26 settembre 2009

Appello agli ecologisti appuntamenti

TORINO MARTEDI' 29 settembre ore 18-23 incontro dei firmatari dell’ Appello agli ecologisti "Il coraggio di osare "

IV circoscrizione Corso Umbria 28/B (piazzale Umbria, traversa sx di Corso Regina prima di via Cigna )
info * 338 236 4237 * 338 211 5526 * 347 384 2331 * 340 240 4493


http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=torino+corso+umbria+26B&sll=41.442726,12.392578&sspn=14.843733,28.168945&ie=UTF8&ll=45.083369,7.670367&spn=0.006833,0.013754&z=16
con la partecipazione di:

MARCO BOATO ex senatore Verdi, portavoce Verdi del Trentino


ANGELO BONELLI ex capogruppo Verdi alla Camera dei Deputati,Lazio

MAURIZIO DI GREGORIO blog Fiorigialli (del Gruppo delle Cinque Terre)

Sono invitati ad intervenire i firmatari piemontesi dell’appello (circa 170) e tutti gli interessati al progetto che propone la rifondazione dell’Ecologismo in Italia attraverso la formazione della Costituente ecologista in ogni regione per la fine dell’anno.

MARCHE domenica 4 ottobre ore 16-20 incontro regionale a CIVITANOVA MARCHE dei firmatari dell’ Appello agli ecologisti "Il coraggio di osare "

alla CASA DEGLI ULIVI Contrada Migliarino 25
TOM TOM Latitudine 43° 19.467' Longitudine 13° 41.820'
con la partecipazione di

MARCO BOATO ex senatore Verdi, portavoce Verdi del Trentino


CATERINA DI BITONTO del Coordinamento nazionale Federazione dei Verdi
MASSIMO MARINO blog ECO*ECO-ANIMALI (del Gruppo delle Cinque Terre)

Sono invitati ad intervenire tutti i firmatari marchigiani dell’appello e tutti gli interessati al progetto che propone la rifondazione dell’Ecologismo in Italia attraverso la formazione della Costituente ecologista in ogni regione per la fine dell’anno.

(coordina l'incontro Sandra Ruggeri info:388 9222187 sandra.ruggeri@alice.it )


TUTTA LA CONFERENZA STAMPA DI OGGI A ROMA DI Boato, Bonelli, ed altri firmatari della mozione per la Costituente ecologista presentata per il Congresso dei Verdi del 9-10-11 ottobre


http://download.radioradicale.it/store-51/roma/2008/08/MP526518.MP3
download.radioradicale.it
Origine: download.radioradicale.it

23 settembre 2009

VERDI: CHIESTE DIMISSIONI FRANCESCATO, 'ORMAI E' DI SL'

Sta diventandi rovente il clima fra i Verdi a tre settimane dal congresso dopo la notizia che Grazia Francescato senza essersi mai dimessa dai Verdi , e soprattutto dal ruolo di portavoce nazionale scaduto dal mese di Luglio, è entrata a far parte con Paolo Cento ed altri del Coordinamento Nazionale di un altro partito. L’accellerazione di questa scelta sembra per alcuni anche dovuta al fatto che, malgrado le contestatissime procedure con cui si stà definendo la composizione degli iscritti e dei delegati per il Congresso, gli esiti a favore dell’opzione di ingresso in Sinistra e Libertà non siano più così scontati come si riteneva fino a due mesi fa.

VERDI: CHIESTE DIMISSIONI FRANCESCATO, 'ORMAI E' DI SL'
ANSA) - ROMA, 22 SET - Cinque componenti del Coordinamento Nazionale dei Verdi chiedono le dimissioni di Grazia Francescato come portavoce del partito in seguito alla decisione della stessa Francescato di entrare nel coordinamento di Sinistra e liberta'.L'iniziativa e' stata presa da Caterina Di Bitonto, Barbara Diolaiti, Antonio Fiorenzani, Pinuccia Montanari, Susanna Scotti. Nei giorni scorsi la decisione della Francescato era stata gia' contestata da Marco Boato, Gianfranco Bettin e Angelo Bonelli. 'Prendiamo atto - si legge in un loro comunicato - che Grazia Francescato, tre settimane prima del Congresso dei Verdi italiani (Fiuggi 9, 10, 11 ottobre 2009) ha scelto di uscire dai Verdi e di entrare, gia' da dirigente, nel partito di Sinistra e Liberta'. Non si puo' interpretare in altro modo la sua presenza nell'organo dirigente nazionale di questa nuova formazione, eletto dall'assemblea di Sinistra e Liberta' dello scorso 20 settembre, dal momento che mai i Verdi hanno deciso di entrare in Sinistra e Liberta' e che la stessa mozione che aveva eletto Francescato Portavoce nazionale dei Verdi nel luglio 2008 non conteneva alcuna indicazione in questa direzione'.'Conseguentemente - proseguono - ci aspettiamo ora le immediate dimissioni di Grazia Francescato da Portavoce dei Verdi e la restituzione della tessera. La sua scelta l'ha compiuta prima del Congresso, in spregio allo Statuto e al dibattito congressuale. Ne tragga le logiche conseguenze e con lei gli altri iscritti ai Verdi che ora risultano dirigenti di Sinistra e Liberta''.(ANSA).

22 settembre 2009

Congresso dei Verdi del 10 ottobre, presentate 3 mozioni

Alla scadenza del 15 settembre sono tre le mozioni presentate riguardanti le scelte future dei Verdi dopo circa 23 anni dal loro congresso di fondazione avvenuto nel novembre 1986 a Finale Ligure.
Per poter presentare una mozione sono richieste le firme di almeno 20 consiglieri/coordinatori nazionali su 112 totali oppure di 500 iscritti .
Secondo i dati pubblicati i delegati sarebbero 531 provenienti da 79 provincie mentre 31 provincie non hanno delegati. In molte situazioni infatti, specie dopo l’ultima debacle del giugno 2009 (elezioni europee con Sinistra e Libertà, provinciali e parecchi comuni ) molti iscritti si sono allontanati o hanno rifiutato di partecipare al congresso; la scarsa rappresentatività e le divisioni ormai insanabili sono espresse anche dalla singolare distribuzione dei delegati; ad es. Roma 65 e Napoli 54, Milano 23, Torino 20 (sono proprio Piemonte e Lombardia le due regioni meno rappresentate ).Molto forte la tensione, in particolare a Roma, specie per le recenti polemiche sulla cancellazione di parecchie centinaia di iscritti, considerata arbitraria e che potrebbe risultare determinante per gli esiti del congresso.

La prima mozione (Francescato, Cento, Roggiolani ..) ripropone il progetto federativo con Sinistra e Libertà mantenendo formalmente la Federazione dei Verdi. Fino al 2013 è questo il soggetto che continuerà a prendere i rimborsi elettorali, cioè il finanziamento pubblico, in base ad una incredibile regola mai messa in discussione dai partiti del governo Prodi , problema spinoso neppure sfiorato dalla mozione. Di fatto la confluenza in Sinistra e Libertà verrebbe realizzata organizzando una corrente “ecologista” probabilmente con uno scarso seguito di militanti e di elettori ma che, se prevalesse nel congresso, avrebbe la gestione di tutte le risorse residue di una Federazione pressocchè inesistente nei fatti fino alla loro definitiva estinzione che avverrebbe alla prossima scadenza di elezioni politiche.

La seconda mozione (Boato, Bonelli, Bettin.. ) dichiara fallito e chiuso il rapporto con Sinistra e Libertà, propone il superamento della attuale Federazione dei Verdi ed una fase transitoria con l’assunzione del simbolo europeo dei Verdi (il Girasole) nel mentre viene proposto a tutte le forze ecologiste italiane e non solo, un processo di unificazione su basi federative attraverso la “Costituente degli ecologisti” preceduta dallo svolgimento degli “Stati generali dell’ecologismo italiano “ entro l’inizio del 2010.
Per la fase di transizione la mozione propone al congresso la nomina del doppio portavoce nazionale uomo/donna già attuata dai Verdi in molti paesi europei , ed anche 21+21 portavoce regionali espressioni del ritorno ad un soggetto politico su base federativa regionale. Anche il finanziamento pubblico verrebbe diviso: 1/3 alle 21 strutture regionali, 1/3 a quella nazionale , mentre 1/3 verrebbe affidato ad associazioni rilevanti esterne ai Verdi per loro autonome iniziative.
La mozione accenna inoltre ad una iniziativa popolare di raccolta firme per dimezzare il finanziamento pubblico e i costi della politica e rilancia l’idea dell’autofinaziamento. Inoltre suggerisce l’organizzazione di un EcoExpo in cui il nuovo soggetto politico nascente riunirebbe e proporrebbe il rilancio di tutte le forme di attivita economiche ecocompatibili . I nuovi ecologisti si riconoscerebbero pienamente nell’esperienza e nelle forme organizzative dei Verdi europei .
Preceduta dall’ ”Appello agli ecologisti:il coraggio di osare “ lanciato all’inizio di agosto questa seconda mozione sembra aver allargato i propri consensi soprattutto arrestando la tendenza diffusa a non partecipare al congresso dilagante in molte regioni fino alla fine di luglio. L’appello, al momento ormai vicino al migliaio di sottoscrittori, ha avuto l’adesione di parecchi fra i vecchi fondatori dei verdi negli anni ’80, molti dei quali non più iscritti alla federazione, ma soprattutto di molti non aderenti ai verdi, compresi un centinaio che si dichiarano del PD, IdV, gruppi di Grillo, Per il bene comune, Decrescita felice, o gruppi della Sinistra ma favorevoli alla nascita di un nuovo movimento politico che riunisca gli ecologisti.

E’ stata presentata una terza mozione (Carrabs e alcuni altri membri del Consiglio federale ) che respinge decisamente l’esperienza avvenuta di alleanza con Sinistra e Libertà , ripropone l’avvio della Costituente Ecologista (già proposta nel 2006) accentuando il ruolo delle realtà regionali in una logica nettamente federativa. Apparentemente molto simile alla seconda mozione, auspica il ritorno alle larghe alleanze che hanno caratterizzato l’esperienza dell’Ulivo in passato, da attuare insieme alla Costituente già dalla prossima scadenza delle elezioni regionali del marzo 2010.

Essendo improbabile che qualcuno possa avere i due terzi dei delegati (necessari per modifiche radicali dello Statuto) si presentano quindi solo due possibili scenari (le cui conseguenze non sembrano molto note neppure ad una parte degli stessi delegati):
1) nel caso del prevalere della prima mozione (Francescato..) si uscirà dal congresso di fatto con due partiti verdi a scadenza: il primo manterrà il simbolo (e tutti i soldi? ) e rapidamente si integrerà dentro SeL ( forse con l’aggiunta della parola “ecologia” da qualche parte) il secondo, che assumerà il simbolo dei Verdi europei, probabilmente si riconvocherà per eleggere 22 coppie di portavoce, riconvertirsi su basi regionali , promuovere con tutti i soggetti disponibili la nuova Costituente ecologista decidendo regione per regione come comportarsi alle elezioni regionali.

2) nel caso del prevalere della seconda mozione (Boato..) si andrà comunque al superamento del Sole che ride cambiando il simbolo, procedendo alla nomina della coppia di portavoce nazionali e poi, nelle regioni, di 21+21 portavoce regionali che li affiancheranno. Il finanziamento pubblico (rimborsi annuali ) verrà diviso in tre parti , si convocheranno gli Stati generali dell’ecologismo italiano e poi la nuova Costituente, riconfermando il pieno riferimento ai Verdi europei e promuovendo, secondo quanto dice la mozione, una iniziativa nazionale attraverso forme da precisare per il dimezzamento del finanziamento pubblico ai partiti .

In entrambi i casi sembra chiusa l’esperienza di 25 anni dei Verdi italiani, un esperienza sostanzialmente fallimentare almeno per la seconda parte della sua storia; sulle cause di questo fallimento ( comune ad altre forze del vecchio “centro-sinistra” ) la riflessione all’interno, ma anche all’esterno dei Verdi, è sostanzialmente assente e questo resta in realtà il dato più drammatico di una storia che ha prodotto abbandoni, sconfitte, oltre ad una serie incredibile di trasformismi e degenerazioni; nei prossimi 3-4 mesi si misurerà quanto ci sia davvero il coraggio “di cambiare” ed essere in grado di farsi protagonisti di una nuova stagione politica per il nostro paese .

21 settembre 2009

Cohn Bendit: «La vostra democrazia è quella di Putin e Chavez»

Intervista a Cohn Bendit
Daniel Cohn Bendit arriva alla festa napoletana di Sinistra e libertà accompagnato da quell’aria un po’ magica che circonda chi viene sonoramente premiato dalle urne. Così è stato in Francia per la sua Europe ecologie alle europee di giugno, 16,3%, terzo partito e una golden share sul futuro dell’opposizione a Sarkozy. Seduto su una panca sotto il tendone del ristorante, gessato grigio e camicia viola, il famoso ciuffo rosso un po’ imbiancato, parla dell’Italia con uno strano mix di passione e disincanto, che sfiora a volte lo sfottò. «Da voi è in corso una trasformazione della democrazia verso un modello extrademocratico, Berlusconi si inserisce in una triade con Putin e Chavez: giocano con la società, la mobilitano, controllano i media. Mi chiedo spesso se il caso italiano sarà un modello per l’Europa o se resterà un’eccezione ».

Già in passato l’Italia è stata pioniera di sistemi politici non propriamente democratici...

«Sì, ma un confronto con i fascismi è impossibile, è assurdo paragonare Berlusconi a Mussolini. Non ci sono le prigioni per i dissidenti, lui ha il consenso della maggioranza e il centrosinistra ha semplicemente perso. Certo, controlla i media in modo diverso da tutti gli altri leader europei, ma questa non è una novità. Perché la sinistra italiana, quando era al governo, non ha fatto una legge per separare politica e media?».


Lei che spiegazione si dà?

«D’Alema, Prodi, hanno pensato tutti di poter arrivare a un compromesso con Berlusconi, hanno pensato che fosse un problema minore, che si sarebbe risolto anche senza fare una nuova legge. È stato un errore molto grave, forse il peggiore ».


Pensa che l’opposizione dovrebbe puntare sulla vicenda escort, sulla moralità di Berlusconi?

«È una vicenda importante ma non conta. Mi spiego: è chiaro che rivela un aspetto di ipocrisia del premier italiano, le visite al Papa e le serate con le escort, ma politicamentenon sarà decisiva, perché Berlusconi in questa storia esprime un carattere tipico del maschio italiano. E a tanta gente di questa storia frega pochissimo ». Se fosse successo al presidente francese? «Impensabile, un leader francese non avrebbe potuto restare al suo posto in quella situazione. E poi Sarkozy non fa queste cose, al massimo divorzia e cambia moglie... sono comportamenti più adatti a un leader russo, o sudamericano...».

Se lei fosse un leader della sinistra italiana cosa farebbe per battere Berlusconi?

«Metterei da parte tutte le ideologie del secolo scorso. Berlusconi è un fenomeno strano ma appartiene al presente, mentre le risposte della sinistra italiana sono di ieri. Con questa crisi, che è economica, finanziaria, ma anche ecologica, non bastano le vecchie risposte socialdemocratiche, di classe. Bisogna immaginare una trasformazione del sistema di produzione e di consumo, che non è la vecchia rivoluzione, e neppure l’idea della redistribuzione».

Pensa che l’elettorato italiano sia così sensibile alla questione ecologica?

«Non lo so, ma il punto è che tu devi avere una posizione chiara, devi dire la verità alla gente sul riscaldamento globale, non puoi solo rincorrere gli elettori».

Come valuta questa nuova formazione, Sinistra e libertà?

«Non credo molto in un nuovo rassemblement a sinistra. Il nostro movimento, Europe ecologie, è più trasversale, arriva fino al centro, non mi pare che riunirsi a sinistra sia un tema dell'oggi».

E il Pd?

«Lo vedo dentro la crisi delle socialdemocrazie europee, nonostante la sua pretesa diversità. C’è un impianto tradizionale che è superato, e che in fondo è lo stesso delle sinistre radicali, con tutte le sfumature del caso. Se devi andare avanti con questo modello di produzione e di consumo, la destra è più forte. A noi tocca dire che così non si può più andare avanti: è difficile, perché la gente è spaventata, ma tocca a noi dimostrare che cambiando si può vivere meglio ».

Che leader vede per la sinistra italiana?

«Bersani e Vendola rappresentano entrambi la vecchia socialdemocrazia. Vendola è più radicale e moderno, mal’hardware è lo stesso ed è vecchio. Io penso che un Obama italiano possa venire fuori solo se cambierà la mentalità, se in Italia capiranno la centralità della questione ambientale ».

Il messaggio è chiaro. Ecologia a parte, nessuna speranza per una riscossa dell’opposizione in Italia?

«Allo stato attuale l’alternativa più ragionevole a Berlusconi è Fini, l’unico in grado realisticamente di riequilibrare la democrazia italiana. Se guardo al suo passato mi sembra incredibile, eppure è l’unico in grado di mettere davvero in difficoltà Berlusconi, molto più di D’Alema. La vera novità italiana è questa contraddizione dentro il Pdl».

(di Andrea Carugati su L’Unità 21 settembre 2009 )

17 settembre 2009

C'era una volta la libertà di informazione in Rete

Una proposta di legge per sottoporre alla disciplina sulla stampa tutti i siti Internet che abbiano natura editoriale. Qualsiasi cosa ciò significhi

Il 14 settembre scorso è stato assegnato alla Commissione Giustizia della Camera un disegno di legge a firma degli Onorevoli Pecorella e Costa attraverso il quale si manifesta l'intenzione di rendere integralmente applicabile a tutti i "siti internet aventi natura editoriale" l'attuale disciplina sulla stampa.Sono bastati 101 caratteri, spazi inclusi, all'On. Pecorella per surclassare il Ministro Alfano che, prima dell'estate, aveva inserito nel DDL intercettazioni una disposizione volta ad estendere a tutti i "siti informatici" l'obbligo di rettifica previsto nella vecchia legge sulla stampa e salire, così, sulla cima più alta dell'Olimpo dei parlamentari italiani che minacciano - per scarsa conoscenza del fenomeno o tecnofobia - la libertà di comunicazione delle informazioni ed opinioni così come sancita all'art. 11 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino e all'art. 21 della Costituzione. Con una previsione di straordinaria sintesi e, ad un tempo, destinata - se approvata - a modificare, per sempre, il livello di libertà di informazione in Rete, infatti, l'On. Pecorella intende aggiungere un comma all'art. 1 della Legge sulla stampa - la legge n. 47 dell'8 febbraio 1948, scritta dalla stessa Assemblea Costituente - attraverso il quale prevedere che l'intera disciplina sulla stampa debba trovare applicazione anche "ai siti internet aventi natura editoriale".
Si tratta di un autentico terremoto nella disciplina della materia che travolge d'un colpo questioni che impegnano da anni gli addetti ai lavori in relazione alle condizioni ed ai limiti ai quali considerare applicabile la preistorica legge sulla stampa anche alle nuove forme di diffusione delle informazioni in Rete…Quali sono i "siti internet aventi natura editoriale" cui l'On. Pecorella vorrebbe circoscrivere l'applicabilità della disciplina sulla stampa?Il DDL non risponde a questa domanda, creando così una situazione di pericolosa ed inaccettabile ambiguità. Nell'Ordinamento, d'altro canto, l'unica definizione che appare utile al fine di cercare di riempire di significato l'espressione "sito internet avente natura editoriale" è quella di cui al comma 1 dell'art. 1 della Legge n. 62 del 7 marzo 2001 - l'ultima riforma della disciplina sull'editoria - secondo la quale "Per «prodotto editoriale» (...) si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici".Si tratta, tuttavia, di una definizione troppo generica perché essa possa limitare effettivamente ed in modo puntuale il novero dei siti internet definibili come "aventi natura editoriale".Tutti i siti internet attraverso i quali vengono diffuse al pubblico notizie, informazioni o opinioni, dunque, appaiono suscettibili, in caso di approvazione del DDL Pecorella-Costa, di dover soggiacere alla vecchia disciplina sulla stampa.Ce n'è già abbastanza per pensare - ritengo a ragione - che nulla nel mondo dell'informazione in Rete, all'indomani, sarebbe uguale a prima.


Ma c'è di più.Il DDL Pecorella Costa, infatti, si limita a stabilire con affermazione tanto lapidaria nella formulazione quanto dirompente negli effetti che "le disposizioni della presente legge (n.d.r. quella sulla stampa) si applicano altresì ai siti internet aventi natura editoriale".La vecchia legge sulla stampa, scritta nel 1948 dall'Assemblea Costituente, naturalmente utilizza un vocabolario e categorie concettuali vecchie di 50 anni rispetto alle dinamiche dell'informazione in Rete. Quali sono dunque le conseguenze dell'equiparazione tra stampa e web che i firmatari del DDL sembrano intenzionati a sancire?Se tale equiparazione - come suggerirebbe l'interpretazione letterale dell'articolato del DDL - significa che attraverso la nuova iniziativa legislativa si intende rendere applicabili ai siti internet tutte le disposizioni contenute nella legge sulla stampa, occorre prepararsi al peggio ovvero ad assistere ad un fenomeno di progressivo esodo di coloro che animano la blogosfera e, più in generale, l'informazione online dalla Rete.Basta passare in rassegna le disposizioni dettate dalla vecchia legge sulla stampa per convincersene.I gestori di tutti i siti internet dovranno, infatti, pubblicare le informazioni obbligatorie di cui all'art. 2 della Legge sulla stampa, procedere alla nomina di un direttore responsabile (giornalista) in conformità a quanto previsto all'art. 3, provvedere alla registrazione della propria "testata" nel registro sulla stampa presso il tribunale del luogo ove "è edito" il sito internet così come previsto all'art. 5, aver cura di comunicare tempestivamente (entro 15 giorni) ogni mutamento delle informazioni obbligatorie pubblicate e/o richieste in sede di registrazione (art. 6), incorrere nella "sanzione" della decadenza della registrazione qualora non si pubblichi il sito entro sei mesi dalla registrazione medesima o non lo si aggiorni per un anno (art. 7), soggiacere alle norme in tema di obbligo di rettifica così come disposto dall'art. 8 che il DDL Pecorella intende modificare negli stessi termini già previsti nel DDL Alfano e, soprattutto, farsi carico dello speciale regime di responsabilità aggravata per la diffusione di contenuti illeciti che, allo stato, riguarda solo chi fa informazione professionale.Sono proprio le disposizioni in materia di responsabilità a costituire il cuore del DDL Pecorella e converrà, pertanto, dedicargli particolare attenzione.Cominciamo dalla responsabilità civile.L'art. 11 della Legge 47/1948 prevede che "Per i reati commessi col mezzo della stampa sono civilmente responsabili, in solido con gli autori del reato e fra di loro, il proprietario della pubblicazione e l'editore". Non è chiaro come il DDL Pecorella incida su tale previsione ma qualora - come appare nelle intenzioni del legislatore - con l'espressione "a mezzo della stampa", domani, si dovrà intendere "o a mezzo sito internet", ciò significherebbe che i proprietari di qualsivoglia genere di piattaforma rientrante nella definizione di "sito internet avente natura editoriale" sarebbero sempre civilmente responsabili, in solido con l'autore del contenuto pubblicato, per eventuali illeciti commessi a mezzo internet.Fuor di giuridichese questo vuol dire aprire la porta ad azioni risarcitorie a sei zeri contro i proprietari delle grandi piattaforme di condivisione dei contenuti che si ritrovino ad ospitare informazioni o notizie "scomode" pubblicate dai propri utenti. Il titolare della piattaforma potrebbe non essere più in grado di invocare la propria neutralità rispetto al contenuto così come vorrebbe la disciplina europea, giacché la nuova legge fa discendere la sua responsabilità dalla sola proprietà della piattaforma.


Si tratta di una previsione destinata inesorabilmente a cambiare per sempre il volto dell'informazione online: all'indomani dell'approvazione del DDL, infatti, aggiornare una voce su Wikipedia, postare un video servizio su un canale YouTube o pubblicare un pezzo di informazione su una piattaforma di blogging potrebbe essere molto più difficile perché, naturalmente, la propensione del proprietario della piattaforma a correre un rischio per consentire all'utente di manifestare liberamente il proprio pensiero sarà piuttosto modesta.Non va meglio, d'altro canto, sul versante della responsabilità penale.Blogger e gestori di siti internet, infatti, da domani, appaiono destinati ad esser chiamati a soggiacere allo speciale regime aggravato di responsabilità previsto per le ipotesi di diffamazione a mezzo stampa o radiotelevisione.
A nulla, sotto questo profilo, sembrano essere valsi gli sforzi di quanti, negli ultimi anni, hanno tentato di evidenziare come non tutti i prodotti informativi online meritino di essere equiparati a giornali o telegiornale.Si tratta di un approccio inammissibile che non tiene in nessun conto della multiforme ed eterogenea realtà telematica e che mescola in un unico grande calderone liberticida blog, piattaforme di UGC, siti internet di dimensione amatoriale e decine di altri contenitori telematici che hanno, sin qui, rappresentato una preziosa forma di attuazione della libertà di informazione del pensiero.Ci sarebbe molto altro da dire ma, per ora, mi sembra importante iniziare a discutere di questa nuova iniziativa legislativa per non dover, in un futuro prossimo, ritrovarci a raccontare che c'era una volta la libertà di informazione in Rete.

di Guido Scorza Presidente Istituto per le politiche dell'innovazione su Punto informatico

16 settembre 2009

TV immondizia

TG1 delle 13,30
Prima notizia: il conservatore Barroso è stato rieletto nel Parlamento europeo Presidente della commisssione europea: si cita il comportamento di voto di sei dei sette gruppi (parte dei Liberali dove stanno De Magistris e Sonia Alfano eletti con l’IdV per conto di Grillo, lo hanno votato ) Non citati i Verdi, di fatto fra i principali vincitori alle recenti elezioni europee:per il TG1 non esistono. (Anche Repubblica e L’Espresso giornali rigidamente di area PD hanno ignorato prima e dopo le eleziooni europee il successo dei Verdi parlando d’altro e chiudendo rapidamente l’episodio elezioni europee)

Seconda notizia: Germania a 15 giorni dalle elezioni politiche: si parla solo di Angela Merkel e della CDU che secondo i nostri del TG1 sarebbe salita nei sondaggi dell’1% (!). Quindi sarebbe probabile il ritorno al governo (si accenna velocemente… “con i Liberali”) Per il TG 1 in Germania non esistono altri partiti ne si dice che il bipolarismo è finito e ben 5 partiti di fatto sono al di sopra del 10%. Naturalmente anche in Germania i Verdi (12,1% e 14 eletti alle ultime elezioni europee) non esistono, così come la Linke ( attorno al 20 % in 2 Leander dell’est 10 giorni fa, 7,5% alle europee )

Perle nell'immondizia

Segnalazione settimanale su cose da vedere in TV, DVD, CINEMA

Giovedì 17/9
La7 ore 21,10 film Balla coi lupi di/con Kevin Costner 1990
Rai 4 ore 22,45 film Fuga da Los Angeles di John Carpenter 1996
Rete 4 ore 23,05 film Volver di Pedro Almodovar 2006
Venerdì 18/9
Rai 4 ore 14 film Star trek II, L’ira di Khan
di Nicholas Meyer 1982
Rete 4 ore 21,10 film Le ali della libertà di Frank Darabout 1994
Sabato 19/9
Rete 4 ore 00,00 film Il giurato di Brian Gibson con Demi Moore 1996
Rai 3 ore 1,30 film Missile di Frederich Wiseman 1987
Rai 1 ore 23,10 film Last minute Marocco
di Francesco Falaschi 2007
Domenica 20/9
Italia 1 ore 2,10 film Il corvo di Alex Proyas 1994
Rai 3 ore 3,45 film Quando la città dorme
di Fritz Lang 1956
Rai 3 ore 21 Presadiretta
di Riccardo Iacona (“Taglisicuri” su sicurezza/città)
Italia 1 ore 23,10 film Sin City
di Robert Rodriguez 2005
Lunedì 21/9
Rete 4 ore 23,40 film Il principe delle maree di Barbra Streisand 1991
Dal Lun al Ven
Rai 3 ore 14, 45 Animali e animali e..
con Licia Colò
Rai 3 ore 18 Geo magazine-Natura



Novità al cinema
THE INFORMANT Brian Shepherd è un agente FBI che, con l'aiuto del biochimico Mark Whitacre, riuscì a smascherare una fraudolenta politica di controllo dei prezzi da parte di una multinazionale. L'azienda, riconosciuta colpevole, venne condannata al pagamento di una multa di 100 milioni di dollari…di Steven Soderbergh
RACCONTI DELL’ETA’ DELL’ORO Un evocazione dei primi anni della Romania comunista, attraverso le leggende urbane raccontate dalla gente…. di Hanno Hofer
LA BATTAGLIA DEI TRE REGNI La storica battaglia di Red Cliff, durante l'era dei Tre Regni nell'Antica Cina. All'inizio del Tredicesimo secolo, la terra di Wu viene invasa dal signore della guerra Cao Cao e i suoi milioni di soldati… di John Woo
BARBAROSSA Nelle terre dell'Italia del Nord, soggette al dominio dell'Imperatore tedesco Federico detto Barbarossa un ragazzo salva fortunosamente la vita a uno sconosciuto cavaliere. Il giovane si chiama Alberto da Giussano, milanese e figlio di un fabbro, e non crede ai suoi occhi quando capisce che il guerriero imponente che ha di fronte è Federico I di Hohenstaufen, l'imperatore.… di Renzo Martinelli con Rutger Hauer

Uscite in DVD
WALL-E
Wall-e è l'ultimo robot rimasto sulla terra dopo che gli umani l'hanno abbandonata perchè invasa dai rifiuti. Si sono dimenticati di spegnerlo e lui da 700 anni continua a fare quello per cui è stato costruito…(animazione) di Andrew Stanton


* LEBANON film di Samuel Maoz (Israele) leone d’oro alla 66a Mostra del cinema di Venezia.
Sulla violenza che la guerra comporta e sull'assurdità della perdita di vite giovani mandate allo sbaraglio…

* WOMEN WITHOUT MEN film di Shirin Neshat (esule iraniana a NY) leone d’argento alla 66a Mostra del cinema di Venezia. Le donne senza uomini di Shirin Neshat sono private di ogni diritto e non hanno diritto alla felicità…..

* PRESA DIRETTA di Riccardo Iacona, e di Francesca Barzini e Domenico Iannacone Tutte le domeniche su RAI 3 ore 21 (11 puntate)

* ANNOZERO ricomincia da giovedi 24 settembre su RAI 2

* FUORI ORARIO films su Rai 3 al ven-sab-dom notte dalle 1,20 circa (registrabili con V-Cast )

Brasile, Marina Silva con i Verdi alle presidenziali, ora la battaglia ecologista ha una nuova alleata

L’ex ministro dell’Ambiente di Lula ha annunciato la sua uscita dal Partito dei lavoratori. Ora il Partito dei verdi la vuole come candidata alle prossime consultazioni presidenziali. E i primi sondaggi la danno al 24 %

di Angelo Bonelli ( da Terra del 21 agosto 2009)

Marina Silva, ex ministro dell’Ambiente del governo Lula ma principalmente uno dei maggiori leader ambientalisti, che insieme a Chico Mendes iniziò la sua battaglia politica per difendere i popoli della foresta dai grandi latifondisti, dai madereiros, ha annunciato oggi dopo trent’anni di militanza la sua uscita dal Pt, il Partito dei lavoratori del presidente Lula. È una notizia che sta occupando tutte le prime pagine dei giornali e che sta assumendo una grande valenza politica perché Marina Silva è in procinto di entrare nel Pv, il Partito verde brasiliano. Il Pv ha offerto nei giorni scorsi a Marina Silva la candidatura alle prossime presidenziali, che si terranno tra poco tempo. Uno studio commissionato dal Pv all’Istituto di ricerche economiche e sociali
(Ipespe) ha mostrato che la candidatura di Marina Silva avrebbe il 24 per cento dei consensi, mentre la candidata del Pt e del presidente Lula, Dilma Roussef, ministro della Casa civil, avrebbe il 19 per cento dell’appoggio da parte dei votanti. Nella conferenza stampa di oggi, che si è tenuta nella capitale Brasilia, Marina Silva ha annunciato la sua uscita dal Pt. … Infatti, da tempo le posizioni ambientaliste di Marina Silva si erano praticamente divaricate da quelle ufficiali del Pt e del governo Lula, arrivando due anni fa al suo allontanamento volontario dall’esecutivo.

La forte deforestazione dell’Amazzonia, i progetti di costruzione di dighe che avrebbero inondato milioni di ettari di foreste, l’assenza di una riforma agraria sono le questioni principali del suo dissenso, rispetto a una politica del Pt non attenta allo sviluppo sostenibile. Ma come è nata la svolta di Marina Silva dentro il Partito verde brasiliano, che rischia di rivoluzionare il quadro politico che vedeva i due grandi partiti Pt e Psdb egemonizzare la gestione del Paese? Alla fine di giugno il gruppo dirigente del Pv, dal presidente Jose Luiz Penna al vicepresidente Alfredo Sirkis, da Marco Antonio Morz, responsabile degli Esteri, a tutto l’esecutivo nazionale verde, decide, in un incontro che si svolge a Rio de Janeiro, una strategia per i Verdi per le prossime elezioni presidenziali del 2010. Da lì nasce la proposta di chiedere a Marina Silva di essere la bandiera della battaglia ecologista per le prossime elezioni presidenziali con il Pv. Dopo due mesi di incontri oggi è arrivata la notizia di cui si parlerà per molti anni.

Ma chi è Marina Silva? Nasce nello Stato amazzonico dell’Acre, in un paese di piccole dimensioni chiamato Bagaco, vicino a Rio Branco. Figlia di contadini, all’età di 6 anni il suo sangue si contamina con il mercurio, sostanza usata dai cercatori di oro. All’età di 13 anni dice a suo padre che non può rimanere per tutta la vita analfabeta.Comincia a studiare e compiuti i 16 anni riesce a conseguire un impiego domestico. Nel 1980 comincia, al fianco di Chico Mendes, la sua battaglia in difesa dei popoli della foresta. Chico Mendes viene in seguito assassinato dai grandi latifondisti e quella morte è per Marina Silva una profonda e dolorosa ferita che non si chiuderà mai del tutto….. I poteri economici che contano in Brasile, a partire da Blairo Maggi, uno dei più grandi latifondisti del Paese e governatore del Mato Grosso, regione dove la deforestazione purtroppo è arrivata all’80 per cento, sono già in allarme per la candidatura di Marina Silva. Ma il consenso che questa donna è in grado di raccogliere potrebbe andare ben oltre il 24 per cento. Silva ha dichiarato ai media: «Il cuore mi ha parlato e io lo sto seguendo». Ora in Brasile questa donna può diventare la nuova speranza, il nuovo sogno del popolo brasiliano, un sogno colorato di un verde intenso.

15 settembre 2009

TIROLO - Bolzano-Merano 19 settembre UNA FESTA DIVERSA NELL’ANNO CELEBRATIVO

Giorno dopo giorno veniamo a sapere dai media degli sviluppi e delle discussioni attorno alla sfilata prevista per il 20 settembre a Innsbruck Ne prendiamo atto e ci aspettiamo una sfilata che celebrerà i soliti eroi e i “valori eterni“ del Tirolo. Un evento in cui tradizione, sguardo storico e turismo daranno un miscuglio magari anche brillante dal punto di vista mediatico, ma con scarsa ricaduta sociale e comunque rivolta al solo passato.A noi verdi, come a molti altri cittadini/e importa poco di tale glorificazione di questi eroi ormai standardizzati.
Perciò vogliamo sin d’ora invitare tutti quelli e tutte quelle che non si identificano con questo narcisistico approccio storico ad una festa diversa.La Festa della Convivenza si svolgerà a Merano il 19 settembre e sarà dedicata alla pace che va oltre i confini e al piacere della convivenza.Al mattino in Val Passiria si troveranno rappresentanti di quelle che nel 1809 furono forze nemiche, per dar voce al pensiero verde della convivenza pacifica dentro e oltre i confini territoriali e per presentare le loro tesi di pace, storia e libertà.


Alla sera queste tesi verranno proclamate ufficialmente a Merano e festeggiate in una festa interculturale con musica e intrattenimento.Noi Verdi dell’Europa vogliamo ricordare con quest’azione la possibilità di far la pace con la storia ed i suoi “pesi“.Il Proclama e la Festa costituiscono un segnale di alternativa alle infinite celebrazioni di eroi e al noioso e nefasto ribadire di un Tirolo come eterna Vittima della Storia.
Brigitte Foppa, Sepp Kusstatscher,Co-Portavoce provinciali Verdi Grüne Verc.

( http://www.gruene.bz.it/ )

L’ANIMA DEL BIOLOGICO, OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

di Maurizio Di Gregorio (blog FIORI GIALLI)

Il Bio, (l’alimentazione, l’agricoltura e la cultura del biologico), compie in Italia 35 anni, l’età di un giovane adulto.
Se ne parla spesso come di un mercato che è poi il punto di incontro dei suoi tre componenti. La diffusione di un'agricoltura e di una alimentazione naturali, sane equilibrate e nonviolente sono il bel risultato ottenuto grazie al lavoro, all’impegno, alla visione e al sogno di tanti uomini e donne che sono stati in questi anni i pionieri fondatori e costruttori del biologico.
Come ciò è stato possibile in una nazione che ha espresso il più piccolo movimento ecologista, è una curiosità speciale. Qui vogliamo trattare del bio oltre il mercato, cioè del bio come pratica di vita, cultura vissuta, intenzione originaria ed anima che si realizza. A 35 anni bisognerebbe occuparsene.

Sulle origini del biologico
Alle prese con il boom economico, l’Italia degli anni ‘60 butta il vecchio per il nuovo ma non dimentica del tutto le sue radici. Così dopo gli anni della critica, come ridiscussione dell’esistente, e della ricerca a tutto tondo di impostazioni e soluzioni diverse, dai primi anni ’70 emerge il fenomeno de “il ritorno alla terra”. Quella terra così bassa, che obbligava a un rigore e semplicità di una difficoltà estrema e che era stata disconosciuta da masse di ex contadini che dal dopoguerra avevano inurbato le città, spopolando le campagne, abbandonando le colline ed i loro paesi millenari, verso più comodi e promettenti ”fondovalle”. In pochi anni si riscoprono le osterie, l’artigianato e l’agricoltura tradizionali, la musica e le danze folk, la pace dei borghi tranquilli e dei casali abbandonati, la fascinazione sorridente della natura, il cibo genuino.
La cultura del “ritorno alla terra” è un mix che mentre li scopre, li riempie già impetuosamente con il più sfavillante grimorio di sogni del secolo: il ritorno alla natura e la semplicità volontaria, vivere del frutto del proprio lavoro e vivere insieme agli altri, trovare se stessi e la dimensione spirituale, la rivoluzione degli orizzonti esteriori ed interiori.
Tanto affascinante quanto difficile trasformare in pochi anni la cultura dello stare fuori di sé nella nuova consapevolezza di sé, nel riabitare il proprio luogo. E comunque fu la scelta più saggia poiché accompagnò al “gran rifiuto” la positività di una ricerca ed una costruzione da svolgersi sotto la benevolenza di una severa ma affettuosa madre.
E’ tutta da scrivere la storia arcana di come una varia schiera di insegnanti e studenti, artisti ed hippies, artigiani ed imprenditori, ex operai ed ex militanti reinventarono una nuova esistenza all’ombra dei boschi fitti, dei camini delle case sperdute, nei vicoli medievali, sopra e sotto il paesaggio delle colline, scoprendo e riscoprendo nelle campagne il sapore di una vita antica ed autentica.
Un'Italia della memoria e della ricerca, civettante con il Progresso o sfuggente ad esso, con i piedi ancora saldamente piantati alla Terra e la testa protesa al Cielo.
In questo insieme sfaccettato l’origine del Bio.

Per una storia non convenzionale del Bio
Quasi come carbonari, i primi appassionati pionieri del bio si incontravano scambiandosi prodotti, ricette ed erudizione: cereali integrali, zuppe contadine e buon vino, insieme a macrobiotica e teorie filosofiche. Essi facevano tesoro di ciò che poteva offrire il proprio orto personale o era reperibile per campagne, mercati e poderi. I negozi bio ancora non esistevano o si trovavano solo nelle grandi città (e non si trovava il fresco). Una cultura semplice che metteva insieme e rifletteva sui discorsi della nonna, la bevuta con il contadino ed i primi testi circolanti su una alimentazione e salute naturali.
Lontano dalle certificazioni attuali, biologico era il buon cibo: esso si distingueva intuitivamente per naturalezza, o forma compiuta, integralità, o carattere realizzato, freschezza e vitalità, la sua connessione con la vita…
Con il cibo “vero” si costruiva una relazione, cioè una alimentazione naturale, caratterizzata da completezza, leggerezza ed armonia.
Dal '70 agli ’80 si formarono due scuole di pensiero e pratica distinte: gli ortodossi e gli gnostici dell’alimentazione naturale.
I primi, inflessibili con sé e gli altri, si impegnarono a costruire i riti del giusto apporto nutrizionale e della dieta ideale (naturale, vegetariana, igienista, macrobiotica, veganiana e via dicendo) ed hanno indirizzato l’evoluzione del bio verso alcuni cibi ed idee anziché altre. Essi sono creatori di precetti ed abili a condurre aziende ed attività.
I secondi, gli gnostici, rimasero assertori dell’esperienza diretta ed immediata attraverso uno stile alimentare istintivo e sincretico, una meditazione attiva da compiersi con abbandono, trasporto e devozione. Spesso incapaci di disciplina, tuttavia essi esplorarono il gusto, scoprendo le magiche virtù delle insalate di fiori appena colti, ascoltando le canzoni delle erbe selvatiche ed i significati delle spezie. Essi sono creatori di ricette ed un loro invito a cena è una benedizione. Sono generalmente inadatti a fare affari o gestire attività, tuttavia ad essi è concesso, nei momenti difficili, custodire la visione originale.
Negli anni '80-'90 il "Ritorno alla Terra" si estese con i week-end e gli agriturismi e divenne il terreno del sogno del cittadino impazzito che iniziò ad acquistare tutto il comperabile (sconvolse il mercato delle campagne), così anche L’Alimentazione e la Salute naturali divennero obiettivo mitico di conquista per gli uomini e le donne tipo della modernità, avviliti da una vita sempre più grigia, dalle malattie incombenti, dalla morte dei loro cari.
Negli anni selvaggi del mercato bio si trova di tutto: generosità ed avidità, qualità e truffa e difficoltà di ogni tipo, come sa bene chi c’era.
Ma poiché bio è buono, e il buono vince, per gradi successivi il circuito cresce e si solidifica, se non altro perché sempre più sono coloro che si accorgono che in giro va sempre peggio.
La domanda di Bio cresce con due avvenimenti chiave: il disastro di Cernobyl, che fa apprezzare la naturalezza del cibo come un tesoro, e la Mucca Pazza, che ci spiega come ormai si tratti di salvezza personale.
Ogni volta, dopo questi, il bio cresce come un fiume in piena: si moltiplicano aziende, distributori, negozi, i consumatori diventano una folla, fioccano contributi e burocrazie.
Come la coscienza segue l’esperienza, la mappa dei negozi bio è contemporaneamente la mappa dell’inquinamento e del disagio, più questi sono maggiori, più in reazione sorgono negozi e consumatori.

La realtà problematica del Bio
Siamo giunti alla realtà attuale, i cercatori di armonie degli anni '70 hanno i capelli bianchi ed hanno cresciuto nuove generazioni per i quali il naturale è scontato come la fermata del tram. Trenta anni di stile di vita naturale hanno permesso una buona salute ed una grande qualità dell’esistenza, per alcuni hanno portato anche altri doni.
Il Bio oggi è una pratica di vita ed un mercato insieme.
I piccoli negozi degli anni '70 stanno scomparendo, al loro posto veri e propri supermarket bio ed al contempo interi reparti bio si affacciano sugli scaffali della grande distribuzione, i media se ne occupano regolarmente. La diffusione del mercato e dell’argomento non può che farci piacere poiché la maggior parte delle persone sta scoprendo la possibilità di una alimentazione e benessere naturali.
Ma questa realtà porta una luce con molte ombre: essa è un poliedro di facce diverse che si esprime nella vita delle persone e molto nel mercato “dominante”. Vi sono problemi strutturali di crescita o anche sintomi di degenerazione?
La visione economica è cruciale: gli operatori del bio sono piccoli, medi e grandi. Solitamente i piccoli vogliono diventare medi, i medi grandi, i grandi grandissimi, secondo una scala dettata alternativamente dalle possibilità dalle necessità e dagli ego.
Osserviamo un attimo il mercato del bio nelle sue classiche identità, con un occhio critico ed un elevato grado di generalizzazione:
Gli Agricoltori sono ormai tantissimi, compreso latifondisti, banche ed opportunisti vari che hanno scovato una soluzione redditizia, finanche finanziata da contributi statali ed europei.
I Distributori continuano a determinare i prezzi di un mercato in cui i negozi si lamentano per i bassi margini, i produttori sostengono che non ce la fanno, i consumatori continuano a chiedersi perché costa così caro.
I Negozianti aprono e chiudono, chiudono spesso i piccoli ed onesti, spadroneggiano i pescicani (per natura o cultura) che non chiudono mai perché fanno pagare i propri errori e difetti agli altri.
I Venditori una volta facevano parte dell’ambiente, vi credevano, se ne intendevano; oggi c’è una invasione di rappresentanti riciclati che propongono il bio con lo stesso criterio con cui si piazzano vestiti e munizioni e non ne sanno niente.
I Consumatori, più o meno sensibili e coscienti, vanno dai benestanti bencurati che celebrano nella loro spesa il proprio successo, alle anime-vaganti-con-pochi-soldi che indugiano sugli scaffali cercando di comporre una spesa decente e non troppo costosa.
I Commessi dei negozi osservano il tutto in silenzio consapevoli che il loro stipendio di bio permette poco.
Accanto all’ampio giro di affari ed al favore che lo accompagna, vediamo poca allegria ed onestà, poca simpatia e comunicazione, poca energia e luce. Ad esse si sostituisce una cortesia affettata e gelida tipica del postmoderno che reclamizza un calore ed una qualità che non sono nel suo stile intimo o nel prodotto ma fa solo parte del budget pubblicitario.

E’ tutto bio quel che si dice? E perché ci sono così tanti enti certificatori e non due o tre? Chi controlla i controllori? Perché Roveda di Lifegate ha venduto un gioiello di azienda come Scaldasole alla Nestlè?, perché Mustiola, un ottimo distributore, è fallito? Perché la Ecor avanza come uno schiacciasassi e convince i negozi a cedergli la proprietà e si fa finanziare anche dalla Banca Etica (500.000 euro)? La deriva presa dal biologico è forse il tradimento delle sue intenzioni, l'oscuramento della filosofia che ne sta alla base, la sua strumentalizzazione in marketing, in una parola la sua falsificazione?

L'anima del bio
La storia del bio è la storia di un sogno che si materializza nella pratica e divenendo una pratica incontra la realtà del mercato e i difetti degli uomini, da qui i suoi problemi ed identità: ma avendo chiare le sue identità, cioè la personalità del bio, non dobbiamo chiederci, oltre la personalità, cosa ne è della sua anima, dell’anima del biologico?
Le grandi ditte del bio appaiono sempre più come arroganti macchine da guerra, protese alla conquista di mercati, ma è solo il mercato il terreno di una sana crescita del bio o vi é qualche altro territorio che esso deve frequentare?
Mentre l’industria prepara il futuro OGM, i negozi equosolidali pongono una domanda: va bene è bio, ma è anche equosolidale?
Ponendo l’attenzione non solo sul prodotto ed al suo processo ma anche al contesto e le finalità essi si avvicinano al cuore del problema.
Detto in altro modo,
il biologico è solo un mercato da cavalcare, sedurre, conquistare, possedere e saturare, o è parte di un intero, un disegno creativo di costruzione e possibilità di una vita ed una società diverse, armoniche, giuste, equilibrate, un cambiamento semplice e fondamentale della vita quotidiana, un rispetto concreto per la natura dentro e fuori di noi, una esperienza evolutiva?

E se ciò è per il bio come pratica di vita, lo è anche per il bio come mercato. La cultura del bio sta al suo mercato come l’anima sta al corpo: senza questa, cosa lo animerà?
La tendenza attuale del mercato bio è incentrata sulla crescita del mercato stesso. Ma non vi é ordine in questa intenzione, cioè è senza criteri. Senza criteri non vi è ordine, misura tra le cose, in particolare tra intenzione e realizzazione, senza ordine non si esprime alcuno stile che è l’arte di dare forma e significato alle cose ed è determinato dall’ispirazione. Senza ordine quale ispirazione? Senza ispirazione quali saranno i risultati?
La quantità cresce a scapito della qualità, la realizzazione a scapito dell’intenzione; si voleva contagiare il mercato e se ne viene contagiati. Chi vuole mangiarsi il mercato ne sarà mangiato.

Può capitare allora da una parte che un fornaio bio sia estromesso da una fiera bio perché ha assunto un dipendente e dall’altra che dietro numerose etichette bio vi siano multinazionali, banche o anche solo un bieco sfruttamento di vite e destini individuali.
Può capitare allora che alcuni amici che mangiano bio da 25 anni, evitino un ristorante bio dai prezzi esagerati e l’atmosfera invivibile a favore di una trattoria familiare dove il cibo non è bio, ma il sorriso dei gestori sì.
Sul bio si è introdotta una complessa serie di certificazioni, che da una parte introducono standard medi accettabili, dall’altra aumentano il peso burocratico sui produttori a favore infine delle realtà economiche più forti prima e poi incontrollabili.
Se siete bio, piccolo è bello? Il bio dovrebbe essere semplice, ma in che misura è facile?
Se da una parte è inevitabile che con il successo giungano arrivisti, profittatori, truffatori e burocrazie, cosa si può fare per l’altra parte, quella che ne può e deve rimanere esente?
Su un altro versante, perché nessuno persegue l’obiettivo di una trasformazione totale dell’agricoltura e dell’alimentazione in bio? Solo il bio può essere venduto, caso mai venga certificato il non bio se è poco tossico.

Alcuni negozi bio non tengono libri e riviste su alimentazione e salute, alcuni lo dicono apertamente: così evitiamo domande e richieste imbarazzanti, altri ancora evitano accuratamente libri di crescita spirituale perché non vogliono apparire troppo strani….
Altri ancora hanno libri, organizzano corsi ed attività, espongono annunci, sono talvolta il punto di ritrovo per un ambiente….
35 anni fa il mercato del Bio (in inglese "organic") non esisteva, oggi c’è ed è un bene, permette la diffusione del cibo e dell’agricoltura naturali, ciò è una concreta soluzione al cibo e all’agricoltura del mercato, ieri industriale, oggi e domani anche OGM, sottoposti unicamente alle leggi di tecnica e profitto.
Dovrebbe però individuare “una via naturale al mercato” evitando che la cultura economica dominante e la megalomania degli individui lo sopravanzi e lo inglobi nella sua visione.
Come nel suo atto fondativo, dovrebbe continuare a preferire la qualità al posto della quantità.

Solo se rimane fedele alle sue intenzioni originarie, la mela bio ci parlerà ancora di naturalezza, integrità e conoscenza, poiché ad esse sono collegate amore, bellezza e mistero, qualità condivisibili solo con l’anima.
Il bio e l’ecologia non sono solo un mercato e non si possono fare solo con le regole, poiché anche i fiori e le mele ci parlano di Dio.

10 settembre 2009

Perle nell'immondizia

Segnalazione settimanale su cose da vedere in TV, DVD, CINEMA
Venerdì 11/9
La 7 ore 17,25 film Fahrenheit 9/11 di Michael Moore 2004
Rete4 ore 21,10 film Il volo della Fenice di John Moore 2004

Sabato 12/9
Rai 3 ore 1,25 film United red army di Koji Wakamatsu ( Giappone ) 2008
Domenica 13/9
Rai 3 ore 1,35 film Il cattivo tenente di Abel Ferrara 1992
Rai 3 segue film Marie et Julien di Jacques Rivette 2003
La 7 ore 17,50 film Michele Strogoff di Carmine Gallone 1956
Lunedì 14/9
Rai 3 ore 1,20 film Aleksandra di Aleksandr Sokurov (Cecenia) 2007
Rai 3 segue film Basic training di Frederick Wiseman 1971
Rai 2 ore 21,05 film Harry Potter e il prigioniero di Azkaban di Alfonso Cuaren 2004
Dal Lun al Ven
Rai 3 ore 14, 45 Animali e animali e.. con Licia Colò
Rai 3 ore 18 Geo magazine-Natura

Novità al cinema
VIDEOCRAZY,BASTA APPARIRE
Il sistema di potere televisivo di cui l’Italia offre oggi l’esempio più consistente ed emblematico…… di Erik Gandini
FA’ LA COSA SBAGLIATA La formazione sentimentale e psicoattiva di un giovane newyorkese nel 1994…… di
Jonathan Levine.

Uscite in DVD
LE AVVENTURE DEL TOPINO DESPEREAUX
Tanto tempo fa nel reame di Doremi nasce un topo diverso. Tutti gli altri topi, pavidi e costantemente impauriti, lo chiamano "coraggioso" in realtà Despereaux è solo curioso…. di Sam Fell, Robert Stevenhagen

Tutte le domeniche dal 6 Settembre su RAI 3 ore 21 è tornato PRESA DIRETTA di Riccardo Iacona, e di Francesca Barzini e Domenico Iannacone (11 puntate)

* Films su Rai 3/FUORI ORARIO di ven-sab-dom notte dalle 1,20 circa (registrabili con V-Cast)

9 settembre 2009

Il primo negozio "a duplice sostenibilità"

A Capannori (Lu): filiera corta e prodotti alla spina


Ha aperto nel comune di Capannori (Lu) il 29 agosto il primo negozio dedicato esclusivamente alla vendita alla spina di prodotti a filiera corta. Questa duplice matrice di sostenibilità sarà attuata in un negozio (Effecorta) situato nella frazione di Marlia, e gestito da una cooperativa di sei imprenditori locali. Il sito dell’iniziativa, già aperto, cita dati della Federconsumatori per cui usando prodotti alla spina una famiglia-tipo può arrivare a risparmiare fino a 64 euro/mese, ovvero circa 774.58 euro/anno ed evitando l’uso in un anno, in media, di 750mila confezioni.

Oltre all’attività commerciale, il gruppo ha costituito anche uno “sportello ambientale”, che intende porsi come strumento di informazione sulle tematiche ambientali e sulla sostenibilità e come «laboratorio di idee» che lavorerà su «progetti finalizzati alla riduzione dei rifiuti e orientati a promuovere e migliorare il concetto del riutilizzo del contenitore e contro lo spreco».

Il portavoce del gruppo che gestisce l’iniziativa, Pietro Angelini, racconta come «in un momento di crisi, abbiamo pensato di fare una scommessa e un investimento sul commercio sostenibile e sull’ambiente, che pensiamo siano le chiavi per affrontare il dopo-crisi. Rispetto alle esperienze di vendita di prodotti alla spina che già ci sono in Italia, la differenza è che qui il consumatore trova tutto, senza doversi recare da una parte per il detersivo e da un’altra per il vino, come oggi avviene...una scelta che peraltro porta anche al risparmio, come evidenziano i dati di Federambiente, e alla preferenza verso prodotti che siano di qualità e basati su una filiera che sia lunga al massimo 100 km. Su entrambi gli aspetti stiamo ancora facendo accordi con i produttori, e non siamo quindi ancora al 100% di prodotti alla spina e a filiera corta: ma ci siamo resi conto che il “taglio” dell’iniziativa ha un forte ritorno, sia da parte della gente, sia da parte delle istituzioni, e quindi le prospettive ci sono».«La parola chiave – conclude - è il cambiamento: un cambiamento delle abitudini di consumo, e un cambiamento della direzione dell’intera società. Tutta l’idea è nata dallo spreco che abbiamo osservato nei cestini della spazzatura, uno spreco sia di “contenuti” che di “contenitori”, ed è proprio questo spreco che intendiamo contrastare».

( di Riccardo Mostardini )


8 settembre 2009

Coltivare la città

Lo sviluppo dell’agricoltura di prossimità nelle arie urbane e peri-urbane, il diffondersi di giardini pensili e orti verticali tra gli altri, sono alcuni dei sintomi che sottendono al bisogno insito negli abitanti delle grande aree urbane di recuperare un contatto con la natura, l’agricoltura e con la genuinità del cibo che ad esse è legata. Come già sottolineava Lester Brown nel suo Piano B 3.0, così Andrea Calori nel suo “Coltivare la città, giro del mondo in dieci progetti di filiera corta” da voce a questa tendenza, raccogliendo per la prima volta in un unico volume esperienze di agricoltura urbana provenienti da varie parti del mondo, alcune recenti altre in essere da anni. Che cosa accomuna un immigrato del Bronx, una donna di un sobborgo di Osaka, una contadina senegalese, un panettiere della ricca Monaco di Baviera e un autista venezuelano?Ciascuna di queste persone è protagonista di storie legate al cibo. Ognuna appartiene a gruppi e comunità che, in modo più o meno formalizzato, si sono organizzate per vendere o acquistare prodotti alimentari che vengono consumati vicino ai luoghi di produzione.

Il libro racconta esperienze che nascono in contesti diversi con diverse modalità di sviluppo legate da un unico filo conduttore. Quanto tempo ha richiesto la stesura di questo lavoro e da dove nasce l'idea?

La stesura del libro in sé è stata rapidissima, ma questo è stato possibile perché abbiamo alle spalle circa quindi anni di lavoro sul tema del rapporto tra città e campagna, attraverso attività radicate nella ricerca universitaria all'interno del Politecnico di Milano e legate alla partecipazione al mondo dei movimenti e delle reti sociali. In particolare dall’anno 2000 abbiamo avviato ricerche relative a iniziative cittadine o istituzionali partecipate con forti ricadute in campo ambientale, sociale ed economico e capaci di produrre nella pratica politiche di sviluppo locale auto-sostenibile. Da queste abbiamo approfondito quelle esperienze di filiere agro-alimentari corte-locali che coinvolgono e danno nuovo impulso all'agricoltura periurbana. Altreconomia, che conosce bene il nostro lavoro, ci ha così proposto di scrivere un testo, dal momento che sul tema non esistono pubblicazioni. La stesura del libro in sé ha richiesto tre mesi di lavoro a tempo pieno, durante i quali abbiamo prima selezionato i progetti per noi più significativi, per poi ricostruirli il più possibile nei dettagli, anche intervistando direttamente i protagonisti. Da ultimo abbiamo cercato di raccontare i progetti scelti tramite vere e proprie storie, con l’intenzione di renderli accessibili a tutti, anche a chi non si occupa del tema della filiera corta agroalimentare dal punto di vista accademico.


Perché parlare di valorizzazione delle realtà agricole e di prossimità oggi?
Innanzitutto per ristabilire le giuste proporzione: il mercato globale ci ha fatto credere che il mondo intero si nutra attraverso un modello di monocolture intensive la cui produzione è estremamente distante -in termini temporali, spaziali e commerciali- dal momento del consumo; ma i dati, per esempio FAO, raccontano una storia diversa, nella quale con il lavoro delle piccole aziende agricole famigliari e con modalità associabili a quelle della filiera corta si sfama un terzo della popolazione mondiale, con punte che arrivano al 90% nel caso della popolazione africana. In secondo luogo, perché a noi sta particolarmente a cuore la realtà milanese, che grazie alla presenza di un parco agricolo periurbano, offre, in termini di filiera corta, opportunità insperate: solo per citarne una, la possibilità concreta di contrastare la pervasività dell’ambito urbano, che mette a rischio la stessa presenza delle aree agricole.
( di Alessio Sciurpa
www.enviinfo.blogspot.com giugno 2009 )

7 settembre 2009

Arriva Sole e Vento Festival a Bologna

Primo Festival delle Energie Rinnovabili a Bologna
Dall’11 al 13 settembre in Vicolo Bolognetti 2

Un programma fitto di seminari, convegni, workshop, proiezioni. Saranno presenti aziende del settore, associazioni, ESCO, Cooperative, esposizioni sulla Casa Eco-Logica. Degustazioni di vini Biologici e a Filiera Corta.

Teatro e spettacoli a tema! Apertura venerdì 11 ore 18 con
Maurizio Pallante fondatore e presidente Movimento Decrescita Felice, Massimo Scalia, docente di Fisica Ambientale all’Università La Sapienza e
Giancarlo Allen, fondatore e attuale segretario dell’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica

Sabato 12 in anteprima nazionale Francesco Gesualdi, coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo e fondatore con Zanotelli di Altreconomia, presenta il libro “L’altra via”

Sabato e domenica Laboratorio dimostrativo per l’autocostruzione di un impianto mini-eolico a cura della Rete di Autocostruzione Solare. Il corso è particolarmente interessante perchè prevede la costruzione di una vera e propria pala eolica, completa di meccanica, partendo dai singoli componenti. Per info Massimo 392.46.98.657
E poi ancora assaggi yoga e shiatsu, degustazioni di vino biologico e aperitivi!

Un evento organizzato da REB ( Rete Ecologista Bolognese) :Rete Lilliput, ECO, Ecologistispa, Centro Natura, ANAB (Assoc. Naz. Architettura Bioecologica), Legambiente, Amici della Terra, Gruppo di Acquisto Solidale di Bologna, E’/Co-housing…
La questione energetica rappresenta uno dei temi su cui si gioca il nostro futuro. Informazioni pratiche su risparmio, efficienza, acquisto di energia, e produzione in proprio. Passa all'azione! Guarda gli aggiornamenti del Programma su: www.retecologistabolognese.it

6 settembre 2009

BARI Lunedì 7 settembre, ore 17.30 Terrazzo dell'Arpa Corso Trieste 27


ILVA DI TARANTO
presentazione del libro QUINDICI PASSI di GIULIANO FOSCHINI
Il racconto del più grande disastro ambientale italiano



Intervengono Giuliano Foschini, giornalista di Repubblica, e il prof.Giorgio Assennato, Direttore Generale dell'Arpa Puglia."Con Foschini, a discutere ci saranno Assennato e i rappresentanti i rappresentanti delle associazioni ambientaliste
- PeaceLink in testa - insieme al sostituto procuratore Francesca Pirrelli e a Mario Desiati, direttore editoriale della Fandango libri".In "Quindici passi" Foschini ci aiuta a comprendere perché il disastro ambientale dell'Ilva di Taranto sta diventando un pericolo per l'Italia e perché è soprattutto qui che si gioca la battaglia della sicurezza sul lavoro.
Ma perché il libro si intitola "Quindici passi"? Quindici passi dividono l'acciaieria dell'Ilva dal cimitero di San Brunone, il grande camposanto dove molti degli operai del complesso sono stati sepolti. Giuliano Foschini ha scritto un reportage sul più grande e silenzioso disastro ambientale italiano, un lavoro meticoloso tra cartegiudiziarie e ambientali, numeri ed emissioni.

Altre informazioni su http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/30104.html

5 settembre 2009

Ecologisti:l'intero incontro di Roma trasmesso da Radio Radicale

Il dibattito all'assemblea dei firmatari dell'appello "Il coraggio di osare:appello agli ecologisti"" registrato da Radio Radicale..

PRIMO INCONTRO NAZIONALE
DEI FIRMATARI DELL’APPELLO

“ IL CORAGGIO DI OSARE:

APPELLO AGLI ECOLOGISTI”
ROMA
sabato 5 settembre 2009
dalle ore 10.30 alle 17.30
al Centro Congressi Cavour
via Cavour 50/A
( a pochi minuti a piedi dalla Stazione Termini )

L’incontro nazionale di Roma è aperto alla partecipazione di tutti coloro che hanno già sottoscritto l’Appello o che intendono sottoscriverlo.
All’incontro saranno invitati anche gli organi di informazione, per dare la più ampia pubblicità all’iniziativa. Sarà presente anche Radio Radicale.
Nell’incontro saranno proposte e discusse le successive iniziative sia a livello nazionale, sia nelle diverse aree geografiche del Nord, del Centro e del Sud dell’Italia.

4 settembre 2009

PRESADIRETTA di Riccardo Iacona ricomicia domenica 6 settembre RAI 3 ore 21

Da domenica 6 settembre “PRESADIRETTA” torna in onda per cinque domeniche alle ore 21.00 su RAI 3 raddoppiando gli appuntamenti rispetto alla stagione precedente con altre sei puntate, fino a metà marzo.

6 settembre “RESPINTI”, una puntata tutta dedicata alla politica dei respingimenti: dal 7 maggio le autorità italiane hanno l'ordine di riportare in Libia i migranti che intercettano nelle acque territoriali italiane. E finora sono state respinti quasi ottocento tra uomini e donne. Nessun telegiornale, ne' pubblico, ne' privato ha voluto o potuto documentare che cosa accade durante un respingimento. Presadiretta è riuscita a ricostruire che cosa e' successo nella prima operazione fatta dalla Guardia di Finanza che verrà presentato in esclusiva con lo straordinario lavoro fotografico fatto dall'unico giornalista presente sulla motonave BOVIENZO della Guardia di Finanza, il fotoreporter Enrico Dagnino. E' un racconto terribile: c'e' da vergognarsi per come abbiamo trattato queste persone. 24 di loro erano eritrei e somali, gente cioè che se fosse riuscita ad arrivare a Lampedusa avrebbe quasi sicuramente ottenuto il permesso per motivi umanitari o lo status di rifugiati politici. Noi non gli abbiamo chiesto neanche il nome e il cognome.


Sul terremoto dell'Abruzzo un'inchiesta incentrata interamente sulla mancata prevenzione: all'Aquila si sapeva già da almeno otto anni, quali edifici pubblici, scuole comprese, erano vulnerabili in caso di sisma. Ma non si è fatto nulla, neanche per allertare la popolazione. La puntata si chiamerà “TERREMOTO”. In questa puntata ha lavorato anche un nuovo acquisto, LISA IOTTI. Faceva la giornalista a LA7 e da quest'anno lavora con Presadiretta


Tagli alla sicurezza: con l'ultima finanziaria e' stato fatto un taglio lineare, in tre anni, di un miliardo di euro a chi si occupa di sicurezza in Italia. Dalla Polizia di Stato, passando per i Carabinieri e la Guardia di Finanza. Presadiretta è andata a vedere come lavora la Polizia di Roma e come sono stati colpiti dai tagli. Per la prima volta in televisione parleranno decine di poliziotti. Altro che presidio del territorio! Nella stessa puntata che si intitola “TAGLI SICURI”, anche le ronde e anche qui se ne vedranno delle belle. Hanno firmato “TAGLISICURI” due giovani redattori, ELENA STRAMENTINOLI e DANILO PROCACCIANTI.


Lo stato dei Beni Culturali in Italia, con una puntata dal titolo “OROBUTTATO” quasi tutta girata da DOMENICO IANNACONE. Ed è veramente ORO quello che noi abbiamo un po' dappertutto e ti piange il cuore nel vedere come viene trattato e come viene sottoutilizzato. Con molto meno, in Paesi come la Francia, si costruisce attorno reddito e benessere. Una puntata bellissima, perché ci fa vedere dei posti straordinari come Pompei e la Reggia di Caserta.


Chiude la serie “LA STANGATA”, una puntata tutta dedicata ai meccanismi di appalti e subappalti nelle grandi opere pubbliche, con particolare riferimento alla TAV. A realizzare questa parte dell'inchiesta sarà ALESSANDRO SORTINO, l'ex iena rossa, oggi autore di Exit, il programma de LA7, che questa estate ha voluto lavorare con Presadiretta. Nella stessa puntata la cronaca della battaglia degli operai della INNSE girata da SILVIA LUZI. Presadiretta è stata l'unica trasmissione a seguire l’intera vicenda giorno per giorno e notte dopo notte. Un racconto veramente emozionante!

Greenpeace sul Monte Rosa contro i cambiamenti climatici

Greenpeace ha posizionato sul Monte Rosa il più grande 'messaggio' di tutti i tempi. Un banner di 5200 metri quadri, con la scritta «Our Climate – Your Decision!». Tra poco più di cento giorni ci sarà la Conferenza sul clima di Copenhagen. Per i capi di governo è il momento delle decisioni importanti sul proseguimento del Protocollo di Kyoto. Oltre al banner-record, Greenpeace ha installato sul ghiacciaio di Gorner un campo di protezione del clima, con lo scopo di mostrare la pericolosità dei cambiamenti climatici e la necessità di un'azione urgente.

In quanto paesi alpini, l'Italia e la Svizzera sono toccati in modo particolare dal riscaldamento globale, con gran parte dei ghiacciai in ritirata. Le conseguenze sul clima – come indicato dagli scienziati membri dell'Ipcc (il panel dell'Onu che studia i cambiamenti climatici) – sono potenzialmente devastanti. Per questo è fondamentale mantenere l'aumento delle temperature terrestri al di sotto di +2 gradi centigradi (finora la crescita è stata di 0.7 gradi). I leader mondiali, in occasione dell'ultimo G8, hanno accettato l'obiettivo 2 gradi, ma non hanno indicato il modo in cui verrà raggiunto. L'azione sul Monte Rosa è un memo, in vista della Conferenza sul clima di Copenhagen, il prossimo dicembre.


Greenpeace indirizza due richieste principali al governo italiano e alle altre nazioni industrializzate:- ridurre le proprie emissioni di CO2 del 40 per cento (rispetto al livello del 1990) da qui al 2020, e portarle il più vicino possibile a zero entro il 2050;- fornire risorse finanziarie ai Paesi in Via di Sviluppo pari ad almeno 110 miliardi di euro all'anno fino al 2020 per lo sviluppo delle rinnovabili, per fermare la distruzione delle ultime foreste tropicali, e per adattarsi agli inevitabili impatti del cambiamento climatico.

2 settembre 2009

EMERGENCY , 15 anni di pace


Dopo Fanano, San Marino, Orvieto e Riccione, l'8° edizione dell'Incontro Nazionale dei volontari di Emergency si svolgerà quest'anno a Firenze presso il quartiere espositivo e congressuale di Firenze Fiera e il Nelson Mandela Forum. Dall'8 al 13 settembre 2009 l'appuntamento si rinnova con mostre, film, incontri pubblici, workshop dedicati, testimonianze del personale in missione all'estero, ospiti nazionali e internazionali che si alterneranno, nell'arco dei sei giorni, ai diversi momenti di intrattenimento per festeggiare insieme il compleanno di Emergency:Ogni sera, un evento artistico, musicale o culturale diverso per conoscere dal vivo i progetti e le persone che hanno contribuito ad attuarli, per diventarne parte o partecipare a quelli futuri.
Incontro nazionale dei volontari di Emergency - Firenze 2009