parlamento delle larghe intese. Così hanno concluso che il porcellum in definitiva andava benissimo ad entrambi. Il PD, in particolare nella fase finale, malgrado un po’ di pressing di Napolitano, ha tenuto duro immaginando che il capolavoro di Calderoli andasse benissimo. I sondaggisti di famiglia davano rassicurazioni. 

Il porcellum, per quanto favorisca alla grande  i due attori principali è una brutta bestia, dai più incompresa, che genera  quattro bei  porcellini, con il rischio però, puntualmente verificatosi , che partorisca porcellini ciechi.

Il primo porcellino è l’abnorme premio di maggioranza che dà alla Camera ( il 55%) indipendentemente  da quanto la coalizione o partito vincente ottengono; la cui conseguenza è la istituzionalizzazione  del trasformismo per cui liste  diverse, spesso anche inventate, si coalizzano insieme per usufruire del bonus ( quorum 2% o meno e in aggiunta con bonus  invece del 4% ). Salvo poi ridividersi dal giorno dopo il voto o cambiare casacca in libertà. Da qui nascono le 35-40 liste e listarelle che trasformano le schede elettorali  in lenzuoli e i quasi 250 eletti ( su un migliaio di onorevoli ) che nel corso dell’ultima legislatura hanno cambiato, anche più di una volta, la propria vocazione ideologica. Alla faccia della stabilità e della apparentemente vituperata  frammentazione.

Il secondo porcellino è  il bonus che i due partiti si regalano a vicenda al Senato dove il premio (sempre 55% ) è dato regione per regione e il quorum è ancora più pagante. Semplificando:  3% se ti coalizzi, 8% se non lo fai : quindi dove perdo io il bonus lo prendi tu e viceversa;  e chi vuole partecipare al banchetto va con uno dei due, o una volta con l’uno e la volta dopo con l’altro. L’UDC di Casini è stato un gioiello di  questo  aristocratico esercizio della democrazia corretta all’italiana.

Il terzo porcellino  partorito sono i rimborsi elettorali: li prendevano tutti, anche senza eletti, a partire dal 2%; e per tutta la legislatura anche se questa non andava a termine (Sinistra arcobaleno , Verdi e compagnia varia hanno abbondantemente attinto ) . Solo recentemente è stato introdotto  il requisito di  avere almeno un eletto da qualche parte.

Il quarto porcellino,  forse  quello meno importante ma  il più discusso e più gettonato, riguarda le liste bloccate senza preferenze; discussione infinita e infondata, soprattutto per chi non ricorda o è troppo giovane, quanto le preferenze sono state lo strumento principale delle infiltrazioni mafiose in quasi tutti i partiti fino alla fine degli anni ’90 e oltre.  E non c’è soluzione definitiva al problema; se un partito è pulito lo strumento delle primarie, possibilmente regolate per legge,  attenua il problema ma si tratta di definire per legge regole generali di funzionamento trasparente dei partiti . Quelli attuali non lo faranno mai.

Fra  porcellum e mattarellum ( che esattamente al contrario di quanto si pensi  ha introdotte per primo le liste bloccate ) , le differenze  sono minime. Entrambi, in forme diverse e complicate, raggiungono lo stesso scopo: la disgregazione del sistema proporzionale. Che faceva  proprio  il principio basilare della democrazia rappresentativa a cui si ispira la Costituzione, che si può sintetizzare: un voto vale uno; a prescindere dal  risultato del partito a cui lo si dà.  Un principio che può essere ragionevolmente  corretto  con l’unica varante di introdurre due  limitazioni: il quorum (esempio  5% ) al di sotto del quale non si ottengono seggi ( ne tantomeno rimborsi di alcun tipo),  e alcune semplici regole che disincentivino il passaggio da un partito all’altro in corso d’opera. 

Il sistema proporzionale corretto vige in Germania ( in tutti i livelli istituzionali ) e con alcune  varianti in parecchi altri paesi, e funziona benissimo. Produce stabilità, riduce e stabilizza il numero di partiti, ridà valore al confronto e allla mediazione seria sui programmi, azzera trasformismo e corruzione nel sistema politico.  Si potrebbe introdurre facilmente correggendo il porcellum in due punti: eliminando totalmente  il premio, introducendo un unico quorum al 5% su base nazionale per tutti, alla Camera e al Senato. E a quel punto, e solo a quel punto,  è anche ragionevole una riduzione, magari  di un terzo, dei membri delle due camere.  Lasciando ai singoli partiti l’indicazione non costrittiva del loro leader parlamentare ( eventuale premier )  ed eventualmente, indicati i capilista di collegio ( i leader territoriali ) lasciando alle preferenze la definizione di tutti gli altri eletti  fra quelli candidati attraverso le primarie, magari  in ordine alfabetico. Nel giro di due passaggi, forse già al primo, i partiti si ridurrebbero, e stabilmente,  a non più di cinque-sei.  

Perché non si fa? Perché i due partiti principali ( fino ad oggi PD e PDL ) perderebbero insieme un numero di eletti corrispondenti a circa 6-7 milioni di voti che gli elettori assegnano ad altri partiti  ma che vengono non solo resi nulli ma attribuiti di fatto a loro stessi ( oggi almeno 200 seggi in regalo fra Camera e Senato ).  Ed anche perché,  con una cortina mediatica diffusa da servili imbonitori nelle redazioni dei media, funzionari di partito e intellettuali dimezzati ( rigorosamente ben distribuiti a destra e a sinistra ) si inventano le più strampalate argomentazioni a favore dei pregi inesistenti ( tranne che per i soliti due ) dei variegati artifici dei sistemi maggioritari. L’ ultima e più micidiale pensata è l’introduzione dei collegi uninominali a doppio turno ( un vero superporcellum) con i quali , allo stato di oggi, due terzi degli elettori potrebbero tranquillamente stare a casa. E’ successo in Francia con Hollande, che ha la maggioranza assoluta  in parlamento con i risultati più bassi dei socialisti  dal dopoguerra. Ed è esattamente la proposta consegnata alle segreterie del Senato da tempo dai nostri Dalema, Finocchiaro e Bersani,  con il fondamentale contributo professionale di Violante.
Ai quali, nella loro irresponsabile supponenza,  sfugge che in tempi di crisi la proposta potrebbe, in qualsiasi momento, consegnare il paese al Berlusconi , al Le Pen, al banchiere di turno ( magari al Monti di turno fulminato da un improvviso colpo di fulmine per l’amico Berlusconi ) , ai quali i porcellini ciechi, e possibilmente stupidi, vanno  benissimo.

26 febbraio 2013

Veneto regione a 5 stelle


Alla Camera 6 province su 7 si risvegliano grilline. Solo a Rovigo il PD è primo con il 26,7%. Bastonata per la Lega: dal 27,1% delle ultime Politiche al 10,7% di oggi

di Alda Vanzan *
VENEZIA - Se la Balena Bianca della Prima Repubblica appartiene al Paleozoico, anche la prateria verde padana della Lega fa parte del passato. Oggi il Veneto è una regione stellata. Sì, il centrodestra ha ancora la maggioranza relativa (32%). E il centrosinistra, soprattutto il Pd, che ambiva al sorpasso, si ferma complessivamente al 25% al Senato (ma alla Camera scivola ancora più giù, 23,2%) e deve mettersela via: «Il Veneto resta di centrodestra anche perché non c’è una convincente proposta di centrosinistra», commentava nei corridoi di Palazzo Ferro Fini, Pietrangelo Pettenò, ieri Rifondazione comunista, oggi alleato con Ingroia, per la seconda volta in cinque anni non rappresentato in Parlamento.

Chissà cosa ha influito per far diventare convincente un programma in una terra di partite Iva, artigiani e piccoli imprenditori, ma anche capannoni che chiudono e non rialzano la saracinesca. Forse la promessa di restituire l’Imu appena pagata, come aveva detto Silvio Berlusconi? O magari l’impegno urlato nelle piazze, quell’apriremo Montecitorio «come una scatola di tonno» di Beppe Grillo? Se a convincere è stata la protesta di chi si è stufato del malcostume dei politici di professione o la proposta di un comico diventato leader politico, si vedrà. Di certo, oggi in Veneto c’è una nuova forza.

Il Movimento 5 Stelle è il primo partito. 25% al Senato. Più del Pd che è al 23%. Più del Pdl che è al 18,7%. Più della Lega che crolla all’11%. Per non dire dei risultati della Camera: Cinque Stelle al 26,3%. L’exploit a Marghera, in quella che una volta era la roccaforte rossa e, per un po’, anche un buon serbatoio di voti leghisti: oggi le ciminiere delle fabbriche non fumano più, il Pd di Bersani è al 30,86% e Beppe Grillo lo batte: 32,65%. È l’unica forza a crescere, come se si fosse scolata un flacone di vitamine: nel 2008 i grillini neanche esistevano, sono passati dallo zero a rappresentare più di un veneto su quattro, trionfanti in sei province su sette, da Belluno a Treviso e poi Padova, Vicenza e Verona. Il top a Venezia: 29,2% alla Camera. Solo Rovigo si è "salvata": primo partito il Pd ma con il 26,7%, grillini al 26,3. Laura Puppato, neo senatrice Pd: «Lo stupore e il dolore sono negli animi di tutti noi».

Tolto Grillo, gli altri son tutti calati. E non si dica che è stata colpa del gelo e della neve, perché qui l’affluenza è stata buona: 81,6%, 3 punti in meno rispetto al 2008, ma comunque un buon dato. Non per i partiti tradizionali, però. Il Pdl dalle ultime Politiche perde dieci punti (dal 27,3 al 18,7%). Però sorpassa gli alleati del Carroccio. Per la Lega, una bastonata: dal 27,1% al 10,7%. E senza voler ricordare il 35% delle Regionali 2010. Fa impressione l’ecatombe trevigiana: dal 30,9% del 2008 al 13,3. E a Verona dal 33 al 13,7. «Paghiamo l’alleanza col Pdl», dice Federico Caner, il vice del segretario Bobo Maroni, interessato più che altro alla macroregione e quindi allo scrutinio di oggi in Lombardia. Il Pdl gongola e avvisa il governatore Luca Zaia. Il capogruppo in consiglio regionale Dario Bond: «Un rimpasto di giunta ci sta, in alcune aree la Lega non è più presente». E Clodovaldo Ruffato, presidente al Ferro Fini: «Li abbiamo risorpassati, vedremo il da farsi». Per non dire dell’ex governatore, oggi deputato, Giancarlo Galan: «Io mi aspetto che domani i miei del Pdl veneto vadano da Zaia e gli dicano che non esiste che, in un rapporto che ci vede 2 a 1 rispetto alla Lega, il presidente della giunta e l'assessore alla sanità siano di chi ha 1».

Come dice il politologo Paolo Feltrin, i veneti hanno premiato pochi, grandi partiti. A Palazzo Madama grazie al premio di maggioranza ci saranno 9 senatori veneti del Pdl e 5 della Lega, 4 Pd, 4 Grillo, 2 Monti. La coalizione dell’ex premier in Veneto supera le soglie di sbarramento (11% Senato, 11,9% Camera), ma è un risultato modesto. «Il vero bocciato è Mario Monti», dice Luca Zaia.

Quanto ai piccoli, tutti fuori. Fratelli d’Italia alla Camera non va oltre l’1,5%. Sel di Nichi Vendola è all’1,8. Il Centro democratico dell’ex dipietrista Massimo Donadi è da prefisso telefonico. L’Udc è all’1,5% (il segretario regionale Antonio De Poli è rieletto senatore, era nella lista unica con Monti). Il magistrato Antonio Ingroia che metteva assieme Idv, Rifondazione, Pdci, Verdi è all’1,3. Tra i piccoli il miglior risultato, per quanto ininfluente, lo porta a casa Oscar Giannino: 2,3%. E, visto il contesto, non vanno malissimo i venetisti: Indipendenza Veneta di Lodovico Pizzati e Alessio Morosin 1,1%, Liga Veneta Repubblica di Fabrizio Comencini 0,5%, Veneto Stato di Antonio Guadagnini 0,4: una galassia che, messa assieme, non sarebbe calata a Montecitorio, ma avrebbe preso quanto se non più di tanti ex grandi partiti.

* da ilgazzettino.it , 26 febbraio 2013

17 febbraio 2013

Gruppo Cinque Terre - ECOLETTERA 16/15 febbraio 2013

Editoriale:  Il voto più utile contro il voto inutile

Manca una settimana al voto, gli italiani assistono agli ultimi scampoli di una ridicola campagna elettorale all’italiana, dove partiti che hanno governato insieme per un anno cercano di farcelo dimenticare imbastendo la solita rissa mediatica, dove si promette di cambiare o modificare qualche aspetto di decisioni che tutti insieme hanno preso fino a due mesi fa. Parole in libertà, contese simulate giusto per occupare lo spazio mediatico, l’unica cosa che resta quando diventa impraticabile andare in piazza o prendere impegni veri.  Intanto ogni giorno notizie di altri scandali, altri arresti, altri processi, una sequenza infinita che risveglia l’attenzione e lo sdegno anche dei più indifferenti.

 E’ difficile prevedere quali risultati si preparano  per le elezioni del 24 e 25 febbraio, così distorti da un sistema elettorale demenziale che premia alla Camera con un abnorme premio di maggioranza nazionale  chi non ha, magari di molto, alcuna maggioranza nel paese, salvo poi ridare un qualche senso al voto al Senato attraverso il singolare riequilibrio dato dalla somma algebrica dei 20 premi di maggioranza regionali. Il teorema della incapacità e irresponsabilità dei partiti.

E’ invece probabile che il prossimo governo, basato sulla riconferma dell’asse di ferro Monti-Bersani, probabilmente accompagnati dal singolare due Casini-Vendola, sostenuto da gran parte dei poteri forti ( oggi un po’ meno forti ) del paese, difficilmente sarà di lunga durata ponendosi l’obiettivo prioritario di modificare, probabilmente ancora in peggio, la legge elettorale e tornare al voto .

Spazzati via i piccoli partiti di una opposizione malata di infantilismo e di trasformismo, il Movimento Cinque Stelle, radicalmente contrapposto all’insieme dei partiti che attorno a Monti hanno cercato l’ultima spiaggia di sopravvivenza, emerge come l’unica opposizione e l’unica speranza possibile. Il Movimento di Grillo,  non ancora presentatosi  al voto nazionale e nella maggioranza di Regioni e Comuni è ancora un movimento nascente, con poco più di 400  eletti mentre le sue attuali dimensioni  ne permetterebbero almeno dieci volte tanto, ma si muove nella direzione giusta: intransigente  nel contrasto alle logiche perverse e corruttive della casta dei partiti, così come nella rivendicazione di una maggiore giustizia sociale; permeato, nelle migliaia dei suoi militanti e sostenitori, da una prevalente attenzione alla cultura ecologista ed ai temi dell’ambiente e della difesa del territorio, orientato ad allargare gli spazi alla partecipazione diretta dei cittadini attivi ed al rinnovamento, specie nei confronti delle generazioni più giovani e strangolate dal precariato; il più aperto nei fatti ad un nuovo protagonismo delle donne che dopo la Sicilia comporranno anche  la maggioranza di quel centinaio di probabili eletti in Parlamento. I limiti, le mancanze, i temi non ancora chiariti che al Movimento Cinque Stelle si possono addebitare, sono sovrastati di gran lunga dagli effetti positivi, l’embrione di una vera rivoluzione culturale e politica che sta avvenendo in un paese fino a ieri considerato immobile e immodificabile; ne fanno testo le piazze piene, la partecipazione di popolo, le speranze indotte anche nei settori più  rassegnati del paese. 

Per questi motivi il Gruppo delle Cinque Terre, nato sull’idea della conversione ecologica, della riconquista della democrazia e della giustizia sociale, della necessità di costruire un paese nuovo, sostiene senza riserve il voto al Movimento Cinque Stelle: alla Camera, al Senato, nel voto regionale del Lazio, Lombardia e Molise. E’ per noi il voto più utile, senza rischi di dispersione. L’unica alternativa al voto inutile, alla rassegnazione ed all’astensionismo. Un passo nella direzione giusta nel tormentato cammino per una nuova Italia.   

Giornalisti e politici vanno troppo a braccetto in Italia In Italia, stampa e politica vanno talmente a braccetto che non si contano più i giornalisti che si presentano alle elezioni. Relazioni fra consanguinei rese più strette dalla crisi della stampa. E’ crescente il numero di giornalisti pronti a dare in cambio la loro penna per il titolo di “Onorevole” di cui si foggiano i rappresentanti politici italiani. (di ItaliaDallEstero,  articolo originale di Ariel Dumont su: myeurop.info )

La storia del progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto è fatta di frenate e ripartenze. La società concessionaria per la progettazione e costruzione dell’infrastruttura (Stretto di Messina spa) ha una vita già trentennale, preceduta da quasi venti anni di attività del Gruppo Ponte Messina spa. Sono già passati oltre 10 anni da quando Berlusconi tracciò, nel corso di una famosa puntata di “Porta a porta”, le linee delle infrastrutture di trasporto che avrebbero solcato lo stivale, indicandone il manufatto d’attraversamento come l’opera simbolo. Il Governo Monti sembrava essere tecnicamente in grado di porre la parola fine ad un progetto inutile dal punto di vista trasportistico e non redditizio dal punto di vista economico. E  invece così non è stato. ( di Gino Sturniolo,  su  www.democraziakmzero.org  )

Ispra: negli ultimi 50 anni persi quasi 8 metri quadrati al secondo. «Questo vuol dire che ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una pari alla somma di quelle di Milano e Firenze». Nel 1956 il consumo di suolo era al 2,8% mentre nel 2010 è  passato al 6,9%, con un incremento di 4 punti percentuali. Questo i dati più emblematici "estratti" dall'indagine Ispra sul Consumo di suolo nel nostro Paese, che ha  ricostruito l'andamento, dal 1956 al 2010, del consumo di suolo. Il lavoro analizza i valori relativi alla quota di superficie "consumata", incluse aree edificate, coperture del suolo artificiali (cave, discariche e cantieri) e tutte le aree impermeabilizzate. ( da greenreport.it )

Aiutarsi come durante una guerra.. Ecco l'altra faccia della crisi economica. Co-housing ovvero vivere insieme, co-working ovvero lavorare uniti. E ancora gruppi di acquisto solidale che raggruppano fino a sette milioni di persone, mercatini del baratto e una miriade di orti collettivi nella grandi città. Così sta crescendo un movimento silenzioso che fa fronte alle difficoltà di questi anni. Generazione Co. (di Anna Rita Cillis e Valeria Pini da L’Espresso )

Si deve distinguere tra edilizia privata ed edilizia pubblica. Per la prima vanno imposti nuovi standard di risparmio energetico per legge, anche perché ce lo dice l’Europa. Poi vanno favorite le Esco (Energy service companies), società private che finanziano e svolgono interventi di messa in efficienza condividendo poi col cliente il risparmio energetico che ne deriva sulla bolletta. La maggior parte del patrimonio edilizio è costituito da case degli anni ‘50 e ‘60, di bassissima classe energetica. Migliorare l’efficienza energetica comporterebbe un risparmio nella bolletta di circa 60 miliardi di euro. ( da ilfattoquotidiano.it )

Il 18 gennaio si è conclusa l'indagine conoscitiva del Comune per raccogliere le manifestazioni di interesse, rivolte ad associazioni e semplici cittadini, per il recupero di 16 cascine comunali. I progetti presentati riguardano attività non solo agricole, ma sociali, incubatori d'impresa, network di lavoro. Ora si attende il bando comunale per la procedura di aggiudicazione. Sono state 79 le proposte di recupero per attività sociali, agricole e incubatori d’impresa pervenute al Comune di Milano che, entro l'estate, dovrebbe formulare i bandi per le 16 cascine comunali che hanno ricevuto una manifestazione di interesse da parte di associazioni e cittadini. ( da ecodallecitta.it )

Il MoVimento 5 Stelle brinda alla vittoria sulla questione MUOS. Il Mobile User Objective System ( Sistema Oggetto ad Utente Mobile) è un sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) ad altissima frequenza (UHF) ed a banda stretta composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali è in fase di realizzazione in Sicilia, nei pressi di Niscemi. La delibera di giunta del Governo regionale dà mandato all’assessore al Territorio di avviare immediatamente il procedimento di revoca per i lavori del sistema satellitare. Per fermare l’installazione delle parabole USA il Movimento 5 Stelle  ha portato in trasferta a Niscemi i lavori della commissione Ambiente e tre volte ha fatto mancare il numero legale in Aula. ( dal blog di Beppe Grillo )

Sul Web non conta se sei donna, non conta se hai figli, non conta se non sei più sotto gli ‘anta’. Sei fuori da logiche e filosofia aziendali, spesso declinate esclusivamente al maschile. Conta invece cosa sai fare e come lo sai fare, quanto sei in grado di aiutare gli altri con le competenze che hai maturato strada facendo, che sia con tutorial per realizzare torte di compleanno o con consulenze professionali a distanza sfruttando il tuo secondo Master. C’è un mondo che si sta colorando di rosa sul Web. ( di Marta Coccoluto da ilfattoquotidiano.it )

Per i rapaci sono quasi 100 gli esemplari abbattuti.  La stagione venatoria appena conclusa ha fatto registrare un bilancio tragico per i rapaci, specie protette dalla legge italiana e dalle Convenzioni internazionali: dal 1° settembre 2012, primo giorno di preapertura della caccia, al 31 gennaio 2013 (giorno di chiusura nella gran parte delle Regioni), sono 95 i rapaci che sono stati abbattuti a fucilate e ricoverati nei centri Lipu, appartenenti a rapaci diurni (aquila minore, biancone, falco palude, gheppio, lodolaio, poiana, sparviere, falco pellegrino falco pecchiaiolo, smeriglio) e notturni (allocco, gufo comune, gufo di palude e civetta). 43 rapaci sono deceduti, 36 sono attualmente in cura mentre 9 sono già stati liberati. (da greenreport.it )

Il mese di febbraio permette di procedere in tranquillità con le semine soprattutto in quelle zone d'Italia che presentino un clima mite, con particolare riferimento alle zone costiere delle aree centro-meridionali della penisola. Anche nelle zone interne pianeggianti potranno essere effettuate delle semine, ma con maggiore attenzione, proteggendo i terreni dalle gelate e utilizzando dei semenzai o dei vasi con torba protetti, in modo che il gelo non rovini il raccolto sul nascere. E' possibile utilizzare appositi teli per riparare i terreni. ( di Marta Albè da greenme.it )

Sono un  Associate Professor University of Washington, Seattle. Sono qui dal 1995, sono emigrato per fare ricerca. Forse moltissimi italiani negli USA non potranno votare per le imminenti elezioni politiche. Non avendo ancora ricevuto il plico elettorale, lunedi' 11 ho chiamato il Consolato. L'addetto mi ha spiegato che anche il Consolato non aveva ricevuto i plichi dall'Italia e non sono ancora riusciti a capire perche'.  Essendo gia' il 15, c'e' il concreto rischio che questi plichi vengano spediti ai cittadini troppo tardi per votare. Ora danno la colpa al servizio postale statunitense. Io sono negli USA dal 1995, ed una cosa cosi' non era mai successa prima. ( da www.byoblu.com )
 
Le rinnovabili generano quasi il doppio dei posti di lavoro creati dal nucleare. È quanto emerge da un recente studio realizzato dall'agenzia di ricerca internazionale PricewaterhouseCoopers che ha messo in relazione i valori occupazionali delle rinnovabili in Germania, paese con la filiera più sviluppata nel settore, con il nucleare francese, ossia quello meglio sviluppato d'Europa. I risultati sono chiari: secondo i dati resi pubblici dal governo tedesco, nel 2011 le tecnologie rinnovabili hanno prodotto in Germania 242mila posti di lavoro contro gli appena 125mila del nucleare francese nello stesso anno. (di Giovanni Tortoriello, da: it.ibtimes.com )

La Tunisia piomba in piena crisi istituzionale:  i tre ministri che rappresentavano il Congresso per la Repubblica nell’esecutivo tunisino guidato da Hamadi Jebali si sono dimessi dal governo a maggioranza islamica. Il partito laico guidato da Moncef Marzouki, presidente della Repubblica, si era già espresso a più riprese contro la proposta del Primo Ministro tunisino di varare un governo composto solo da tecnici. ( da euronews.com )

È questo il monito che risuona a livello mondiale da parte delle comunità di contadini, dei popoli indigeni, dei pastori e di tutto coloro i quali ritengono che la terra debba assurgere a diritto collettivo fondamentale, inteso come accesso e diritto di produzione, e non come mero bene comune suscettibile, in quanto tale, di essere oggetto di compravendita. Dall’Africa, all’Europa, all’America, all’Italia, non esiste un solo posto al mondo totalmente estraneo al fenomeno del landgrabbing. La crisi energetica e la speculazione finanziaria lo stanno esacerbando. La terra diventa ogni giorno più vitale, custode del diritto a produrre e autentica via di fuga dalla fame. ( da www.croceviaterra.it  )

ECOLETTERA link archivio: 1 - 2 - 3 - 4  - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15

13 febbraio 2013

Milano: Cascine pubbliche da riqualificare



79 le richieste pervenute al Comune *


Il 18 gennaio si è conclusa l'indagine conoscitiva del Comune per raccogliere le manifestazioni di interesse, rivolte ad associazioni e semplici cittadini, al recupero di 16 cascine comunali. I progetti presentati riguardano attività non solo agricole, ma sociali, incubatori d'impresa, network di lavoro. Ora si attende il bando comunale per la procedura di aggiudicazione


Sono state 79 le proposte di recupero per attività sociali, agricole e incubatori d’impresa pervenute al Comune di Milano che, entro l'estate, dovrebbe formulare i bandi per le 16 cascine comunali che hanno ricevuto una manifestazione di interesse da parte di associazioni e cittadini.
L'iniziativa è del Settore Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree che, nell’ambito della propria politica di riqualificazione e valorizzazione delle proprietà comunali, intende attivare la riqualificazione e valorizzazione di 16 cascine di proprietà del Comune di Milano. La procedura di manifestazione d'interesse avviata - precisa il Comune - non è per ora vincolante nè per l'Amministrazione, nè per i soggetti che hanno risposto. Così come non darà luogo al momento ad alcuna graduatoria di merito. Le proposte pervenute, tuttavia, potrebbero formare oggetto di consultazione con il pubblico.

I contenuti minimi che l’Amministrazione ha richiesto per la manifestazione d'interesse sono
di natura architettonica - paesaggistica e di natura funzionale - gestionale.

Le 16 cascine pubbliche in disuso che il Comune intende fare rivivere rientrano nel numero complessivo di 60 cascine di sua proprietà. Tra queste, al momento, 11 esercitano ancora effettiva attività di azienda agricola.

Per ulteriori informazioni, vedi anche:
La procedura di manifestazione di interesse per il recupero delle 16 cascine comunali www.agricity.it




·         * da:   ecodallecitta.it , 6 febbraio 2013