8 giugno 2014

Additivi e coloranti: tutti i cibi contraffatti che ci rifilano



Il Cafodos consente di dare freschezza apparente al prodotto, ma all’interno generalmente è già marcio.

Non bisogna assolutamente fidarsi del cibo che compriamo in negozi, ristoranti e supermercati; è quanto emerge da un rapporto presentato dal generale Cosimo Piccinno in occasione del bicentenario dell’arma. Infatti, spiega Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:
“Sono oltre 90mila i controlli effettuati tra il 2012 e il 2014, 31mila esercenti non hanno superato il test. Su circa 12mila allevamenti di bovini e ovini sono quasi 4mila i fuorilegge. Stessa media si registra nel settore delle farine e dei pastifici con 6mila e 500 locali non in regola a fronte di 17mila e 500 verifiche effettuate. Un trend confermato in questi primi cinque mesi dell’anno in corso con 703 allevamenti trovati non in regola sugli oltre 2.400 ispezionati e più di 1.500 pastifici sanzionati sui 4.387 visitati.” 

Quasi la metà degli esercizi su cui sono stati effettuati controlli hanno violato in qualche modo le regole: “Ma il vero pericolo si annida nel settore della ristorazione, dove la media degli «irregolari» inevitabilmente si alza passando a quasi uno su due. Tra il 2012 e il 2014 sono stati verificati ben 27.419 locali pubblici e 11.524 avevano commesso almeno una violazione delle norme. Tra gennaio e il 15 maggio scorso sono su 2.818 ristoranti sono 1.379 quelli che non hanno superato l’esame.”

Il peggio arriva quando vengono rivelati dettagli sul motivo del sequestro degli alimenti: “A Parma i carabinieri hanno sequestrato «2.300 prosciutti ottenuti da animali alimentati con rifiuti» a Palermo sono stati denunciati 23 macellai che vendevano «carne trattata con Ione solfito che la faceva diventare rossa e sanguinolenta», in quattro Regioni – Puglia, Marche, Emilia Romagna e Veneto – sono stati sequestrati centinaia di litri di Cafodos e tonnellate di pesce spada e tonni.”
Il dossier del generale spiega he quest’ultimo elemento, il Cafodos, “è un additivo che viene mescolato con il ghiaccio e dopo qualche secondo diventa invisibile alle analisi di laboratorio. Ha un effetto miracoloso: consente di dare freschezza apparente al prodotto, ma all’interno generalmente è già marcio.” E non si può essere sicuri di comprare olio d’oliva, in quanto “l’olio extravergine in moltissimi casi viene sostituito con olio di soia e adulterato. A Bari è stato scoperto uno stabilimento dove veniva colorato per farlo diventare più verde e così apparire più genuino.”
Ma, prosegue Sarzanini del Corriere, “il vero capolavoro della contraffazione è stato scoperto dal Nas di Napoli con migliaia di bottiglie di Champagne Moët & Chandon, Veuve Clicquot Pondsardin e Bollinger già sistemate sugli scaffali di numerose enoteche e supermercati in un traffico internazionale gestito dalla criminalità organizzata. Prodotti pressoché identici agli originali con tanto di bollini adesivi, imballaggi, tappi, collarini, cliché dei marchi, timbri e attrezzature per l’imbottigliamento.”

Ma non è solo l’alimentare su cui puntano le organizzazioni mafiose, infatti “anche il mercato parallelo dei farmaci appare in grande espansione. Nei primi cinque mesi del 2014 su 7.847 controlli effettuati sono stati riscontrati ben 1.448 presidi «non conformi» con una valore dei sequestri che supera i 115 milioni di euro. Ma ciò che maggiormente allarma sono i siti internet che offrono, oltre al prodotto, anche la ricetta medica per ottenere il rimborso dal servizio sanitario nazionale.”

www.lafucina.it    3 giugno 2014

Nessun commento:

Posta un commento