17 novembre 2017

L’inverno della Nuova Zelanda si è accorciato di un mese nell’ultimo secolo



Nella prima metà del Novecento durava 100 giorni in media, ora 70: inizia dopo e finisce prima

Negli ultimi cento anni in Nuova Zelanda l’inverno si è accorciato di un mese, secondo l’Istituto nazionale di ricerca sull’acqua e l’atmosfera (NIWA) del paese. Per “inverno” in questo caso non si intende la stagione astronomica, quella legata al numero di ore di luce giornaliere, ma si intende quel periodo dell’anno in cui le condizioni climatiche sono quelle che tipicamente si associano a questa stagione: temperature molto basse, gelate e nevicate. Secondo gli scienziati del NIWA nell’ultimo secolo l’inizio di questi fenomeni meteorologici si è via via ritardato e la loro fine si è anticipata, e oggi rispetto a cento anni fa il periodo in cui si verificano è più corto di un mese.

In Nuova Zelanda, nell’emisfero australe, l’inverno astronomico comincia all’inizio di giugno, finisce alla fine di agosto ed è lungo 92 giorni: può nevicare e ci possono essere temperature minime fino a -7°C durante la notte. Brett Mullan del NIWA ha definito come giornata invernale dal punto di vista meteorologico una in cui la temperatura media è minore di 9°C, e poi ha studiato i registri storici degli anni tra il 1909 e il 1938 e quelli tra il 1987 e il 2016 relativi a sette diverse regioni della Nuova Zelanda. Analizzando i dati storici ha calcolato che tra il 1909 e il 1938 ogni anno ci furono in media 100 giorni con condizioni meteorologiche invernali, contro i soli 70 degli ultimi trent’anni.
Mullan ha notato che comunque il periodo invernale può variare molto di anno in anno: nel 2016 ad esempio giugno fu molto caldo, e si ebbero condizioni invernali solo tra luglio e agosto; nel 2017 invece è stato agosto a essere molto caldo e giugno invernale. Un altro dato riscontrato da Mullan è il numero di gelate durante l’inverno: anche quello è diminuito nel tempo.

La contrazione dell’inverno meteorologico non è un fenomeno solo neozelandese: anche negli Stati Uniti l’inverno si è accorciato di un mese secondo gli studiosi del clima. Secondo le previsioni di Mullan l’inverno continuerà ad accorciarsi anche in futuro e le temperature medie ad alzarsi. Questi cambiamenti probabilmente avranno delle conseguenze sulla produzione di kiwi, frutta di cui la Nuova Zelanda è il primo esportatore mondiale: il nord del paese sta diventando troppo caldo per coltivarli. Per l’agricoltura in generale l’aumento delle temperature ha l’effetto positivo di far maturare più in fretta le piante, ma ha anche lo svantaggio di favorire la riproduzione degli insetti infestanti, che l’inverno uccide.

Nella foto: Il lago Sarah, nell'Isola del Sud, in Nuova Zelanda, il 30 agosto 2004 (Getty Images/FOTOPRESS/Ross Land)

* da   www.ilpost.it – 10 novembre 2017

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