8 settembre 2014

Povera Italia : dove si fermerà la crisi della politica e quella del paese ?



di Massimo Marino

I talk show ci mancano e in tv danno solo vecchi film

Con settembre riprendono i talk show con satira annessa, la vera cultura italiana emergente . Gli ascolti calano ma una nuova serie è pronta. La novità sembra essere che Floris, in ansia per la esiguità dei suoi 500mila euro all'anno, passa da mamma RAI alla cugina  La7. Ma i 3-4 milioni di spettatori del talk più  di regime possono dormire tranquilli:  arriva Giannini da Repubblica e con il clone di La7 Ballarò farà il miracolo: diventeranno due. A che servano  Ballarò, Piazza Pulita, Servizio Pubblico, e gli altri imitatori proliferati negli ultimi due anni non a tutti è chiaro.  Servono a legittimare e perdonare i partiti. GIi invitati di PD e PDL ( lo so che sono in due, FI e NCD ma è solo per moltiplicare i posti, tanto oggi sono tutti e tre renziani  e antigrillini ), la sera dello show discutono, litigano, si mettono d'accordo, si innamorano, si minacciano, insultano chi non c'è ( in genere Grillo ), soprattutto fanno annunci e raccontano bugie ai propri residui  potenziali elettori . Il mattino dopo, in Parlamento e nel paese, si torna dalla quarta alla terza dimensione ( quella vera) e i talk ( le chiacchiere della sera prima ) scivolano via come acqua passata.

Ricominceranno anche i sondaggi; in qualunque paese del pianeta i sondaggisti italiani sarebbero stati da tempo licenziati  per palese incapacità e servilismo. E' impressionante vedere, ad esempio qui, tutti i sondaggi elettorali propinati agli italiani, in migliaia di tv , giornali, siti web, nei tre mesi precedenti le ultime elezioni politiche del febbraio 2013: non è che hanno sbagliato, ci hanno propinato dati di fantasia. Per non parlare delle domande di approfondimento: Lei pensa che Grillo sia  un populista,  un fascista o solo un antidemocratico?  / Renzi è un  vero rottamatore o dovrebbe esserlo un po’ di meno o un po’ di più ? /. Nella nuova cultura da media all'italiana il ragazzotto di Piazza Pulita ha fatto scuola passando da sconosciuto a famoso  registrando con un microfono  nascosto i commenti critici fatti in privato da Favia contro Grillo e Casaleggio. Si è aperta una carriera luminosa con una porcheriola: insomma ha aperto la nuova versione del giornalismo d'inchiesta. Anche Giulia Innocenzi non scherza. Dopo un lungo percorso da Alleanza Nazionale ai Radicali poi al PD ha raccolto per un po' lo scettro lasciato da Santoro,  che malgrado  il suo definitivo approdo all'antigrillismo non viene preso in considerazione da nessuno per proporgli un futuro radioso in RAI. La Innocenzi cerca di recuperare il tempo perduto dopo il suo scarso successo  nel tentativo di diventare leader della FGCI. Anche lei picchia duro contro Grillo per guadagnare punti e tentare di emergere. Manca solo una tesi di laurea  su De Mita o un appello allo spirito riformatore di Fanfani. Naturalmente i TS sono il luogo prediletto del governo, degli esperti di partito, degli aspiranti candidati ad un posto in Parlamento, per fare annunci e per farsi conoscere. Annunci sulla imminente risalita dell'occupazione, del PIL, degli investimenti nella scuola e nella ricerca e di un sacco di altre cose. Annunci  sulla imminente discesa delle tasse, dei costi della politica, della criminalità mafiosa e di un sacco di altre cose. Siamo sempre nella quarta dimensione. Nella terza quei perditempo dell' ISTAT, dell'OCSE, e di vari altri enti danno dati e statistiche che cambiano proprio verso, ma bisogna credere e obbedire . Anche perché se non crediamo a Renzi e Berlusconi chi ci resta, a chi dovremmo  credere ? Farsi conoscere perché, senza decine e decine  di presenze nei TS  chi mai avrebbe votato alle politiche o alle europee la Picerno, la Boschi etc.. che oltre all'adesione, a volte repentina, al renzismo è difficile criticare o sostenere per i  loro  pregressi meriti davvero difficili da conoscere ?                               Sempre più nell'angolo invece  Report e Presa Diretta che invece vorrebbero davvero fare un po’ di giornalismo d'inchiesta senza guardare troppo in faccia nessuno parlando di cose serie. Anzi in RAI da settembre si vorrebbe tagliare un po’ il loro budget. Vogliamo mica intristire seriamente gli italiani ?

Siamo governati da una minoranza maggioritaria che ci racconta favole
Secondo la vulgata comune le elezioni europee hanno visto il trionfo di Renzi e i soliti commentatori di regime indicano una vocazione maggioritaria del paese che affiderebbe a Renzi il ruolo di rottamatore e riformatore. Se non della società italiana ( siamo realisti !)  perlomeno del sistema politico o almeno più modestamente del PD ( che è già una bella impresa!). Così verrebbe letto il 40% ottenute alle europee di maggio.
Chi ha vinto davvero alle europee è il sistema dei partiti nel suo insieme, di solito detto la casta, che ha utilizzato al meglio  i media e soprattutto la rete per seminare il dubbio che votare il M5Stelle sarebbe potuta essere una avventura rischiosa. Non ha trionfato Renzi, ha trionfato il dubbio e la passività. Al contrario di quanto ha scritto recentemente una nota commentatrice   che ogni tanto ci intrattiene mezzora nel primo pomeriggio ed oggi è un po’ in difficoltà nel ruolo, non è vero che Renzi ha ottenuto ''il sostegno del 50% degli italiani per fare le riforme."  E' vero invece che 22 milioni di italiani su un po’ più di 49 hanno ritenuto inutile andare a votare nel maggio scorso alle elezioni europee. Un assenteismo galoppante ( il doppio del voto al PD ), in  buona parte motivato da una ingenua e masochista ostilità ai partiti e alla  politica che ha paradossalmente fatto trionfare  Renzi e Berlusconi, segnato una netta sconfitta del M5Stelle, reso irrilevante e ridicolo tutto il  resto. Più modestamente il PD, con un salasso mortale da sanguisuga verso i propri alleati-sostenitori  di Scelta Civica e prosciugando definitivamente i residui nostalgici dell' Ulivo cominciando dal fedele Vendola, ha recuperato quegli 11 milioni di voti ( non più di 22 elettori ogni 100 ) che aveva in passato; anche se è evidente la loro diversa composizione e provenienza. La vera sconfitta grillina di maggio  non è tanto nei quasi 3 milioni di voti smarriti rispetto ad un anno prima, quando con circa  8,6 milioni era alla pari con il PD, ma nell'essere risultato privo di interesse per ben 22 milioni di elettori  critici  ma malati di impotenza astensionista. E in più  non averne tratto alcuna neanche lontana idea e strategia per costruire alleanze o scardinare il blocco sociale che alla fine ha, in forme diverse, concesso  il proprio lasciapassare all'asse Renzi- Berlusconi come ultima speranza di uscire indenni dalla crisi del paese ( la sindrome dell' io speriamo che me la cavo ). Legittimato dalla benedizione degli assenteisti il  renzismo ha potuto così dispiegare al meglio e senza alcuna urgenza di verifica  un repertorio sconfinato di favole, promesse, annunci e amnesie che non hanno precedenti nel dopoguerra,  tutte disciplinatamente raccontate quotidianamente da decine di TV, giornali e loro propaggini nel web.

In Italia purtroppo non ci sono più partiti ma bande organizzate ( alcune molto riservate ).    
E' singolare che il PD, malgrado  la capillare ramificazione in tutti i luoghi di potere del paese, dai media alle cooperative, dalle aziende pubbliche agli enti elettivi, dai funzionari ai consulenti di comuni, province, regioni, parlamento, ed organismi europei; con l'aperto sostegno, almeno in questa fase, di gran parte del sistema economico, bancario, finanziario; malgrado sistemi elettorali un po’ alla volta distorti e ridisegnati su misura tanto da essere dichiarati di fatto illegittimi dalla Corte Costituzionale; mentre nella indifferenza generale  in totale accordo con Forza Italia si sta demolendo pezzo per pezzo i sistemi elettorali nelle regioni a proprio uso e convenienza, cominciando da quelle che andranno al voto  nei prossimi mesi prima di tutto liquidando la sopravvivenza di quei poveretti dei loro alleati e annientando qualunque possibilità di successo del M5S che esalta il suo splendido isolamento; malgrado la valanga di soldi che attorno al partito si concentrano attraverso le variegate e fantasiose forme del finanziamento pubblico e quelle più o meno legali o riservate dei tanti finanziatori privati; malgrado le non infrequenti collisioni e collusioni locali con aree illegali, di imprenditorialità corruttiva quanto di diretta provenienza mafiosa; malgrado l'assunzione al proprio interno di numerosi esponenti del vecchio sistema politico della prima repubblica ( democristiani, socialisti ed altri); malgrado la dissoluzione del PDL e addirittura la estromissione dalla politica istituzionale del suo apparente competitor storico ( Berlusconi ); malgrado clamorosi errori e ingenuità di Grillo e Casaleggio….  è davvero singolare che il PD abbia ottenuto nelle recenti elezioni europee soltanto 11 milioni di voti su 50. 

Il fatto è però che il PD non è un partito ma un insieme di ingredienti diversi che, uno strato sull'altro, senza mischiarsi più di tanto, gonfiano l'insieme come quei sandwich rinforzati de luxe di  Mc Donald. Nel primo strato ci stanno forse alcune decine di migliaia di militanti di base, i pochi rimasti iscritti, quasi tutti nei mille e mille piccoli comuni che magari hanno ereditato dal passato le sedi del PCI o della CGIL come unico luogo di ritrovo, in particolare nel centro e nord  Italia . Insieme ai tanti altri sparsi nei vari movimentini locali  sono quelli che svolgono azioni virtuose, promuovono la raccolta differenziata, raccolgono i tappi di sughero per Libera, o le bottiglie di plastica per la parrocchia; mangiano biologico e magari partecipano ad un gas, sono per l'acqua pubblica e naturalmente contro gli inceneritori, non amano particolarmente i cacciatori, alcuni fanno anche ogni tanto una donazione alla Lipu o ad Amnesty. Non sono per nulla favorevoli ad opere come la TAV ma cercano di evitare di discuterne per non complicarsi la vita. Normalmente sono economicamente garantiti magari grazie a lotte e conquiste fatte dalle generazioni precedenti per le quali hanno una vaga idea di quanto abbia contribuito, o no, il loro partito di riferimento. All'epoca dei 4 referendum si sono attivati in massa a fianco dei comitati anche  prima che il partito fosse costretto ad aderire. Il loro peso nelle scelte del partito è esattamente uguale a zero, cioè non contano nulla e tutto sommato sono soddisfatti del loro tranquillo localismo. Ormai si sono abituati a tutto e sono disponibili a digerire tutto. Alle primarie voterebbero d'istinto Civati,  ma alla fine la ragione, e la TV,  li portano a votare Renzi.
In comunicazione  con loro sta il secondo  strato, gli eletti in migliaia di enti locali di basso e medio livello. Questi con poco entusiasmo sostengono  le delibere sugli inceneritori che se potessero eviterebbero, evitano accuratamente di discutere di TAV e del finanziamento ai partiti; sorvolano sugli stipendi dei loro parlamentari anche perché se tutto andasse bene…. e poi senza soldi la politica la farebbe solo Berlusconi. Ne hanno un po’ le palle piene dei vecchi, da D'Alema  in là,  che gli rendono difficile il lavoro e gli fanno fare brutte figure. Come parecchi del primo strato si sentono  un po’ più al centro con l'avvento delle primarie e di fronte ai vecchi non disdegnano qualcosa di più abbordabile ma soprattutto nuovo e più giovane; per un attimo sono stati affascinati dai Vendola, poi dalle Puppato o dai Civati ma rapidamente hanno compreso che  soprattutto di fronte al nuovo competitor grillino e ai disastri dei vecchi, Renzi dava più garanzie di successo, o almeno così ti hanno fatto intendere TV, giornali e talk show che loro seguono puntualmente per quanto possibile.  Così si forma dal nulla il renzismo . Di politica vera praticamente si discute solo per titoli nei comizi televisivi.  La crisi, il futuro del paese,  la ricostruzione di una comunità più equa, i 10 milioni di sfigati senza futuro, lo smantellamento della contiguità con le mafie stanno sullo sfondo e se ne discute quasi fossero un problema di qualcun altro, cioè di un altro partito. L'antiberlusconismo ha scavato a fondo nel costruire una inconfessata omertà verso i propri corrotti che sono solo  compagni che sbagliano e quel che conta è che gli venga sospesa per tempo la tessera del partito.
Posso affermare con buona sicurezza che il 99% dei partecipanti alle due primarie recenti del PD non hanno mai letto i documenti dei principali candidati ( Bersani, Cuperlo, Civati  e prima Vendola, Puppato e gli altri minori ). Indifferenza e un clamoroso  fiasco di audience  perfino per il luccicante confronto a tre all'americana su Sky fra Bersani, Cuperlo e Civati.
Nel terzo strato del partito stanno forse un centinaio  di esponenti che dentro e magari ufficialmente fuori dal partito, in alcuni giornali, alcune banche, alcune aziende, alcuni circoli europei,  ne determinano le scelte spesso attraverso percorsi coperti e impresentabili, collusioni insospettabili.Praticamente è un altro partito con logiche tutte sue ( '' Ma che vogliono questi ?'' diceva la Finocchiaro uscendo da un teatro un anno e mezzo fa di fronte alla protesta di militani in tumulto). Loro gli inceneritori li sostengono con impegno, negli ultimi dieci anni hanno moltiplicato senza ritegno  le prebende della politica o permesso ad altri di farlo anche per loro ( vedi il caso della regione Lazio ), ritengono fondamentale la privatizzazione di tutto quello che in aziende o servizi pubblici produce qualche utile, non tollerano idealisti e nostalgici della sinistra, dell'ecologia, del civismo.  Chi ha scelto 15 mesi fa di affondare Prodi e Rodotà, liquidare Monti, salvare Berlusconi, sostituire Letta con Renzi,  sfidare la Corte Costituzionale con l 'ipotesi Italicum? In quali sedi e con quali strategie si sono decise le importantissime nuove nomine negli enti energetici che sono le principali aziende del paese ? Su quali temi, decisioni, impegni si è siglato l'accordo fra PD e FI attraverso il cosiddetto patto del Nazareno ? Chi ha deciso che si debba di fatto riscrivere la Carta Costituzionale o lo Statuto dei Lavoratori o si dovesse  firmare il Fiscal Compact senza una sola giornata di discussione in Parlamento ? Lascio alla fantasia di altri le ipotesi su gruppi bilderberg,  massonerie, multinazionali…  Quel che è certo è che nessuna di queste scelte è stata fatta in una qualunque sede ufficiale ne pubblica ne riservata di un organo ufficiale di partito, ne del PD ma neanche di  altri, ne tantomeno di alcun organo istituzionale del paese. Se il PD è un partito ma di che discutono nelle sue sedi oltre che di candidati e primarie ?

Il M5Stelle per adesso non fa la rivoluzione… quindi che fa?                                                 

Non c'è dubbio che il periodo fra l'ottobre 2012 ed il marzo 2014 è stato il momento più esaltante e per certi versi il più utile per valutare pregi ( tanti e importanti) e difetti ( pochi e decisivi) della storia degli ultimi 10 anni di Grillo e del  travolgente successo, senza precedenti nella storia politica italiana, del Movimento 5 Stelle. In ottobre la traversata a nuoto dello Stretto di Messina, il successo della lista grillina in Sicilia ( 18% a Cancelleri, 15% alla lista ) , l'elezione di ben 15 consiglieri regionali con una consistente presenza femminile ( chissà se Boschi , Picerno e le altre hanno percepito che le loro rapide fortune sono da attribuire anche a Grillo che ha costretto tutti i partiti a trovare donne e giovani da mettere di corsa nelle liste ?). Il voto ha indicato una vera e propria rivolta elettorale in decine e decine di comuni siciliani dove si sarebbe immaginato immutabile il prevalere prima della Democrazia Cristiana, poi del Berlusconismo e dei vari Cuffaro, Miccichè e Lombardo, sempre sotto l'ala attenta ed efficiente dei gruppi mafiosi. La decisione per la prima volta di ridurre drasticamente le proprie indennità ed  aprire un conto regionale a favore della piccola impresa. La Sicilia come esempio inaspettato della possibilità di una rivoluzione, pacifica e istituzionale, ma concretamente avviata. Una premessa dello straordinario risultato del M5Stelle alle elezioni politiche del febbraio 2013, primo partito alla pari del PD con il 25% e più di 8,6 milioni di voti. Senza soldi e senza amici  in tv e giornali. Infine, mentre il sistema dei partiti dava palesemente l'immagine della propria miseria mostrandosi incapace di costituire un governo ne di eleggere un nuovo Presidente della Repubblica e un  PD apparentemente impazzito affossava le proposte grilline di Prodi, Rodotà e qualunque altro nome di buona qualità, si è avuta la concreta impressione di un percorso di rinnovamento difficilmente arrestabile. Dopo i primi mesi di inevitabile sbandamento dei 160 eletti in Parlamento ( sarebbero stati 250 se la Corte Costituzionale avesse dichiarato un anno prima l'illegittimità del porcellum, e la storia italiana dei successivi 10 anni avrebbe probabilmente preso un percorso diverso ) per la prima volta una consistente opposizione faceva proposte radicali ma concrete per cambiare verso alla storia ventennale del paese. La sospensione punitiva di più di 20 deputati grillini per almeno 10 sedute dopo le loro proteste per l'applicazione della  ''tagliola '' nel dibattito sul vergognoso regalo alle banche del decreto Imu-Bankitalia,  si capovolgeva in un involontario successo del Movimento. Per due settimane in decine di città italiane i parlamentari  ''disoccupati''  organizzavano  incontri e dibattiti, per la prima volta riempiendo molte piazze con un buon successo quasi sempre pur  in assenza di Grillo.

Poi da aprile qualcosa cambiava. Si avviava il solito tour elettorale di Grillo nelle piazze d'Italia nelle 5 settimane che precedevano le elezioni europee del 25 maggio 2014. ( quelle del Vinciamo noi  ). Ma era evidente da settimane  che qualcosa non andava per il verso giusto. O almeno era evidente ad alcuni che essendo, come chi scrive, sostenitori ed elettori del M5Stelle  negli ultimi due anni e presumo anche nei prossimi due, vorrebbero capire cosa è successo. Magari prima  che si pronuncino gli italiani ridimensionando il movimento di Grillo ad un partitino di margine come è avvenuto per altri negli ultimi 20 anni. Elenco qui quelli che mi sembrano i quattro punti deboli del M5Stelle rimandando ad un secondo successivo intervento più approfondite valutazioni e suggerimenti.   

1  Ritengo che l'insieme degli obiettivi sui quali il Movimento è nato e sta operando, nei loro termini generali ( le cinque stelle per semplificare molto ) siano tutti assolutamente corretti e condivisibili quasi senza alcuna eccezione. Non c'è quindi motivo di cambiarli se non attraverso una migliore articolazione e semplificazione. Per la prima volta un movimento politico , non compromesso  nel processo degenerativo del sistema politico ed economico del paese lo denuncia invece con forza e si impegna sinceramente per sconfiggerlo e rinnovarlo. Conseguentemente a questo il Movimento è oggetto di una aggressione violenta, senza scrupoli e senza precedenti,  da parte del blocco politico-economico che ha dilapidato il paese senza distinzioni fra maggioranze e opposizioni negli ultimi venti anni. L'aggressione avviene attraverso il sistema mediatico e di informazione che non ha in Italia alcuna indipendenza  e autonomia. E' evidente che il M5Stelle non sembra più in grado di reggere a questa aggressione, che lo ha come minimo bloccato,  e compie ripetuti errori di  ''comunicazione''. Andrà compreso il perché per reagire efficacemente.

2 L'immagine e il funzionamento del gruppo, tutto incentrato sull'organizzazione di un ristretto nucleo attorno a Grillo e Casaleggio, che è stato per tutta la prima fase un punto di forza irrinunciabile per attrezzarsi e reggere allo scontro  è oggi inadeguato e superato. E' un punto di vulnerabilità decisivo per la distruzione del movimento e gli aggressori lo hanno perfettamente capito. E' possibile ridisegnare in modo consensuale una leadership collettiva su base regionale e nazionale che costruisca una vera rete di comunicazione e azione coordinata nella quale una leadership plurale, periodicamente ridefinita, garantisca i nodi. Oggi non esiste neanche parzialmente ed è malamente sostituita da uno sconclusionato  chiacchiericcio in rete, specie su Facebook , il cui valore dipende da come lo si usa, che oggi di una rete di collegamento è solo una caricatura, e dai post recenti sul blog di Grillo, un po’ stonati nei toni, ripetitivi negli argomenti e troppo poveri nei contenuti.                                                             
La rete, utilizzando anche il web e gli eletti, deve esistere ed operare sul territorio , ne in parlamento ne nell'etere, tessendo alleanze, progetti locali concreti, con strumenti utili ai cittadini del posto. La rete, quella concreta,  è il presupposto della felice intuizione della ricostruzione di una Comunità solidale nella società di cui Grillo ha parlato nei momenti migliori. Resta poco tempo, forse un anno per avviare questa conversione, senza la quale il M5Stelle verrà ancor più ridimensionato  nei prossimi appuntamenti elettorali  ( ci saranno  già a fine anno due test regionali  in Emilia e Calabria ).

3 La politica anticasta e contro i costi esorbitanti della politica, uno dei capisaldi del M5Stelle,  si sta rapidamente complicando e rischia di diventare un boomerang. Oltre ai rimborsi elettorali  l'autoriduzione delle indennità dei parlamentari grillini aveva un senso come azione esemplare a cui doveva seguire un ridimensionamento realistico ma esteso a tutta la classe politica, agli organi istituzionali, alle aziende pubbliche, ai magistrati, ai media, ai banchieri, e per quanto possibile ai manager del settore privato, alle pensioni d'oro etc…  Ma i partiti, grazie anche alla confusione e difficoltà di comunicare in modo nitido dei grillini,  hanno capovolto a proprio favore la questione.Siamo al punto che sul web si chiede conto ai propri eletti di rendicontare il biglietto del treno mentre i partiti deliberano per legge i finanziamenti  fino a ieri occulti e illegali per milioni di euro. Non si può suggerire la riduzione dei parlamentari se non si cambiano in senso più proporzionale i sistemi elettorali  perché così, come sta avvenendo per il senato e si sta preparando nelle regioni, si facilita la distruzione di qualunque rappresentatività del voto. Se le indennità degli altri restano immutate va modificata la strategia, con regole precise e comuni a tutti ( ad esempio non è chiaro quale regola si sta usando per i neoeletti parlamentari europei ) utilizzando la quota non percepita per progetti e sostegno ad attività in campo sociale, ambientale, sanitario o altro, attraverso organismi indipendenti ed a favore dei settori ai margini della società o per il rilancio di attività sostenibili nell'artigianato,  piccola impresa, energie rinnovabili, agricoltura di qualità etc.. Poiché è evidente l'aperto boicottaggio istituzionale rispetto ai soldi restituiti vanno a questo punto  costruiti progetti indipendenti. Corrisponde al vero che l'iniziativa siciliana è fallita  e le quote degli eletti grillini sono state restituite ai singoli eletti e momentaneamente versate su un conto di Banca Etica ?  In attesa di che? E' chiaro a tutti che la nuova normativa sul finanziamento pubblico che rende legali i contributi dei privati ai partiti è un peggioramento dell'attuale normativa? Sicuri che in rete e sul blog, invece di promuovere accese discussioni sul proprio ombelico, si stia discutendo con un po’ di serietà  su questi temi?

4 Le posizioni espresse dal M5Stelle sulla legge elettorale, tema incompreso dai cittadini ma centrale nella difesa del sistema democratico, stanno cominciando a diventare un guazzabuglio incomprensibile. Approdati miracolosamente e ottimamente al proporzionale con quorum attraverso ben otto votazioni in rete, da cui era evidente che si sarebbe dovuto mettere al centro tutte le logiche maggioritarie contestando le basi stesse del preteso premio a tutti i costi e indirettamente  qualunque ipotesi di doppi turni,  dal blog e da singoli esponenti è venuto fuori un pasticcio   del  quale diventa difficile darsi una spiegazione. Prima il voto alla riproposizione, per fortuna bocciata, del mattarellum con la mozione Giachetti ( radicale approdato al PD da sempre in stato confusionale su questi temi ), poi la astrusa proposta delle preferenze negative e addirittura la proposta sorprendente del voto disgiunto che è invenzione della peggiore casta degli anni passati, poi le assurde aperture alle ipotesi di doppio turno, infine, nei penosi incontri al tavolo con il PD,  si è dato spazio all' ipotesi che il problema dell' italicum fosse la controversa e irrilevante questione delle preferenze o delle liste bloccate, terreno di contesa fra le diverse bande interne ai partiti. Mettendo in ombra, l'unica vera questione centrale: che il premio previsto dall' Italicum annulla  e capovolge nel suo contrario il voto di milioni di persone ( oggi probabilmente da 4 a 6 milioni ) e sarebbe anche peggio se si arrivasse con il doppio turno nei collegi  ad un accordo elettorale  fra PD e FI in funzione antigrillo. Cosa praticamente certa nel caso, oggi però meno probabile,  che  il M5Stelle si avvicini al 30%.

nelle foto: due candidati per Corte Costituzionale e CSM, il sandwich de luxe di McDonald, il ministro Maria Elena Boschi

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