1 settembre 2016

Settembre elettorale in Germania. Si vota a Berlino


Due scadenze elettorali: nel Land Mecleburgo-Pomerania (4 settembre) poi il doppio voto di Berlino (come Città-Stato e come Comune) due settimane dopo (18 settembre) . Si avvicina un test decisivo su come cambierà la Germania di fronte alla crisi dell’Europa degli ultimi sei mesi. Il Mecklenburg-Vorpommern ha 1,6 milioni di abitanti, l’intera Berlino metropolitana circa 5,8. In totale il 9.2% della popolazione tedesca di 81,8 milioni di abitanti. I risultati in tre Lander a metà marzo sono stati una scossa per il paese, mostrando che i due attori della alleanza nazionale del 2013 (SPD e CDU-CSU) forse non reggono la crisi e sarà difficile prevedere cosa succederà nell’autunno del 2017 con le nuove elezioni politiche.

  di Massimo Marino

LE ELEZIONI DI MARZO 2016
L’esito delle elezioni di marzo in tre Länder ha letteralmente messo sottosopra lo scenario politico. Non c’è stata solo la novità del successo della Alternative für Deutschland (AFD), formazione populista di destra nata appena tre anni fa, ostile all’Euro e oggi calamita della protesta nel Paese impaurito per l’apertura delle frontiere. I due alleati di governo non hanno retto neanche verso i loro concorrenti tradizionali.
Nel Baden-Württemberg, centro della Porsche e della Mercedes, è fallito l’obiettivo della CDU di ristrappare ai Grunen di Winfried Kretschmann il governo della loro prima regione conquistata. I Verdi hanno riconfermato invece il loro successo e il loro premier con oltre il 30% dei voti, uno dei migliori risultati della loro storia ormai trentennale. Desolante la SPD scesa a meno del 13% e superata dall’AFD (15%).
Nella Renania-Palatinato, roccaforte dei socialdemocratici, Julia Klöckner, che nella CDU molti considerano quella che succederà alla Merkel, ha fallito l’obiettivo del sorpasso ma anche nella regione di Magonza con il 36,2 % dei consensi, la socialdemocratica Malu Dreyer pur riconfermata premier ha constatato lo scarno 5% degli alleati Verdi. Anche qui con unnotevole 12,6% dell’AFD. 
In Sachsen-Anhalt (Sassonia-A.) è stato un vero terremoto politico quello provocato dall’AFD di Frauke Petry. La regione di Magdeburgo, la più piccola e povera nell’est del Paese, ha riconfermato la CDU di Rainer Haselhoff, con il 29,7% dei voti, come primo partito. Ma la Linke (la sinistra radicale), e l’SPD sono stati dimezzati portando voti alla destra dell’AFD che con un incredibile 24,2% doppia l’SPD e contraddice l’idea semplicistica che attragga solo un elettorato conservatore.
Insomma i due attori della Grosse Koalition nazionale perdono gradualmente consensi in tutte le direzioni rendendo sempre più complicato governare.

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voti e seggi nel Land Mecleburgo-Pomerania nel 2011

MECLEBURGO-POMERANIA
In questo Land dell’est il 4 settembre si prevede un altro successo elettorale dell’AFD. Non sarebbe cosa da poco perché è il collegio della Cancelliera, in difficoltà nel suo partito e in calo nei sondaggi. L'AFD con la leader nazionale Frauke Petry impegnata a fondo perché subito dopo c’è il voto a Berlino, potrebbe arrivare al 20% e fa leva ancora in questi giorni sui punti deboli del governo, accentuati dai media al di là del loro peso reale nell’agenda del paese. "Noi siamo per il divieto del velo integrale. Non ci convince l'argomentazione per cui il bando sarebbe incompatibile con la libertà religiosa. Noi partiamo dal presupposto che i diritti fondamentali debbano essere intoccabili. Ma esistono diritti che possono entrare in conflitto l'uno con l'altro. Dobbiamo spegnere ogni ambizione politica del fanatismo islamico in questo paese. Non può avere spazio, in Germania. Noi vogliamo che queste donne vivano liberamente, se i mariti o i clan le costringono a portare il velo, dobbiamo aiutarle a liberarsi ". Argomenti insidiosi e i sondaggi non prevedono nulla di buono per i due grandi partiti tedeschi, SPD e CDU, oggi insieme al governo della Repubblica federale. Nel Land sembra scontata una riedizione della coalizione rosso-nera per il prossimo governo a Schwerin ma forse con un terzo in meno di elettori. Si prevede un calo anche per la Linke e i Verdi. Non dovrebbe invece entrare nel prossimo parlamento regionale la NPD, il partito neonazista. Secondo vari sondaggi l’AFD attrarrebbe quindi elettori da tutti i campi.

voti e seggi nel Land di Berlino nel 2011
BERLINO
La capitale della Repubblica Federale dovrà votare nello stesso giorno, il 18 settembre, per due diversi livelli di governo: quello per l’Abgeordnetenhaus, cioè il Parlamento di Berlino, e quello dei Bezirksverordnetenversammlungen, cioè il livello comunale. Berlino è una Città-Stato e questo le conferisce uno status molto particolare. A differenza degli altri Länder, infatti, non ci sono le Gemeinde bensì i Bezirke, cioè i “distretti” della città. Quindi due liste di candidati: per un posto da deputato del Land e per un posto di consigliere locale. Come Land Berlino ha una propria costituzione e quindi una propria regolamentazione, gode di un´ampia autonomia gestionale e amministrativa, tuttavia è vincolato, esattamente come gli altri Länder, al rispetto della Grundgestz, che è la Costituzione tedesca. I distretti della città di Berlino sono dodici: Mitte; Friedrichshain-Kreuzberg; Pankow; Charlottenburg-Wilmersdorf; Spandau; Neukölln, Steglitz-Zehlendorf; Tempelhof-Schöneberg; Treptow-Köpenick; Lichtenberg; Reinickendorf e Marzahn-Hellersdorf. Ogni distretto si suddivide a sua volta in Ortsteilen, che sono i quartieri o zone. Ognuno di questi Ortsteil, in media circa 10 km2 e circa 100mila abitanti, rappresenta una circoscrizione. Scelti nelle diverse zone i vari partiti presentano delle liste di candidati. Il rapporto quindi tra eletti ed elettori è molto stretto. Anche i residenti a Berlino non tedeschi possono votare (ma solo per il BVV, ossia il Bezirksverordnetenversammlung , l’assemblea comunale) se hanno compiuto il 16esimo anno di età e sono anmeldati (residenti) da almeno 3 mesi nella città, in questa occasione quindi da prima del 18 giugno 2016. 
eletti nei 12 distretti di Berlino nel 2011

Per gli eletti dei diversi distretti, 55 membri eletti in ognuno, paragonabili ad un consiglio comunale eletto in ogni distretto, l’attività non è retribuita eccetto un rimborso spese per le attività di segreteria. Amministrano la città nelle diverse zone e scelgono le priorità ma non possono promuovere tassazioni, perchè le risorse provengono dalle delibere degli eletti nel Land (Ministro presidente e Senatori). Il sistema elettorale è sempre di fatto proporzionale con un limite del 5% al di sotto del quale non si hanno eletti.
I sondaggi, molto variabili negli ultimi mesi, danno approssimativamente la SPD sotto il 30%, la CDU attorno al 20% subito seguita dai Verdi e poi dalla Linke e infine dai Piraten, decisamente ridimensionati anche a Berlino dove avevano avuto il loro più rilevante successo nel 2011. L’AFD dovrebbe superare il 10%   mentre i liberali della FPD, tradizionali alleati della CDU, sarebbero al limite del quorum del 5% sotto il quale non si hanno eletti. Nessun partito, comunque, raggiungerà la maggioranza assoluta e gli scenari possibili sono di fatto due: la coalizione SPD-CDU oppure la possibile novità di un accordo a tre fra SPD, Verdi e Linke fino ad oggi mai attuato.
Il voto a Berlino è importante: è una metropoli multiculturale con il 13.5% di residenti di origine straniera, tra i quali la più numerosa comunità turca al di fuori della Turchia. È stata amministrata dal 2001 dal sindaco SPD Klaus Wowereit che però, sembra a causa del mancato avvio del nuovo grande aeroporto di Tempelhof, si è dimesso a fine 2014 sostituito, dopo un voto fra gli aderenti al suo partito, da Michael Muller, senatore per lo Sviluppo Urbano e per l’Ambiente della città, la quale è certo un grande polo di attrazione dall’estero ma ha un tasso di disoccupati (13%) circa doppio della media nazionale e un debito pubblico di 62 miliardi di euro.
I sette partiti di qualche rilievo che si presentano al voto dopo la raccolta di firme in tutti i distretti sono caratterizzati da un colore, da un programma e da candidati delle singole zone ( Wahlprogramm, Themen , KandidatInnen ) indicati con precisione sui loro siti:  SPD (rosso), CDU (nero), Die Grüne (Verde): Die Linke (viola), Piraten (Arancione), FPD (Giallo), AFD ( Azzurro)

ELEZIONI 2017
Le ultime elezioni politiche del 2013 avevano visto il trionfo della tradizionale coalizione conservatrice CDU/CSU arrivata al 49% dei seggi parlamentari, con l’SPD fermo al 30%. Il fatto che il partito liberale fosse però rimasto fuori dal nuovo Bundestag ha costretto l’attuale cancelliera a trovare alleati per ottenere in aula i numeri necessari a governare. Dopo due mesi è nato così un Governo di grande coalizione con l’SPD, guidato dalla Merkel e con vice-cancelliere e ministro dell’economia il socialdemocratico Sigmar Gabriel. La coalizione ha guidato la Germania dal 2013 senza grandi tensioni superando anche la gestione della crisi greca.  Ma dopo le elezioni amministrative locali dello scorso marzo e la politica di apertura della Merkel nei confronti dei migranti ( specie siriani) hanno spostato non pochi consensi verso gli euroscettici e accentuato le tensioni interne all’alleanza, non tanto verso l’SPD, poco incisivo nella crisi sociale recente, ma verso gli alleati interni della CSU d Horst Lorenz Seehofer, primo ministro bavarese critico verso le eccessive aperture delle frontiere, e verso lo stesso  Wolfgang Schäuble , il Ministro delle finanze, noto per l’intransigente difesa dell’austerità.
Non è ancora chiaro né scontato se l’attuale Cancelliera si presenterà per la quarta volta alle elezioni dell’autunno del 2017 per un nuovo mandato. Sono comunque tre donne le possibili alternative dell’ unione dei conservatori: Julia Klöckner, leader della CDU in Renania-Palatinato, Annegret Kramp-Karrenbauer, Ministro presidente del Saarland, e Ursula von der Leyen, attuale Ministro della Difesa.

Dal settembre del 2015, quando la Merkel ha espresso maggiore disponibilità nei confronti degli immigrati, i suoi consensi sarebbero calati e l’ascesa dei sondaggi a favore dell’AFD di Frauke Petry, che la attacca quotidianamente, sono continuati. Per la stessa SPD di Sigmar Gabriel, già designato a dicembre come candidato di fatto dell’SPD per il 2017,  la Merkel avrebbe sottovalutato i problemi posti dagli immigrati, troppi per essere integrati con successo nella società tedesca. Ma la fase discendente andata avanti per 10 mesi sembra essersi arrestata da luglio quasi in coincidenza del referendum di uscita dall’UE della Gran Bretagna e della preoccupante svolta in Turchia provocata da Erdogan, con segni di risalita della Merkel e in contemporanea discesa di qualche punto della destra populista dell’AFD. 
Intanto si vedrà il 19 settembre che ne pensa il multietnico elettorato berlinese.

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