15 giugno 2014

Francia: Caro nucleare



di Anna Maria Merlo*

Il 18 giu­gno, il Con­si­glio dei mini­stri esa­mi­nerà il dif­fi­cile pro­getto di legge sulla tran­si­zione ener­ge­tica, pre­sen­tato dalla mini­stra Ségo­lène Royal. Come anti­pa­sto, c’è da oggi sul tavolo del governo il rap­porto della com­mis­sione d’inchiesta par­la­men­tare sul nucleare, che è una parte del pro­blema, ma in Fran­cia molto impor­tante, visto che ci sono 19 cen­trali e 58 reat­tori.

 Hol­lande aveva pro­messo di ridurre il peso del nucleare nella pro­du­zione di ener­gia elet­trica dal 75% attuale al 50% (entro il 2025). Ma l’impegno è costoso, molto costoso. Secondo il rela­tore della com­mis­sione par­la­men­tare, il verde Denis Bau­pin, sono neces­sari 110 miliardi di inve­sti­menti, cioè 2 miliardi circa per reat­tore. Ma “la filiera nucleare ha una vera dif­fi­coltà a rico­no­scere che ci hanno rac­con­tato delle sto­rie dicen­doci che il nucleare era a buon mer­cato” spiega Bau­pin. In Fran­cia, la parte del riscal­da­mento elet­trico resta impor­tante, nella nar­ra­zione nazio­nale il nucleare signi­fica ener­gia a buon prezzo, oltre che indi­pen­denza. Secondo la com­mis­sione, lo stato dovrebbe occu­parsi diret­ta­mente della filiera, invece di lasciare tutto nelle mani di Edf (l’Enel fran­cese). Ma Hol­lande esita: “la non deci­sione e l’assenza di visi­bi­lità a medio ter­mine — dice il rap­porto — hanno un costo eco­no­mico, sociale, ambien­tale, indu­striale, di com­pe­ti­ti­vità, che il nostro paese non puo’ per­met­tersi”. Non deci­dere signi­fica, di fatto, pro­lun­gare la vita delle cen­trali. Pro­lun­garla a 40 anni, come è pre­vi­sto, avrà un costo di  110 miliardi entro il 2033. Se la durata di vita venisse por­tata a  sessant’anni, biso­gne­rebbe addi­zio­nare 3 miliardi l’anno, sem­pre che le norme di sicu­rezza non diven­tino più severe. Un rischio di inci­dente, che non puo’ essere eli­mi­nato del tutto: l’Istituto di radio­pro­te­zione e di sicu­rezza nucleare (Irsn) ha cal­co­lato che un inci­dente nucleare impor­tante in Fran­cia potrebbe costare 450 miliardi di euro. Intanto, c’è il rischio quo­ti­diano di chi lavora nelle cen­trali e, soprat­tutto, dei dipen­denti delle ditte in subap­palto, meno pro­tetti. Secondo la com­mis­sione di inchie­sta, i lavo­ra­tori delle ditte in subap­palto rea­liz­zano l’80% delle atti­vità di manu­ten­zione e rice­vono l’80% delle radia­zioni (ma sono meno pro­tetti dei lavo­ra­tori di Edf). 

I costi aumen­tano e i pro­getti futuri sono sem­pre più cari, come dimo­strano i reat­tori di terza gene­ra­zione Epr, in via di costru­zione. Il prezzo dell’elettricità sarà il dop­pio di quello delle cen­trali attuali, che non fanno pagare agli utenti , per il momento, i costi dello sman­tel­la­mento. Costi in  grande aumento anche per il trat­ta­mento delle sco­rie radioat­tive: nel sito di Bure, dove dovreb­bero essere sot­ter­rate a grande pro­fon­dità, le pre­vi­sioni sono molto vaghe, tra i 14 e i 28 miliardi. 

*  da ilmanifesto.it , 10 giugno 2014

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