4 ottobre 2015

ECOLETTERA 67 del Gruppo Cinque Terre




La foto del giorno: Il campo profughi a Zaatari, in Giordania, a pochi kilometri dal confine siriano. Esiste da più di due anni, non è l’unico,  e ad oggi ospita circa 120mila siriani fuggiti dalla guerra.  


editoriale 1: L’urlo dell’acqua ”Basta!” 

Il 20 settembre il movimento italiano per la gestione pubblica dell’acqua si è ritrovato  a Napoli per rilanciare con forza la difesa di questo bene fondamentale sempre più sotto attacco nonostante il Referendum del 2011 abbia sancito che l’acqua deve essere sottratta alle leggi del mercato e che non si può fare profitto. L’enciclica Laudato Si’ afferma che “l’accesso all’acqua potabile è un diritto umano essenziale fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani”. Nonostante il Referendum e le parole forti di papa Francesco, il governo Renzi (come i precedenti Berlusconi, Monti, Letta), sta perseguendo politiche di privatizzazione dell’acqua, perché i governi sono oggi prigionieri dei poteri economico-finanziari che guardano a questo bene come fonte di enormi guadagni. (Alex Zanotelli su comune-info.net ) leggi

editoriale 2: Trivelle nel mare, dieci Regioni contro: depositati i referendum in Cassazione 

I rappresentanti dei Consigli regionali di dieci Regioni - Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise - stanno depositando in Cassazione sei quesiti referendari contro le trivellazioni entro le 12 miglia (e in particolare nell’Adriatico) e sul territorio. Capofila dell’iniziativa è la Basilicata, con il presidente Pino Lacorazza che chiede «che siano ripristinati i poteri delle Regioni». La decisione di presentare i referendum era stata adottata lo scorso 18 settembre. Le proteste riguardano l’articolo 35 del Decreto Sviluppo del governo Monti, che dà il via libera a operazioni di ricerca ed estrazione di idrocarburi nella fascia tra le 5 e le 12 miglia dalla costa, e l’art. 38 dello Sblocca Italia di Renzi che consente procedure accelerate per queste attività «di interesse strategico» e «di pubblica utilità, urgenti e indifferibili». Su cinque dei sei articoli oggetto dei quesiti è attesa anche la decisione della Consulta, che si pronuncerà da gennaio ad aprile sulla questione trivellazioni. Il presidente Lacorazza ha assicurato che «anche la Sicilia e la Lombardia hanno dimostrato di apprezzare la nostra iniziativa e l’Emilia Romagna ha detto “no” ma Bonaccini ha detto che approva la “carta anti trivelle di Termoli”» ( di Redazione Online Corriere della Sera ) leggi

Chi perde e chi vince col decreto pro-inceneritori

 La conferenza Stato-Regioni esaminerà i decreti per la realizzazione di 12 nuovi inceneritori. Il governo spinge queste tecnologie come misure di green economy, dimenticandosi che bruciare rifiuti dovrebbe essere solo l’estrema ratio. In principio furono “Misure urgenti per la realizzazione su scala nazionale di un sistema adeguato e integrato di gestione dei rifiuti urbani e per conseguire gli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio- (…) per la gestione e per la tracciabilità dei rifiuti nonché per il recupero dei beni in polietilene”.  Sono le norme contenute nell’articolo 35 del famigerato decreto Sblocca Italia D.L. 133/2014, approvato dal governo Renzi il 12 settembre 2014, convertito in legge l’11 novembre scorso e riprese nel decreto attuativo del 29 luglio 2015. In pratica, nel documento che il Ministro dell’Ambiente Galletti sottoporrà alla Conferenza Stato-Regioni,  rinviata al 24 settembre prossimo (e forse anche più in là ndr ) c’è il piano di costruzione di 12 nuovi inceneritori, oltre i 42 già esistenti funzionanti e i sei autorizzati ma non esercizio, che bruciano quasi sette milioni di tonnellate di rifiuti urbani e speciali ogni anno. (( Rosy Battaglia su Wired.it ) leggi

Ddl Penale, via libera alla Camera tra le polemiche

Camera dei Deputati. Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale. Montecitorio approva il ddl che contiene anche la legge delega al governo sul tema delle intercettazioni telefoniche. Il ddl passa ora all’esame del Senato. Forza Italia si astiene, votano contro i parlamentari di Sel della Lega e del Movimento 5 Stelle. "Chiediamo a giornalisti e magistrati di denunciare uno dei provvedimenti più pericolosi di questi ultimi anni", dicono i deputati pentastellati imbavagliati in Aula: “Dov’è finita la sinistra dei girotondi? Siete ipocriti, vi state spingendo oltre quello che voleva fare Berlusconi, con una delega in bianco imporrete il bavaglio ai giornalisti, non state tutelando i cittadini ma gli interessi della casta” ( da ilfattoquotidiano.it) leggi
 
Luciano Gallino: ‘Fine della democrazia? Iniziò con Thatcher. E continua con Renzi’

Il voto dei cittadini conta sempre di meno, i margini di manovra dei governi eletti - quando sono davvero eletti - sono sempre più ridotti. La logica dell' "autoritarismo emergenziale" fa il resto. Un vizio che, secondo il sociologo, ha origine negli anni Ottanta e nell'avvento del neoliberismo. Così le riforme volute dal presidente del consiglio "rispetto alla gravità della crisi si collocano tra il dramma e la barzelletta". Come venirne fuori? "Affiancando all'euro una moneta parallela. A meno che non sia la Germania a buttarci fuori"  (Davide Turrini su ilfattoquotidiano ) leggi

La resa della “sinistra Pd”: è la liquidazione definitiva.

Con il voto sulla riforma costituzionale, la “sinistra” Pd si è definitivamente arresa a Renzi. Poco importa che il fiorentino abbia concesso qualcosa (peraltro irrilevante ai fini dei nuovi equilibri istituzionali), anche se avesse concesso la piena elettività di tutto il nuovo Senato, non cambierebbe nulla dal punto di vista politico. Renzi ha dimostrato di aver avuto la forza di fare la più radicale riforma costituzionale dal 1948 in poi e che si tratti di una riforma peggiorativa non ha peso. Ha piegato la minoranza del suo partito, la minoranza ha perso l’ultima occasione per dimostrare di essere altro dal renzismo. Dunque, questa è la definitiva scomparsa della “sinistra” Pd e, con essa, anche di quel che resta del vecchio Pci. Ed in qualche modo è giusto che sia così:..( da aldogiannuli.it ) leggi

I prevedibili danni causati da Pippo

Il fallimento dell’avventuristica impresa degli otto referendum proposti da “Possibile” di Pippo Civati lascia uno strascico di danni che avrà una ricaduta negativa sulla futura credibilità di forme di democrazia partecipata e diretta. Civati ha dimostrato di essere un pessimo politico: se credeva veramente nella possibilità di riuscire a raccogliere le firme ha denotato una totale incapacità di analisi; se invece sapeva della non riuscita della sua impresa ha dimostrato di non dare alcuna importanza al raggiungimento degli obiettivi ma solo ai suoi particolari interessi. L’unico risultato ottenuto è stato quello di creare un rischio di aumento di delusi e astenuti, disaffezione allo strumento referendario, minore spinta alla partecipazione diretta dei cittadini e a iniziative simili. Un’altra dimostrazione di come il “nuovo” ceto politico emergente non differisca assolutamente da quello vecchio: autoreferenzialità, ambizioni personali, ricerca di voti, decisioni dall’alto, miopia politica ne sono la cifra costitutiva. ( Gian Luigi Ago su primalepersone.eu ) leggi

La Primavera di Atene

 Il discorso di Yanis Varoufakis alla Festa della Rosa di Frangy-en-Bresse. Un documento straordinario per comprendere il colpo di Stato antidemocratico che l’Eurogruppo ha perpetrato nei confronti della Grecia, la condizione di protettorato politico ed economico in cui versa la Grecia oggi e colpirà chiunque si opporrà ai diktat relativi all’austerità dei Signori dell’Euro. E’ una guerra contro la democrazia. E la stiamo perdendo. (fonte: Essere Sinistra - settembre 2015 ) leggi

L’orto comunitario di Berlino

Il Prinzessinnengarten è un orto urbano di circa 6.000 metri quadrati in pieno centro a Berlino, nel cuore di Kreuzberg (a Moritz Platz), nato nel 2009 dal progetto dell’associazione Nomadisch Grün (Verde Nomade) che ha riconvertito un luogo abbandonato in un polmone verde all’interno della città. Nel giugno 2012, l’area doveva essere venduta al miglior offerente ma una lettera aperta al senato e il sostegno di più di 30.000 persone hanno impedito la privatizzazione. L’obiettivo dell’associazione era quello di creare un luogo di scambio e di apprendimento sui temi della coltivazione locale e biologica degli alimenti, sulla biodiversità (nel Prinzessinnengarten sono state impiantate cinquecento differenti tipi di colture), sul consumo sostenibile e sullo sviluppo urbano. L’idea del giardino si è espansa diventando qualcosa di più complesso: all’interno di questo ampio giardino sono stati aperti infatti una caffetteria che propone bevande biologiche e un ristorante dove alla base delle ricette ci sono i prodotti freschi coltivati nell’orto stesso. Ci sono inoltre un’area per le api, una zona gioco sugli alberi, un piccolo circo, un mercatino delle pulci (Kreuzboerg Flowmarkt) e una biblioteca sulla sostenibilità ricavata all’interno di un container.  ( Elena Chiocchia su comune-info.net  fonte: designplayground.it ) leggi

Centrali elettriche, l’Europa torna al passato: previsti centodieci nuovi impianti a carbone

A rendere noti i poco ambientalisti progetti europei è Can Europe (Climate action network), rete che riunisce circa 120 organizzazioni ecologiste sparse in oltre 30 Paesi. Sono 110 i nuovi impianti previsti in soli quattordici Paesi europei, di cui 75 nella Turchia di Erdogan, nota per la sua sbalorditiva (e infrenabile) cementificazione del Paese. Otto invece quelle previste in Bosnia ed Erzegovina, sette in Polonia, quattro in Serbia e in Germania, due in Romania e una in Croazia, Repubblica Ceca, Grecia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Regno Unito. E infine una anche in Italia: è la Sulcis Power Station, nella Sardegna sud occidentale. In Europa ci sono già circa 240 centrali elettriche alimentate a carbone, di cui la maggior parte in Germania (74) e Repubblica Ceca (45); 13 quelle in Italia. E peggio ancora: quasi tutte le centrali hanno almeno 30 anni, alcune arrivano anche a 60, sono quindi obsolete e doppiamente inquinanti. (Melania Carnevali  su ilfattoquotidiano ) leggi

Elezioni in Myanmar: videomessaggio di Aung San Suu Kyi 

Con un messaggio in cui invita la comunità internazionale a garantire che le elezioni portino “un vero cambiamento politico e amministrativo”, la leader dell’opposizione birmana ha aperto la campagna elettorale per il voto dell’8 novembre prossimo. Si apre dunque la sfida fra Aung San Suu Kyi e il partito emanazione dei generali birmani, oggi al potere, per la conquista dei seggi in Parlamento. Rispetto alle elezioni del 2010, boicottate dalla Lega nazionale per la democrazia (NLD), la ex Birmania ha intrapreso un cammino di riforme che ha portato alcuni cambiamenti. Saranno oltre 30 milioni i cittadini chiamati alle urne, molti dei quali per la prima volta. In lizza 90 fra partiti e movimenti di varia natura, un numero impensabile fino a pochi anni fa nella nazione retta da una ferrea dittatura militare. Al futuro Parlamento spetterà il compito di eleggere il nuovo presidente del Myanmar, una carica cui non può aspirare la Nobel per la pace, a causa di una norma contra personam che la esclude dalla corsa. Principale favorito resta il partito di governo Union Solidarity and Development Party (USDP), emanazione della vecchia giunta, che assieme al 25% dei militari cui è riservato per legge un posto all’Assemblea, controllano la vita politica e istituzionale del Paese. ( fonte asianews.it ) leggi

Trivelle: Shell abbandona ricerca idrocarburi nell'Artico

Shell ha annunciato l'abbandono della ricerca di idrocarburi nell'Artico, dopo aver perforato un pozzo e trovato petrolio e gas in quantità non sufficienti. Commentando la decisione di Shell, Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International, dichiara che "oggi è un gran giorno per l'Artico. Questa è un'enorme vittoria per milioni di persone che si sono opposte ai piani di Shell, e nello stesso momento è un disastro per le altre compagnie petrolifere che hanno interessi in quella regione. Shell ha scommesso pesantemente sulle trivellazioni nell'Artico e oggi ha rimediato una sonora sconfitta, sia in termini di costi che di reputazione pubblica - rileva Naidoo - Quello del colosso petrolifero anglo-olandese era diventato il progetto petrolifero più controverso al mondo: ora Shell torna a casa a mani vuote". Greenpeace chiede al presidente degli Stati Uniti Barack Obama - che di recente si è recato in Alaska per parlare di cambiamenti climatici - "di cogliere la palla al balzo e cancellare ogni altro futuro progetto di trivellazione nell'area”. ( da ansa.it ) leggi
 
Una scarpa nella rete 

Parley for the Oceans è una community di “ambientalisti creativi” che ha recentemente sottoscritto un partenariato con una ben più nota azienda di scarpe: Adidas. Per quale ragione? Per concepire una nuova sneaker, quasi interamente prodotta da riciclo di rifiuti in plastica e reti da pesca recuperati dagli Oceani.
Ecco quindi la scelta di riutilizzarne gran parte riciclandone le fibre e recuperando, grazie all’aiuto di Sea Shepherd, circa 72 chilometri di tramagli che i “pastori del mare” hanno raccolto mentre erano da più di 110 giorni sulle tracce di pescatori di frodo ricercati dalla polizia, mentre li stavano inseguendo lungo le coste dell’Africa occidentale: quando la barca dei “predatori” è affondata, gli attivisti li hanno salvati e… consegnati nelle mani delle autorità. Dalle reti sono nate fibre riciclate che andranno a costituire, proprio con la collaborazione di Adidas, un paio di sneakers completamente sostenibili. L’azienda era stata infatti, insieme ad altri nomi illustri dell’industria dello sport come Nike e Puma, accusata da Greenpeace di contribuire in maniera significativa all’inquinamento del pianeta, utilizzando sostanze tossiche per la produzione dei loro prodotti. Le fibre derivanti dal riciclo delle plastiche marine dovrebbero entrare nel ciclo della produzione dall’inizio del 2016.  ( fonte: unimondo.org   ) leggi

VIDEO ARCHIVIO

XVIII° festival cinemambiente: 6-11 ottobre 2015 a Torino   www.cinemambiente.it

10 Billion - Whats'on Your Plate? Nel 2050 la popolazione mondiale sarà di 10 miliardi di persone. Il documentario si inserisce nell’acceso dibattito sulla possibilità di garantire cibo per tutti con uno sguardo analitico che spazia dalla produzione alimentare alla distribuzione. vedi

Mare carbone Una donna torna nei luoghi dove affondano le sue radici e scopre che lì  intendono costruire una centrale a carbone vedi

I custodi dell'acqua Nella Carnia, remota area delle Alpi Orientali, l'intervento sulle risorse idriche locali, dettato da interessi economici esterni, smuove il senso di attaccamento al territorio. Due donne di generazioni diverse esprimono il loro legame all’ ambiente dove vivono. vedi


Il punto di vista  del Gruppo Cinque Terre:
 
 Documento annuale: Quello che possiamo fare ( Piero Aimasso - Anna Andorno - Giovanni Chiambretto - Maurizio Di Gregorio - Massimo Marino ) 1 giugno 2015                                                                      


ECOLETTERA del Gruppo Cinque Terre vi segnala ogni 15 giorni interventi, documenti, appuntamenti, rimandando ai siti del gruppo o ad altri link

archivio: 55 - 56 - 57 - 58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63 - 64 - 65 - 66

Segui le news selezionate dal GCT su facebook : facebook.com/gruppocinqueterre

Nessun commento:

Posta un commento